martedì 7 settembre 2021

Cosa è veramente disonorevole?


L'altroieri Lorenzo Tosa ha pubblicato un post con la foto di una signora di poco più di settant'anni, detto per inciso splendidamente portati, accompagnata dalle parole seguenti.

Questa donna straordinaria si chiama Franca Viola, oggi ha 73 anni. Ne aveva 17 il giorno di Santo Stefano del 1965, quando il suo ex fidanzato Filippo Melodia, noto malavitoso e nipote di un capoclan locale, dopo una lunga serie di minacce e intimidazioni, fece irruzione nella sua casa di Alcamo insieme a 13 giovani armati, che devastarono l'appartamento, pestarono a sangue la madre e rapirono Franca e il fratellino Mariano, che si era aggrappato alle gambe della sorella senza mollarla più.
Il fratello lo lasciarono poche ore dopo. Franca no. Franca trascorrerà i successivi sette giorni segregata in un casolare di campagna e, in seguito, in casa della sorella di Melodia. Infine, dopo una settimana trascorsa quasi sempre a letto, a digiuno, in stato di semi-incoscienza, insultata, saccheggiata, umiliata, fu violentata dall'ex fidanzato.
Quando, il 2 gennaio, fu rintracciata e liberata dalla polizia, Melodia dava per scontato che tutte le accuse sarebbero crollate con quello che allora era considerato la norma: il “matrimonio riparatore”.
Ed è qui che una storia drammaticamente comune a quella di centinaia di donne assume una traiettoria che cambierà la storia di Franca e quella di un Paese intero. Franca rifiuta di sposarsi, sceglie di dichiararsi “svergognata” davanti a un'opinione pubblica bigotta e sbigottita: non era mai accaduto prima di allora.
Franca ha contro tutto e tutti: lo Stato italiano, la mafia, una società patriarcale e arcaica che la considera un incidente di percorso. Accanto a lei ha solo una persona: il padre Bernardo, che dal primo istante non l'ha mai abbandonata e si è costituito parte civile al processo, a costo anche del proprio lavoro.
Ed è proprio durante quello storico processo che Franca Viola pronuncia queste parole che oggi riecheggiano ancora fortissimo, ma che allora, nell'Italia e nella Sicilia degli anni ‘60, suonavano semplicemente blasfeme. E, per questo, potentissime.
“Io non sono proprietà di nessuno” disse. “Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
Dopo mesi di fango, insulti, minacce, intimidazioni di ogni genere, Melodia e i suoi complici vengono condannati a 11 anni di carcere. Franca ha vinto, sposa un altro uomo, si riappropria della propria vita, ma dovremo attendere altri 15 anni perché il matrimonio riparatore e il delitto d'onore - grazie anche e soprattutto al suo coraggio e alla sua tenacia - spariscano dal codice penale. Era il 5 settembre del 1981, esattamente 40 anni fa.
Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, quando Franca incontra per strada alcuni dei suoi carnefici, chinano il capo alla vista di quella donna, incapaci di sostenerne lo sguardo, la dignità incrollabile.
Mentre parliamo di violenza sulle donne, abusi, discriminazioni di genere, di patriarcato malato e maschilismo tossico, questa storia è ancora lì a ricordarci che i diritti che crediamo scontati sono stati conquistati un pezzo per volta, un passo dopo l'altro, con fatica, sacrifici e sofferenze inimmaginabili da parte di donne come Franca Viola. Una grande italiana.

Può sembrare assurdo che appena quarant'anni fa fosse ancora in vigore una norma tanto retrograda (articolo 544 del codice penale)... ma se penso che il divorzio esiste nell'ordinamento giuridico italiano solo dal 1970, e che nel 1974 la legge relativa è stata oggetto di un referendum abrogativo in cui ha rischiato di vincere il sì, mi rendo conto di quanto il fatto di dover combattere per diritti che oggi è pressoché naturale considerare acquisiti abbia sempre caratterizzato la nostra società, e continui a farlo.

A proposito, hai firmato per il Referendum Eutanasia Legale? Qualora dovesse avere luogo, e vincesse auspicabilmente il sì, ne deriverebbe una modifica del codice penale tutt'altro che adeguata... ma il punto è che i nostri politici non potrebbero più rimandare alle calende greche la discussione di una legge completa e articolata in materia adducendo scuse del tipo "per gli italiani non è una priorità".

1 commento:

  1. Che donna!il nostro Paese presenta ancora pesanti tracce di arretratezza e da quando l'ignoranza è stata elevata a rango di virtù, mi pare che le cose siano peggiorate!

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