venerdì 13 ottobre 2023

Il venerdì del villaggio

Su Repubblica Milano, come riporta Il Milanese Imbruttito, si può leggere (dietro paywall) che sempre più aziende adottano lo smart working di venerdì, sebbene vi siano ancora parecchi pregiudizi. D'altronde, un paio di mesi fa il sito web d'informazione Business Insider ha comunicato che «The remote-work revolution is officially dead: Zoom just told employees to return to the office» (la rivoluzione del lavoro da remoto è ufficialmente morta: Zoom ha appena detto ai dipendenti di tornare in ufficio, anche se non certo per il 100% del tempo). Ironia della sorte, casomai non lo sapessi, Zoom è una società che fornisce una piattaforma molto usata per teleconferenze e anche per il telelavoro, il cui utilizzo è esploso con la pandemia.

[Incidentalmente faccio notare che, come scrivevo l'altroieri, smart working è un tipico esempio di fake English, inglese farlocco; l'espressione corretta è remote work, o in alternativa telecommuting, telework, work from home, hybrid work... L'ordinamento italiano prevede il lavoro agile, che però differisce dal telelavoro]

Quella dove lavoro adesso è una piccola azienda che il lavoro da remoto lo concede con il contagocce. La sottoscritta è fra i pochi dipendenti a cui è concesso di usufruirne occasionalmente, per varie ragioni, in primis perché per andare e tornare dall'ufficio in condizioni di traffico "normale" ci metto complessivamente due ore al giorno, con tutto quello che ne consegue in termini di consumo di carburante (e dell'auto), stress e sonno perso; quando devo svolgere un compito che non richiede la presenza in ufficio chiedo spesso, non sempre, di rimanere a casa, dove peraltro posso fare a meno delle cuffie con cancellazione del rumore e della musica chillout che nel chiacchiericcio dell'open space non di rado mi risultano indispensabili per concentrarmi. Nel mio caso, in genere, il giorno più propizio per lavorare da casa è il lunedì anziché il venerdì. Temo però che lunedì prossimo mi toccherà andarci, in ufficio... ma adesso preferisco non pensarci, godermi questo fine settimana e soprattutto dormire più e meglio che posso. Purtroppo noi donne siamo svantaggiate in tal senso, lo dice la scienza... e io temo di avere ancora più problemi rispetto alla media.

P.S.: Il titolo del post allude alla seguente citazione di Achille Campanile:

Secondo Leopardi, il più bel giorno della settimana non è la domenica, ma il sabato, perché precede la domenica; mentre la domenica si è tristi, pensando al lunedì. Ma ormai tutti han letto l'immortale canto, epperò il venerdì sera dicono: «Che gioia, domani è sabato, il più bel giorno della settimana!», mentre l'indomani pensano con tristezza alla domenica. Ragion per cui siamo più felici il venerdì che il sabato; e invece che Il sabato Leopardi avrebbe fatto meglio a scrivere Il venerdì, o addirittura Il giovedì del villaggio, se si pensa che il giovedì, precedendo il più bel giorno della settimana, viene ad essere esso stesso il più bello, sempre per quella teoria che la vigilia d'un lieto giorno è più bella che il lieto giorno medesimo. (Achille Campanile)

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