sabato 7 aprile 2012

Turn off the light!

Oggigiorno, se si desidera osservare degnamente il cielo stellato, in particolare in occasione di qualche evento astronomico degno di nota, bisogna rassegnarsi a prendere l'auto e recarsi a una certa distanza dai centri abitati, preferibilmente in alta quota, dove l'aria è più pura e l'illuminazione urbana non può condizionare negativamente la visione. Il problema dell'inquinamento luminoso, al quale accennai tempo fa su questo blog, è stato trattato approfonditamente da maury nel corso del talk da lui tenuto in occasione del BeachCamp 2009.
In Abruzzo la legge regionale n. 12 del 3 marzo 2005 obbliga le amministrazioni a dotare la pubblica illuminazione delle cosiddette lampade cut-off, studiate in modo tale da non disperdere la luce verso l'alto concentrandola invece laddove serve, ovvero verso il basso (il che comporta, oltre alla riduzione dell'inquinamento luminoso, anche un risparmio energetico consistente e oltremodo auspicabile)... ma sta di fatto che ammirare decentemente le costellazioni rimanendo in città è ancora un'utopia.
Proprio ieri lo stesso maury ha linkato sul suo tumblelog un articolo pubblicato pochi giorni fa sul sito francese Astronomie Amateur 17, nel quale si fa il punto sulla situazione dell'inquinamento luminoso. Ne riporto qui di seguito la traduzione leggermente adattata.
Inquinamento luminoso, la progressione del "cancro" notturno
In soli vent'anni l'inquinamento luminoso dei paesi europei è aumentato considerevolmente, cancellando a poco a poco la volta celeste in molte città. Questa è la triste realtà che si può constatare direttamente attraverso queste due immagini prese dallo spazio tra il 1992 e il 2010 dai satelliti meteo americani DMSP (Defense Meteorological Satellites Program). La causa principale di questo fenomeno è la proliferazione eccessiva dell'illuminazione pubblica e privata su zone inutili, parcheggi, autostrade, rotatorie, siti industriali... e questo senza alcuna interruzione durante la notte.

L'evoluzione dell'illuminazione in Europa tra il 1992 e il 2010 risulta particolarmente evidente osservando la seguente GIF animata che mostra alternativamente le due immagini satellitari.

Si osservano diversi aspetti:
  • Le aree più luminose sono in correlazione con le zone ad alta densità di popolazione, ad esempio i grandi agglomerati urbani di Parigi, Londra e Roma. 
  • Le zone costiere sono più popolate rispetto all'entroterra, il che rende il contorno dell'Europa chiaramente visibile su queste immagini notturne. 
  • L'accrescimento delle aree luminose nella seconda immagine è anche un indicatore di crescita economica. Nel 1992 in Polonia le fonti d'illuminazione apparivano piuttosto deboli, mentre nel 2010 esse si sono moltiplicate. Nel corso di questi 18 anni, il PIL (Prodotto Interno Lordo) è cresciuto di circa 377 miliardi di dollari.
Ma oltre ad indicare la crescita demografica ed economica, i punti luminosi su queste immagini rappresentano anche zone dove il consumo energetico, le emissioni e l'inquinamento risultano elevati, contribuendo in modo significativo ai cambiamenti climatici.
I satelliti DMSP sono gestiti da NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e monitorano gli ambienti meteorologici e oceanografici, come pure le interazioni tra il Sole e la Terra, per conto del Dipartimento della Difesa americano. I dati dello strumento OLS (Operational Linescan System) dei satelliti DMSP sono utilizzati anche per osservare le illuminazioni urbane.
Il seguente breve video, realizzato il 6 ottobre 2011 dall'equipaggio della spedizione n° 29 all'interno della Stazione Spaziale Internazionale, mostra una panoramica della Terra dal Nordafrica al Kazakhstan settentrionale, passando per l'occidente dello Stretto di Gibilterra e l'Europa dell'Est.
Solo il Mar Nero, che spicca come una macchia scura circondata da aloni di luce urbana, appare relativamente risparmiato dall'illuminazione artificiale. Anche nelle zone ritenute relativamente isolate o desertiche sono visibili delle macchie di luce (estrazione di petrolio, di gas, piccole città...).
Il 31 marzo milioni di persone in tutto il mondo hanno spento simbolicamente le luci per un'ora allo scopo di manifestare contro i cambiamenti climatici. L'obiettivo dichiarato è quello di promuovere uno stile di vita più sostenibile e ridurre il nostro impatto sull'ambiente. Questo evento, denominato Earth Hour, ossia Ora della Terra [e documentato dalla photogallery di Boston.com, NdC], è rinnovato ogni anno dal WWF (World Wildlife Fund) con il concorso dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). È possibile sostenere l'associazione e partecipare a progetti di fornelli e lampade a energia solare che permettano di venire in aiuto ai 2 miliardi e mezzo di persone più povere del mondo, utilizzando l'energia del sole per riscaldare i cibi, sterilizzare l'acqua o semplicemente far luce.

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