venerdì 9 aprile 2021

E buonanotte a tuttə

L'altro giorno, seguendo una discussione su Facebook, ho scoperto che da qualche tempo a questa parte è possibile digitare sullo smartphone, perlomeno sul mio (un Mi A3 aggiornato ad Android 11), il cosiddetto schwa, o scevà. Si ottiene quello maiuscolo, Ə, tenendo premuta la E maiuscola (lo si trova assieme a É, È, Ê, Ë, Ė, Ę, Ē e alla cifra 3) e quello minuscolo, ə, tenendo premuta la e minuscola (lo si trova assieme a é, è, ê, ë, e, ė, ę, ē, e di nuovo alla cifra 3). Faccio notare che ormai mi risulta di gran lunga più facile scrivere perché o però col cellulare piuttosto che col portatile nuovo acquistato poco più di un mese fa; quest'ultimo ha una tastiera internazionale alla quale speravo di riuscire ad abituarmi assai più in fretta... e invece sono ancora alla ricerca del modo più comodo ed efficiente per digitare le vocali accentate, comunque quando l'avrò trovato ci scriverò di sicuro un post. ;-)

Lo schwa è un simbolo dell'alfabeto fonetico internazionale la cui introduzione è stata proposta dalla sociolinguista Vera Gheno, a suo stesso dire in modo scherzoso, nel saggio Femminili singolari.

Per fare un esempio, nella frase “Buonasera a tutti” rivolta a un gruppo misto di persone, si potrebbe sostituire il maschile sovraesteso espresso dalla desinenza “-i” con lo schwa e dire dunque “Buonasera a tuttə”. La pronuncia corrisponde a un suono vocalico neutro, indistinto, già presente in molti dialetti del centro e sud Italia.

Dal momento che nella lingua italiana non esiste il neutro, per riferirsi a un gruppo di persone si utilizza il maschile plurale anche se la maggior parte di loro si identifica nel genere femminile, e questo potrebbe sembrare il frutto di un retaggio maschilista. Lo schwa, come pure altre soluzioni, ad esempio l'asterisco, mi sembra un buon modo per rimarcare nella comunicazione scritta il proprio proposito di adottare un linguaggio più inclusivo. Comunque escluderei che tale prassi possa prendere piede sul serio nel linguaggio scritto, figuriamoci nel parlato dove molti non sanno nemmeno pronunciare correttamente le vocali aperte e chiuse, per cui quelli che storcono il naso davanti a questa proposta possono dormire sonni tranquilli.

Concludo segnalando un video nel quale Roberto Mercadini parlava proprio di questo – ho scoperto solo adesso che ne ha pubblicato un altro sulla stessa falsariga proprio tre giorni fa – e avanzava un''ipotesi a sorpresa: e se fosse che la lingua italiana ha il plurale femminile e il plurale neutro (usato appunto per una moltitudine mista), mentre è il plurale maschile quello che manca? Devo ammettere che il ragionamento fila che è un piacere, anche se ho il sospetto che qualunque linguista un minimo documentato saprebbe confutarlo.

1 commento:

  1. layout di tastiera US-International, tasti morti. Per fare àèìòù fai `a `e `i `o `u; lo stesso per áéíóúý (ovviamente con '), per le maiuscole e anche per l'umlaut (con ").

    Ovviamente la fregatura è che devi ricordarti che per fare un apostrofo devi digitare '.

    RispondiElimina