martedì 26 gennaio 2021

Ma che è 'stu Fatto?!

Ieri sera ho guardato su Raiuno Il senso del dolore, primo episodio della serie televisiva Il commissario Ricciardi, tratto dall'omonimo romanzo di Maurizio de Giovanni. Nulla da ridire sulla regia di Alessandro D'Alatri, sulla fotografia, le scenografie e i costumi (la storia è ambientata nella Napoli degli anni Trenta in pieno regime fascista), nonché sulla prova attoriale di tutto il cast, a cominciare dal protagonista, il lanciatissimo Lino Guanciale. Ma c'è un aspetto che non mi è andato proprio giù, ed è esposto qui.

Ricciardi custodisce un terribile segreto ereditato dalla madre, che chiama il Fatto: è in grado di percepire gli spiriti delle vittime di morte violenta (sia incidenti che omicidi) in un'immagine evanescente nei luoghi del decesso, che continuano a ripetere ossessivamente la frase che stavano dicendo o pensando nel momento della morte.

E anche in questo episodio la sua lugubre "dote" si manifesta: Ricciardi è perseguitato dalla visione del tenore assassinato che declama il verso di un'opera lirica... e ciò, senza nulla togliere al suo spirito d'osservazione, si rivelerà determinante ai fini della risoluzione del caso. Ora, va bene che è un'opera di fiction, ma anche alla sospensione dell'incredulità c'è un limite! ;-) Magari per chi crede nel paranormale questa trovata è un punto a favore, ma per me è l'esatto contrario. Non per questo intendo rinunciare a seguire anche i prossimi episodi, ma sinceramente mi è passata la voglia di dedicarmi ai libri: anche lì, ovviamente, Luigi Alfredo Ricciardi "vede i morti".

Tanto per fare un esempio non proprio a caso... il commissario Montalbano – di cui ho letto quasi tutti i libri (me ne sono rimasti due o tre in arretrato) e visto tutti gli episodi della fiction – i casi li risolve come qualunque poliziotto che si rispetti: indagando e ragionando.

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