Il personaggio di copertina del numero 16 del settimanale
Vanity Fair in edicola da mercoledì 18 aprile è il calciatore
Alessandro Del Piero. Nell'
intervista pubblicata all'interno, rilasciata a Giovanni Audiffredi e corredata da foto esclusive di Maki Galimberti, l'attuale capitano (da ben undici stagioni) nonché giocatore simbolo della
Juventus si confessa a tutto tondo. Dal dolore per la morte del padre nel 2001 al rammarico per aver giocato poco o niente quest'anno, e soprattutto per
non poter realizzare il suo sogno di concludere la carriera in bianconero dopo quasi due decenni (lo volle
Giampiero Boniperti nel 1993, e fu uno dei pochi giocatori a rimanere fedele alla società anche nell'
annus horribilis della retrocessione in Serie B): infatti
il suo contratto scadrà il 30 giugno prossimo, e già mesi fa il presidente
Andrea Agnelli preannunciò che per il trentasettenne attaccante (compirà 38 anni il 9 novembre) quella in corso sarebbe stata l'ultima stagione a Torino. Il nostro numero 10, pur tenendosi alla larga dalle polemiche, non ha comunque
nessuna intenzione di smettere di giocare, tanto è vero che dopo
10+ del 2007 ha in uscita un altro libro, un diario intimo scritto con il giornalista Maurizio Crosetti, dall'eloquente titolo
Giochiamo ancora. Ecco quanto afferma nell'
intervista a
Vanity Fair: «
io non sono quello che pensano di me un allenatore o un presidente, io sono quello che dimostro di essere, sono quello che io stesso penso di me. Per primo saprò quando dovrò smettere, ma non ancora: la mia passione per il gioco è troppo viva».
Ma parliamo un po' di
numeri. Del Piero detiene
tra l'altro il
primato assoluto di
reti (
289) e di
presenze (
700) nella Vecchia Signora, con la quale ha vinto
15 trofei tra cui 5 scudetti, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Coppa Italia. È
il calciatore ad aver segnato in Italia più gol con la stessa squadra. Nella classifica delle presenze vestendo la stessa maglia è quarto dietro il milanista Paolo Maldini (902), l'interista Javier Zanetti (794) e il romanista Francesco Totti (706). Quest'anno in Serie A
ha giocato appena 450 minuti complessivi su un totale di 19 presenze, ma ha al suo attivo
due reti: non mi sembra affatto disprezzabile, come media realizzativa... ;-)
A questo punto mi rivolgo ad
Andrea Agnelli: presidente, ci ripensi, si tenga stretto Alex fino a quando non sarà lui a decidere che è arrivato il momento di ritirarsi (e ovviamente non lo lasci lì a scaldare la panchina!). Non si preoccupi unicamente di rassicurare gli azionisti... pensi a
noi tifosi, che questo giovanotto lo stimiamo non soltanto come sportivo ma anche come persona, un'autentica perla rara in un mondo del calcio
malaaato (
cit.). E onori la memoria di
suo zio Gianni, che ne apprezzava il talento a tal punto da
averlo ribattezzato Pinturicchio (un soprannome che sulle prime il diretto interessato
non mostrò di gradire particolarmente... ;-)). Guardi che, se non mi dà ascolto, c'è il serio rischio che si scateni l'ultrà dormiente in me: il titolo del post è già di per sé un presagio... ;-)
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