mercoledì 16 ottobre 2024

La sanità NON è uguale per tutti

Anche oggi è arrivata l'ora di andare a nanna... non prima di aver proposto uno spunto di riflessione su una questione che mi sta molto a cuore, e che sia io sia il mio compagno – e non solo noi, ovviamente – abbiamo vissuto più volte sulla nostra pelle: le interminabili liste d'attesa della sanità pubblica, che "miracolosamente" si riducono quasi a zero se si vuole, o meglio si può, mettere mano al portafoglio. Quest'estate ho prenotato un esame abbastanza delicato per il mio compagno con un'impegnativa senza elevata priorità: gliel'hanno fissato a distanza di oltre un anno, verso la fine del 2025. Di recente lui, avendo cambiato lavoro a giugno, ha deciso di sottoporsi all'esame in intramoenia, ricorrendo a uno dei benefici previsti dal welfare della sua nuova azienda: il rimborso dei costi delle visite mediche (e se presenta l'apposita "giustificazione" del medico gli pagano pure le ore non lavorate per andare a sottoporsi alla visita, senza bisogno di richiedere permessi). Pagando 152 euro ha potuto fare l'esame nel giro di una settimana: tutto a posto, per fortuna.

Su questo tema, condivido il testo pubblicato su LinkedIn da Cristina Da Rold, giornalista freelance in ambito sanitario.

Mi si para davanti la foto del rapper Sferaebbasta, tronfio dei suoi 2500 euro spesi per un Total Body Scan al San Raffaele, solo per essere certo (?) di non avere tumori in giro, e pare senza alcuna indicazione terapeutica.
Per chi da 10 anni racconta i dati delle disuguaglianze di salute è un ennesimo pugno e l'istinto è alzarsi dalla sedia. Ma cerco di stare calma e recupero dati. Di seguito quel che mi sento di commentare:
  • Non è l'unico esempio. Dal sito dello IEO che usa una tecnologia simile dal 2009: la Diffusion Whole-Body è una tecnica innovativa di risonanza magnetica che consente di studiare l’intero corpo senza radiazioni ionizzanti e senza mezzo di contrasto che permette di ottenere immagini sensibili alla diffusione microscopica delle molecole di acqua, nelle quali i tessuti ipercellulari (ad esempio, i tumori maligni) sono nettamente più brillanti rispetto ai tessuti circostanti. L’interpretazione della Diffusion Whole-Body si basa su concetti differenti rispetto alla risonanza magnetica tradizionale. In sintesi, vengono ricercate le lesioni su ricostruzioni tridimensionali e panoramiche dell’intero corpo; la singola lesione è poi caratterizzata su immagini assiali dettagliate. La macchina è capace di individuare tumori anche di soli 3-4 millimetri.
  • Bello, perché chiaramente in un mondo ideale futuro la possibilità di fare una scannerizzazione del nostro corpo per la diagnosi precoce sarebbe un sogno. Ma è un sogno vero se è per tutti, se diventa cioè patrimonio comune, non di chi può spendere 2500 euro.
  • Va detto che se allarghiamo lo sguardo alle differenze di offerta sanitaria negli ospedali del mondo, 2500 euro non sono una cifra fuori di testa. Il problema è che accada in Italia dove da 45 anni stiamo lavorando (stiamo?) per una sanità pubblica sostanzialmente gratuita e ugualmente accessibile per tutti.
  • Quella di Sferaebbasta non è pubblicità, dicono dal San Raffaele, almeno se l'è pagato lui. Resta il fatto che sul sito si precisa che chiunque può prenotare l'esame pagando 2500 euro, anche se si tratta di una macchina che è stata acquistata e viene usata per fare ricerca su soggetti con patologia, per studiare meglio i tumori per tutti, e questo è un bene.
  • Il problema sostanziale qui non sono queste tecnologie - anche se la comunità medica discute sul suo reale utilizzo - ma la riccanza e la sua innata tracotanza. Il nostro amore per la boria, l'invidia che diventa stima. Se riuscissimo a scardinare questo maledetto meccanismo che ci fa sbavare intorno a chi può, anche se noi non possiamo. Una tecnologia "esiste" se è per tutti. Mi rendo conto sia difficile mantenere la barra dritta su questa faccenda qui, soprattutto in un contesto dove tutto questo è oramai sdoganato. E lo è davvero. Io ho incontrato in più occasioni persone che pensano che sia giusto che chi può abbia più di chi non può, anche rispetto alla salute. D'altro canto, da lì veniamo.
  • Questa è la situazione in Italia nel 2024 (dati Agenas che abbiamo raccontato su Info Data - Il Sole 24 Ore a giugno): in libera professione oltre il 70% delle visite gastroenterologiche, dell’ecografie addome inferiore, delle spirometrie semplici, delle TAC e degli esami audiometrici viene prenotato entro i 10 giorni. La mammografia si conferma essere la prestazione che registra invece la percentuale più bassa di prenotazioni entro i 10 giorni. https://www.infodata.ilsole24ore.com/2024/06/08/sanita-quali-sono-i-tempi-delle-liste-dattesa-quanto-ricorriamo-alle-visite-mediche-a-pagamento-nel-ssn/
  • Non è un male assoluto che esista la possibilità di ricorrere al privato, data la situazione attuale. Per molti è un salvavita, purtroppo. E lo sarà nel prossimo periodo se non vengono fatti investimenti massicci per potenziare le risorse umane della sanità pubblica. "Esame chiama esame" mi ha detto una volta un vecchio medico. Con la popolazione che invecchia, e che monitoriamo sempre di più, per forza che le liste d'attesa si allungano. Il problema è cantare le lodi di questo sistema, quando dovrebbe metterci in imbarazzo e spingerci a fare meglio.
  • Mancano medici specialisti nelle specialità più critiche per il sistema pubblico. Proprio ieri lavoravo a un pezzo che uscirà nei prossimi giorni sui dati ANVUR: Anzitutto si osserva un calo nel numero assoluto di candidati alle scuole di specializzazione nel periodo pandemico. Siamo passati da 15.747 candidati nel 2021/22 a 13.957 candidati nel 2022/23 che significa 1.800 futuri specialisti in meno! Vi sono molte specialità per le quali i posti messi a bando sono risultati molto di più delle effettive iscrizioni. Il boom invece ce l'hanno chirurgia plastica, dermatologia e oftalmologia.
  • L'autonomia differenziata in sanità dovrebbe far tremare gli sgabelli. Qui ci sono i dati che stiamo raccontando: https://www.infodata.ilsole24ore.com/2024/10/01/autonomia-differenziata-i-numeri-per-farsi-unidea-della-situazione-di-partenza-prima-parte/
Tutto ciò detto, lui fa ciò che può fare, con la sua scala di prorità. E noi? E noi cosa ne facciamo di notizie come questa?

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