
Oggi è stata una giornata importante: l'ottantesimo anniversario della liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. Poiché il consiglio dei ministri ha disposto per la morte di papa Francesco ben cinque giorni di lutto nazionale che terminano domani, quando avranno luogo le esequie del pontefice, si temeva che le celebrazioni per quest'anniversario bello tondo potessero essere a rischio, dal momento che il relativo comunicato stampa riportava l'invito a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche «in modo sobrio e consono alla circostanza»; ci ha messo suo malgrado la faccia il ministro della Protezione civile – manco sapevo ne esistesse uno – Nello Musumeci, dapprima dichiarando che «Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno», e poi aggiungendo che «Balli e canti scatenati si potrebbero evitare, ecco, mentre la salma è ancora non tumulata», manco si parlasse del carnevale di Rio.
Per citare un mio "facciamico" che definirei un esempio di sobrietà, e del quale segnalo anche un'interessante riflessione sulla "divisività" di questa ricorrenza, «Ma pensa te se devono farti venire voglia di andare in manifestazione nudo ricoperto di glitter con una piuma tricolore a malcelare le pudenda e uno stereo che spara a balla la versione techno di Bella ciao», mentre oggi Spinoza ha scritto «Se oggi incontrate un fascista, ricordatevi di mandarlo sobriamente affanculo». Segnalo anche i reel degli Oblivion e di Lorenzo Baglioni, che provano a reinterpretare Bella ciao in maniera "sobria".
Più realista del re, il sindaco di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, aveva addirittura vietato di cantarla, Bella ciao: tanto di cappello ai cittadini che hanno disobbedito. Per contro, la proprietaria di un panificio di Ascoli Piceno, rea di aver esposto uno striscione con la scritta "25 aprile, buono come il pane, bello come l'antifascismo", è stata identificata per ben due volte dalla polizia. Comunque oserei dire che la parola fine sulla questione l'ha detta il cardinale Matteo Zuppi, che fra tutti i papabili è quello per cui "faccio il tifo", sottraendosi alle domande sul conclave ma invitando a ricordarci della Liberazione.
Il Grande Flagello aveva pubblicato un video realizzato con l'intelligenza artificiale per far dire al presidente del consiglio Giorgia Meloni parole che difficilmente le sentiremo mai pronunciare sulla Liberazione... Comunque bisogna riconoscere che oggi aa Meloni ha preso esplicitamente le distanze dal fascismo: è la prima volta, per quel che ricordo. A proposito di AI, Luca Bottura, per nulla scoraggiato dalle polemiche sul deepfake di Alessandro Barbero, è tornato a farvi ricorso per far dire "cose buone" al Duce.
Concludo con due brevi video tratti dalla serie "Il Badante" di Paolo Ruffini: le toccanti testimonianze della 95enne Licia e della 91enne Marisa, che la guerra e il regime fascista li hanno vissuti in prima persona.
[La vignetta che apre il post è di Mario Natangelo]