domenica 5 gennaio 2025

La Dynasty della Serie A

Sono abbastanza vecchia da ricordare – forse sono talmente vecchia da ricordare male, chissà ;-) – quando le partite del campionato di Serie A si giocavano in contemporanea la domenica pomeriggio. Poi è stata la volta dell'anticipo/posticipo serale... e oramai siamo arrivati al punto in cui le gare sono spalmate su tutto il weekend e oltre: quelle della 19a giornata si sono giocate fra ieri e oggi, ma mancano ancora Como-Milan, Atalanta-Juventus (14 gennaio) e Inter-Bologna (15 gennaio) perché Milan, Inter, Atalanta e Juventus – la quale, come osservato da @gliautogol, sembra aver posto fine alla "pareggite", ahimè, perdendo contro il Milan – sono impegnate nella Supercoppa italiana che si sta disputando in Arabia Saudita; stendiamo un velo pietoso sul fatto che una competizione che interessa soprattutto ai tifosi italiani abbia luogo in un paese tanto controverso, per usare un eufemismo.

Un altro aspetto che caratterizza l'attuale Serie A è stato sviscerato dal conduttore radiofonico e autore televisivo Marco Ardemagni in un post che riporto qui di seguito, corredato da opportuni link.

Con l’arrivo di Sérgio Conceição sulla panchina del Milan la Serie A supera, forse, il modello a cui si ispira, ovvero la soap opera Dynasty.
Il tecnico portoghese, che da calciatore ha giocato in Lazio, Parma e Inter e che ha un figlio, Francisco, attaccante della Juventus (allenata dall’ex-Inter Thiago Motta) ora allenerà il Milan, la squadra che ebbe come attaccante George Weah, il cui figlio Timothy gioca nella Juventus assieme a Khéphren Thuram e come, a suo tempo, il padre di quest’ultimo, Lilian (il cui altro figlio, Marcus, attualmente, gioca nell’Inter) proveniente dal Parma, squadra in cui ha militato, oltre a Sérgio Conceição, anche Enrico Chiesa (che giocò, tra le altre, anche in Sampdoria, Lazio e Fiorentina) padre dell'ex di Fiorentina e Juventus, Federico, ora in forza al Liverpool, squadra contro cui segnò il gol più rapido in una finale di Champions League Paolo Maldini, ex difensore ed ex dirigente del Milan, padre di Daniel (che ora gioca nel Monza, squadra il cui vice presidente è un altro ex dirigente del Milan, Adriano Galliani) ma che debuttò in Serie A nella squadra che ora verrà allenata da Sérgio Conceição.

Ardemagni ha omesso di menzionare che "The Maldinis" sono giunti ormai alla terza generazione: com'è noto, Paolo è infatti figlio del compianto Cesare Maldini, bandiera del Milan tra gli anni '50 e '60.

[Visto che si parla di Sérgio Conceição, l'immagine che apre il post mi è sembrata un modo simpatico per illustrarlo. Chiedo scusa anch'io ;-)]

sabato 4 gennaio 2025

Un precedente pericoloso

Ritorno brevemente sulla questione del nuovo codice della strada, e in particolare sulla sospensione della patente per chi risulta positivo all'uso di sostanze stupefacenti anche se le ha assunte in un passato sufficientemente remoto da non essere ormai più in stato di alterazione. Un provvedimento che già mi sembrava insensato, e questa opinione si è rafforzata guardando il video qua sotto che colpisce fin dal titolo, Siamo in un vero e proprio ATTACCO alla DEMOCRAZIA, registrato dall'avvocato Angelo Greco, il quale ha un autentico talento nello spiegare in maniera semplice e chiara questioni di natura giuridica che normalmente metterebbero a dura prova le mie capacità di comprensione.

Ecco la trascrizione del parlato.

Io ancora non riesco a darmi pace, ma... ma dico davvero, eh? Non riesco più a dormirci la notte! Dopo quattro anni a studiare legge e due di tirocinio, e altri venticinque di professione, mai, dico mai, se non nei libri di storia del Ventennio avevo sentito una cosa del genere. Da quando Salvini ha detto «Lucido sì, lucido no, se ti fai una canna io ti punisco lo stesso se ti metti alla guida», io non faccio che pensarci, perché questa frase, ragazzi, è una bomba ad orologeria per i nostri diritti. Perché? Perché il nuovo codice della strada non guarda in faccia a nessuno: sei lucido o no non importa, sei comunque nei guai se guidi dopo aver fumato una canna. È come se un giudice ti dicesse «Colpevole sì, colpevole no, ti butto in galera perché eri sulla scena del crimine», o se il tuo capo ti dicesse «Che tu abbia lavorato bene o male, ti licenzio comunque», oppure un professore che ti dice «Hai copiato o meno? Chi se ne frega, io ti boccio lo stesso». Domani questa stessa frase potrebbe essere declinata in un altro modo, tipo «Sbronzo sì, sbronzo no, siccome tu hai bevuto un mojito tre giorni prima io ti tolgo la patente».
Questa cosa qui, capite, è un macigno sulla nostra democrazia. Il principio che sta alla base di ogni stato democratico che si rispetti è che uno paga solo per quello che fa e solo se questo mette a rischio gli altri, ma qui no: qui il legislatore si arroga il diritto di decidere sulla tua vita basandosi su un suo capriccio, senza che tu rappresenti un vero pericolo per chi ti sta intorno. E poi quell'«IO ti tolgo la patente», non il prefetto o un'autorità pubblica, io politico, è terrificante perché mi ricorda quell'altra frase, «Datemi i pieni poteri». In uno stato democratico, basato sulla tripartizione dei poteri, nessuna istituzione può avere pieni poteri, ma questo lo sa, caro Matteo, solo chi studia diritto costituzionale. Quello che hai detto in pubblico è un pericoloso scivolone verso uno stato di polizia dove il potere decide arbitrariamente, e il povero cittadino deve solo sperare di non trovarsi nel mirino: oggi è per una canna, domani chissà per cos'altro potrebbero venirti a prendere.
È una roba che non si può sentire, che non si può accettare! Questa legge non è solo un attacco a chi fuma uno spinello e poi si mette al volante senza essere pericoloso: è un attacco a tutti noi, alla nostra libertà di essere considerati innocenti fino a prova contraria, ai nostri padri costituenti che scrissero delle norme a garanzia del fatto che nessuno fosse processato se non aveva colpe. È l'inizio di una discesa pericolosa e un precedente, che oggi applicano ai fumatori di canne, ma domani chissà a chi. Questa logica distorta può trasformare chiunque in colpevole. Questa è una questione di libertà, di diritti: volete davvero accettare questo? Ditemi, volete davvero che 77 anni di storia democratica vengano messi sotto i piedi così? Sinceramente sono disposto a difendere chiunque pur di portare la questione alla Corte Costituzionale. Questa è la Legge.

"Questa è la Legge" è il titolo della pagina Facebook e del sito di Angelo Greco, del quale sono curiosa di leggere l'ultimo libro intitolato Fanc**o il successo. Il metodo antimotivazionale per trovare il tuo posto nel mondo.

Concludendo, devo ammettere che non so se e fino a che punto il nuovo codice della strada venga fatto rispettare; riguardo a uno degli aspetti più facilmente verificabili, l'obbligo di indossare il casco alla guida del monopattino elettrico, ne ho visti parecchi di "monopattinisti" che circolavano tranquillamente senza, e oltretutto impegnavano la carreggiata con l'aria di non preoccuparsi troppo della sicurezza propria e altrui.

venerdì 3 gennaio 2025

Volémose bene! (a noi stessi)

«Ti offrono 50.000 euro ma se li accetti, la persona che odi di più al mondo ne riceve 100.000. Accetti?», chiedeva un'utente su Threads (ma discussioni analoghe si trovano anche altrove). La prima risposta è stata «Accetto cosi ne ho 150.000», e ne sono seguite altre dello stesso tenore. :-)

Spiritosaggini a parte, è un fatto che molti, me compresa, non riescono a voler bene a sé stessi, anzi (c'è chi al contrario ama sé stesso pure troppo, ma quello è un disturbo chiamato narcisismo ;-) ). Al riguardo condivido un post pubblicato da Factanza Media su LinkedIn, con annesso carousel; a proposito, in quest'altro post è spiegato come scaricare facilmente i carousel in formato PDF.

Come iniziare l’anno guardando al futuro senza però caricarci di troppe pressioni o aspettative?
Porsi alcune domande significative può essere d’aiuto per orientare il proprio pensiero, evitando di cadere nella trappola dell’ansia da prestazione e permettendo di identificare obiettivi realizzabili, senza aumentare aspettative che potrebbero risultare irraggiungibili.
Analizzare le esperienze vissute, sia positive che negative, può offrire insegnamenti utili da portare con sé nel nuovo anno. Questa riflessione può consentire di imparare dai propri successi e dalle difficoltà affrontate, trasformando il passato in una risorsa per il futuro.
Così come fissarsi obiettivi non per forza grandiosi, ma che riguardino piccoli cambiamenti quotidiani in grado di rendere il percorso più gestibile e meno stressante.
Soffermarsi su piccoli cambiamenti quotidiani è importante perché questi non solo rendono il percorso più gestibile, ma riducono anche lo stress associato al raggiungimento di traguardi ambiziosi. Ogni piccolo miglioramento conta e contribuisce al benessere complessivo. Riconoscere e apprezzare ciò che già si ha, infatti, può alleviare la pressione di dover raggiungere sempre di più.
Infine, è fondamentale ricordare che il cambiamento non deve essere immediato o perfetto. Ogni passo, per quanto piccolo, è significativo e ogni giorno offre una nuova opportunità per crescere e migliorare.

E questa è la trascrizione del testo contenuto nel carousel.

Cosa ti rende davvero felice?
14 DOMANDE DA FARTI PER INIZIARE L'ANNO NUOVO, VOLENDOTI BENE
  1. «Cosa ho imparato nell'anno appena passato?»
    Dai, a qualcosa sarà servito, no? Riflettere su quello che abbiamo imparato può aiutarci a focalizzarci sui nostri progressi e a riflettere su come possiamo utilizzare questi insegnamenti per affrontare l'anno nuovo.
  2. «Quali traguardi ho raggiunto?»
    Non dimentichiamoci di fermarci per celebrare ogni piccola vittoria che abbiamo raggiunto: questo ci permetterà di credere di più in noi stessi e negli obiettivi che vorremmo raggiungere in futuro. Ma soprattutto per ricordarci di essere più gentili con noi stessi.
  3. «Quale traguardo che avrei voluto ottenere non ho raggiunto? E perché?»
    Riflettere sugli obiettivi mancati può aiutarci a migliorare, a fissarne di nuovi in modo più costruttivo e a non considerarli come "fallimenti": non sempre la realizzazione di un obiettivo dipende da noi.
  4. «Quali persone o relazioni hanno avuto un impatto positivo su di me?...»
    È un piccolo reminder per ricordarci di dedicare del tempo anche quest'anno alle persone che ci fanno stare bene.
  5. «Quale vecchia abitudine o pensiero voglio lasciare andare?»
    Puoi riuscire davvero a lasciarla andare.
  6. «Come sono cambiate le mie priorita?»
    Non siamo persone immutabili: i nostri desideri e aspirazioni possono cambiare nel tempo. Chiedersi quali sono oggi le nostre priorità più importanti può aiutarci a capire come siamo cambiati e come indirizzare le nostre energie anche in futuro.
  7. «Come mi sento?»
    Non ce lo chiediamo mai, ma è una domanda fondamentale.
  8. «Come posso prendermi meglio cura di me stess*?»
    Impariamo a volerci bene: anche cambiare piccole abitudini, dedicare un po' più di tempo a un hobby che ci piace o chiedere aiuto possono fare la differenza.
  9. «Qual è una cosa che ho sempre voluto fare ma che non ho ancora fatto?»
    Chiedersi cosa ci trattiene dal farla può aiutarci a capire se qualcosa è cambiato rispetto al passato e se adesso siamo pronti per affrontarla. Oppure a chiederci come possiamo creare le condizioni per poter arrivare, pian piano, a raggiungerla.
  10. «Come posso contribuire alla vita degli altri?»
    Se ci interessa rendere felici le persone che abbiamo intorno a noi o a cui vogliamo bene, possiamo chiederci se è possibile contribuire un po' di più o in modo diverso, a partire dai piccoli gesti.
  11. «Qual è una cosa importante per me che voglio realizzare quest'anno?»
    Rispondendo alle domande precedenti, sara più facile anche capire quali obiettivi fissarsi per l'anno. L'importante è che siano pochi, chiari e realistici, così da non abbandonarli subito e da non alimentare in noi insicurezza e frustrazione.
  12. «Quali risorse o strumenti mi servono per realizzare i miei obiettivi? Chi può aiutarmi o supportarmi?»
    Gli obiettivi non si raggiungono da soli: chiederci cosa o chi ci può aiutare può essere un grande passo avanti.
  13. «Cosa mi rende veramente felice?»
    La domanda più difficile di tutte.
  14. «E qual è il primo passo che posso fare oggi per essere felice?»
Iniziamo il 2025 con un augurio: ricordiamoci, ogni giorno, di non rimandare più a domani quello che ci fa stare bene.

giovedì 2 gennaio 2025

Una vita in vacanza

Anche se non riprenderò a lavorare fino a martedì prossimo, la mia mente vola già ai giorni di riposo che potrò concedermi in questo 2025 che, per chi come me il sabato e la domenica non lavora, è particolarmente favorevole dal punto di vista dei ponti: potremo avere 39 giorni di vacanza prendendo solo 11 giorni di ferie. Ecco qui di seguito un riepilogo della situazione, per il quale ho attinto sfacciatamente dal Calendario Ponti 2025 preparato da Bed-and-Breakfast.it, evidenziando in corsivo i giorni festivi e in grassetto i giorni di ferie da prendere se si vuole approfittare dei ponti.

Capodanno / Epifania
2 giorni di ferie, 6 di vacanza!
  • mercoledì 1 gennaio
  • giovedì 2 gennaio
  • venerdì 3 gennaio
  • sabato 4 gennaio
  • domenica 5 gennaio
  • lunedì 6 gennaio
Carnevale
2 giorni di ferie, 4 di vacanza!
  • sabato 1 marzo
  • domenica 2 marzo
  • lunedì 3 marzo
  • martedì 4 marzo

Sebbene Carnevale (4 marzo, martedì grasso) non sia una di quelle ricorrenze segnate in rosso sul calendario, per molte scuole sarà vacanza.

Pasqua / Liberazione
3 giorni di ferie, 9 di vacanza!
  • sabato 19 aprile
  • domenica 20 aprile
  • lunedì 21 aprile
  • martedì 22 aprile
  • mercoledì 23 aprile
  • giovedì 24 aprile
  • venerdì 25 aprile
  • sabato 26 aprile
  • domenica 27 aprile
Festa del Lavoro
1 giorno di ferie, 4 di vacanza!
  • giovedì 1 maggio
  • venerdì 2 maggio
  • sabato 3 maggio
  • domenica 4 maggio
Festa della Repubblica

0 giorni di ferie, 3 di vacanza!
  • sabato 31 maggio
  • domenica 1 giugno
  • lunedì 2 giugno
Ferragosto
0 giorni di ferie, 3 di vacanza!
  • venerdì 15 agosto
  • sabato 16 agosto
  • domenica 17 agosto
Immacolata
0 giorni di ferie, 3 di vacanza!
  • sabato 6 dicembre
  • domenica 7 dicembre
  • lunedì 8 dicembre
Natale / Santo Stefano
3 giorni di ferie, 7 di vacanza!
  • giovedì 25 dicembre
  • venerdì 26 dicembre
  • sabato 27 dicembre
  • domenica 28 dicembre
  • lunedì 29 dicembre
  • martedì 30 dicembre
  • mercoledì 31 dicembre

P.S.: Nell'immagine che apre il post mi ci sono imbattuta per caso su Facebook, e mi è sembrata perfetta per illustrarlo... :-D

P.P.S.: Per la "colonna sonora" di questo post si ringrazia Lo Stato Sociale! :-)

mercoledì 1 gennaio 2025

Un anno... quadrato

Inesorabile come il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, come il concerto di Capodanno da Vienna, come l'acidità di stomaco del giorno dopo, ecco il mio tradizionale post dedicato alle proprietà del numero che denota l'anno appena cominciato, tralasciando quelle che mi sono sembrate meno interessanti oppure... coff coff... più ostiche da comprendere! ;-) (grazie a Numbers Aplenty)

  • 2025 = 34⋅52
  • 2025 = (20+25)⋅(20+25)
  • 2025 è la somma dei primi 9 cubi: 2025 = 13 + 23 + ... + 93.
  • Considera la configurazione sottostante, caratterizzata da due coppie di cerchi tangenti uguali. Questi cerchi sono anche tangenti al semicerchio esterno e a una corda obliqua. In questa configurazione, 2025 è il raggio intero più piccolo di un semicerchio tale che i cerchi inscritti abbiano anch'essi raggi interi (qui, 400 e 648). Questo è ispirato ai problemi di Sangaku.
  • Immagina di scrivere il numero 1 una volta, il numero 2 due volte, il numero 3 tre volte e così via fino al numero 45 quarantacinque volte, in questo modo: 12233344445555...454545. Il numero totale di cifre è 2025, che è il quadrato di 45. Questa coincidenza non si verifica per nessun altro numero maggiore di 1.
  • Ci sono 2025 modi sostanzialmente distinti per colorare i lati di un rettangolo usando al massimo 9 colori. Ecco un esempio (clicca per ingrandire).
  • 2025 è probabilmente l'unico quadrato positivo che rimane un quadrato aggiungendo 1 a ogni cifra (ottenendo 3136 = 562) e aumentando solo una cifra (la prima, ottenendo 3025 = 552).
  • La somma delle voci (in rosso, sotto) di una tavola pitagorica 9×9 è 2025.
  • 2025 è un quadrato. Eliminando la cifra 0 dal suo cubo (8303765625) otteniamo 833765625 che è un quadrato (288752).
  • Ci sono esattamente 2025 numeri, da 1 a 9999, per i quali l'ultima cifra è strettamente maggiore delle altre cifre (se presenti): 1, 2, 3, 4, ..., 8869, 8879, 8889.
  • Su una griglia quadrata unitaria, un cerchio di raggio 26 con origine al centro di un quadrato racchiude esattamente 2025 quadrati.
  • Il determinante di questa matrice
    le cui righe sono permutazioni cicliche dei primi 4 numeri composti, è uguale a –2025.
  • Il numero primo precedente è 2017. Il numero primo successivo è 2027.
  • È una potenza perfetta (un quadrato), e quindi anche un numero potente.
  • Può essere scritto come somma di quadrati positivi in un solo modo, ovvero 729 + 1296 = 272 + 362.
  • È un numero rifattorizzabile, poiché è divisibile per il numero dei suoi divisori (15).
  • È un numero di Harshad, poiché è un multiplo della somma delle sue cifre (9).
  • È un nialpdrome – ovvero la sua rappresentazione in una data base è formata da cifre in ordine non crescente – in base 3 (2210000), in base 5 (31100) e in base 15 (900).
  • È un numero di giunzione, poiché è uguale a n + sod(n) per n = 1998 e 2016, dove la funzione sod(n) denota la somma delle cifre (sum of digits).
  • Non è un numero unprimeable, poiché può essere trasformato in un numero primo (2027) cambiando una cifra.
  • È un numero polite, poiché può essere scritto in 14 modi come somma di numeri naturali consecutivi, ad esempio 403 + ... + 407.
  • 22025 è un numero apocalittico, poiché le sue cifre contengono la sottostringa "666".
  • 2025 è un numero gapful, poiché è divisibile per il numero (25) formato dalla sua prima e ultima cifra.
  • 2025 è il 45° quadrato perfetto.
  • 2025 è il 23° numero ottagonale centrato.
  • È un numero amenable.
  • 2025 è un numero difettivo, poiché è maggiore della somma dei suoi divisori propri (1726 = 1 + 3 + 5 + 9 + 15 + 25 + 27 + 45 + 75 + 81 + 135 + 225 + 405 + 675).
  • 2025 è un numero equidigitale, poiché utilizza tante cifre quante sono le sue fattorizzazioni.
  • 2025 è un numero malvagio, poiché la somma delle sue cifre binarie è pari.
  • Aggiungendo a 2025 il suo inverso (5202), otteniamo un palindromo (7227).
  • Concludo con un'interessante curiosità trovata su Facebook...

    Il matematico Augustus De Morgan nacque il 27 giugno 1806. A partire dal 1849, avendo compiuto 43 anni, amava dire di aver compiuto 43 anni proprio nell'anno 432, essendo 432 = 1849.
    Un evento simile a quello del 1849 capitò di nuovo nel 1936, quando i nati nel 1892 poterono affermare di compiere 44 anni nell'anno 442 = 1936.
    Adesso sta per accadere di nuovo: i nati nel 1980, infatti, compiranno 45 anni nel 2025 = 452.
    La prossima volta che accadrà una cosa del genere il mondo sarà molto diverso da oggi: infatti, si dovrà attendere l'anno 2116 = 462, in cui i nati nel 2070 compiranno 46 anni.

    ... e i pessimi presagi individuati da Spinoza (che non sono abituata a prendere troppo sul serio, e non vorrei dover cominciare proprio in questa occasione):

    Il 1936 è stato l'ultimo anno quadrato della storia.
    442 = 1936
    Quell'anno fu caratterizzato da totalitarismi in ascesa, vasta instabilità economica, crisi degli organismi internazionali, Italia in mano ai fascisti, Europa disgregata, conflitti in Palestina, una guerra mondiale alle porte.
    Il prossimo anno quadrato sarà il 2025.
    452 = 2025
    BUON ANNO!

martedì 31 dicembre 2024

(Ir)rinunciabile post di fine anno

Veloce post per salutare l'anno che se ne va e augurare un sereno 2025 ai lettori di questo blog... che ammesso ci siano mi degnano di ben poche interazioni, ma non per questo intendo smettere di scrivere! ;-)

Il 2024 è stato ricco di cose belle e (soprattutto) brutte per l'umanità. Due di quelle belle, le Olimpiadi di Parigi e il ritorno sulle scene di Céline Dion dopo, o per meglio dire nonostante, i suoi problemi di salute, sono racchiuse nel video qui sotto; esso alterna le immagini della magistrale esibizione della cantante canadese alla cerimonia d'inaugurazione dei Giochi Olimpici con quelle di alcuni momenti topici della rassegna sportiva.

Come di consueto, Lorenzo Baglioni riassume l'anno che sta per concludersi con una canzone che dura meno di due minuti. Io devo ancora capire come mai lui ce l'abbia tanto con il calciatore Gianluca Scamacca! ;-)

L'augurio che vi faccio è quello di saper affrontare il nuovo anno con lo spirito racchiuso in questo breve monologo di Marco Paolini: il tempo è denaro, ma il denaro non è tempo. (La questione del tempo comincia un tantino a ossessionarmi, e dovrei pormi delle domande)

Concludo condividendo il testo della Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari, scrittore amato dai ragazzini... di tutte le età. :-)

Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l'anno.
Voglio un gennaio col sole d'aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore di pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

lunedì 30 dicembre 2024

Tempo di bilanci... alimentari

A inizio mese, all'indomani della pubblicazione di Spotify Wrapped, Il Post ha pubblicato un articolo suggerendo che il tradizionale riepilogo annuale degli ascolti su Spotify avesse stufato. Sarà, ma l'idea è stata in qualche modo "copiata" anche da altre società. Ad esempio, due giorni fa ho ricevuto via email l'invito a scoprire la mia retrospettiva del 2024 con Yuka, l'app che utilizzo da quest'anno per valutare la qualità degli alimenti confezionati; lo screenshot seguente illustra i punti essenziali.

Più nel dettaglio:

  • Ho scansionato 401 prodotti, quindi faccio parte del 2% degli utenti di Yuka più attivi del 2024 (a questo punto mi sento quasi in dovere di diventare membro Premium per sostenere l'iniziativa).
  • Il punteggio medio dei prodotti scansionati è 45/100.
  • Sono 105 i giorni in cui ho usato Yuka: «Ci hai messo sicuramente un po' di tempo in più a fare la spesa, ma lo hai fatto per la tua salute!».
  • Il prodotto con il punteggio peggiore che ho scansionato è Milka Choco Brownie con 0/100 (in realtà ne ho scansionati diversi altrettanto scarsi anche se, ahimè, irresistibili).
  • Il prodotto con il punteggio migliore che ho scansionato è Il mio piatto unico - Avena, Zucca, Lenticchie e Mandorle di Zerbinati con 100/100 (ma non è il solo ad aver ottenuto il punteggio massimo).
  • Ho usato Yuka soprattutto, anzi esclusivamente, per scegliere cosa mettere in dispensa e mai per valutare la qualità dei prodotti cosmetici, anche se sarebbe utile pure per quello.
  • Ho scansionato soprattutto barrette di cereali: faccio parte dell'1% degli utenti di Yuka che hanno scansionato di più questa categoria di prodotti.
  • Ho scansionato 34 prodotti a marchio Esselunga.

A proposito di Esselunga, che è il supermercato dove faccio abitualmente la spesa, oggi sono stata invitata, anche in questo caso via email, a visionare il mio Esselover Year. Ecco i punti salienti:

  • Quest'anno ho fatto la spesa 62 volte – in realtà un po' di più, perché in qualche caso ho usato la carta Fìdaty del mio compagno per usufruire di determinate promozioni – di cui 59 in negozio e 3 online.
  • Ecco le categorie di prodotti che non possono mancare nel mio carrello: verdura, latte e yogurt.
  • Ma se stai per trarne la conclusione che sono dedita al mangiar sano, devi sapere che ho acquistato le mitiche focaccine tanto unte per ben 41 volte!

domenica 29 dicembre 2024

Propositi per l'anno nuovo

In vista della giornata di smart working (anche se nel mio caso la dicitura è poco calzante, trattandosi più propriamente di semplice "lavoro da casa") prevista per domani – andando a spezzare due settimane di disconnessione totale dalle questioni lavorative, e questo magari è un bene perché altrimenti il rientro in ufficio il 7 gennaio sarebbe troppo traumatico – mi sono messa a smaltire la posta elettronica sul PC aziendale. Le cose più importanti le avevo già viste entro il 23, ma avevo in arretrato una serie di newsletter... riguardo ad alcune delle quali non ricordo nemmeno più perché mi sono iscritta! Una di queste me la invia TÜV Italia, ramo italiano delle società di certificazione originariamente tedesche in ambito di sistemi di gestione della sicurezza alimentare, ambientale e della qualità; qualcosa che non ha molto a che vedere né con le mie mansioni né con le mie competenze, e nemmeno coi miei interessi. Scorrendo il messaggio ricevuto il 18 dicembre scorso, mi cade l'occhio sull'immagine qui sotto.

E clicchiamoci sopra per guardare 'sto video augurale, mi dico incuriosita: sono o non sono la Curiosona? ;-) Con una certa sorpresa non vedo aprirsi quello che mi sarei aspettata, bensì il video con il commento al Vangelo del giorno 13 dicembre.

Cercando su YouTube le parole chiave contenute nell'immagine sopra, trovo in men che non si dica il video "giusto": eccolo.

Certo, se perdessi meno tempo in quisquilie del genere, potrei massimizzare il mio rendimento lavorativo... e qualcosa di analogo vale anche per la mia vita personale: sono in ferie da quasi una settimana, e ho ancora sbrigato ben poche delle faccende che avevo incluso nella mia to-do list, e delle quali non ho mai tempo di occuparmi né nei giorni lavorativi né nei fine settimana; ad esempio ho dedicato un numero di ore esagerato a un giochino per cellulare del quale ero diventata "dipendente", e che alla fine ho dovuto disinstallare per "disintossicarmene".

Adesso che ci penso, ho trovato un ottimo proposito da perseguire nell'anno nuovo: usare meglio il tempo che ho a disposizione. E applicare sul serio ciò che ho imparato seguendo il corso di Massimo Polidoro! :-)

sabato 28 dicembre 2024

Il giorno dell'USB-C

Oggi, leggendo un post della Commissione Europea condiviso da un mio "facciamico", ho scoperto che...

Oggi è il giorno. Ecco a voi IL caricabatterie!
USB-C è ufficialmente lo standard comune per la ricarica dei dispositivi elettronici nell'Unione Europea.
Questo significa:
🔌 Lo stesso caricabatterie per tutti i nuovi telefoni, tablet e fotocamere
⚡ Tecnologia di ricarica rapida armonizzata
🔄 Rifiuti elettronici ridotti
🛑 Niente più "Mi dispiace, non ho il cavo giusto"
Un caricabatterie per domarli tutti [semi-cit. da Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, che sono stata in grado di cogliere pur non avendo, ehm, mai letto il libro, NdC].

L'articolo pubblicato oggi sul sito della Commissione Europea fornisce qualche informazione in più; ecco qui di seguito la traduzione anche di questo.

Norme comuni dell'UE sui caricabatterie: Alimenta tutti i tuoi dispositivi con un unico caricabatterie
Sei stufo di rovistare nel cassetto per trovare il caricabatterie giusto per il tuo telefono? L'Unione Europea ti viene in aiuto! Poiché l'UE ha standardizzato le porte di ricarica per i telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili, tutti i nuovi dispositivi venduti nell'UE devono ora supportare la ricarica USB-C. Ciò ridurrà il numero di caricabatterie che bisogna acquistare, contribuirà a ridurre al minimo i rifiuti elettronici e semplificherà la vita di tutti i giorni.
Ecco alcuni vantaggi del caricabatterie comune:

  • Aumento della convenienza per i consumatori: È possibile caricare il telefono cellulare e altri dispositivi elettronici simili con un unico caricabatterie USB-C, indipendentemente dalla marca del dispositivo.
  • Riduzione dei rifiuti elettronici: I caricabatterie scartati e inutilizzati rappresentano circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all'anno. Le nuove norme incoraggiano il riutilizzo dei caricabatterie, che contribuisce a ridurre l'impronta ambientale.
  • Risparmio di denaro: Adesso è possibile acquistare nuovi dispositivi elettronici senza caricabatterie. Ciò aiuterà i consumatori a risparmiare circa 250 milioni di euro all'anno sugli acquisti inutili di caricabatterie.
  • Armonizzazione della tecnologia di ricarica rapida: Le nuove regole aiutano a garantire che la velocità di ricarica sia la stessa quando si utilizza qualsiasi caricabatterie compatibile per un dispositivo.
La Direttiva Comune dell'UE sui Caricabatterie è stata approvata dal Consiglio dell'UE nell'ottobre 2022. Ai produttori è stato concesso un periodo di transizione per adeguare i loro progetti e garantire la conformità. A decorrere dal 28 dicembre 2024 le norme si applicano ai telefoni cellulari, ai tablet, alle fotocamere digitali, alle cuffie con o senza microfono, alle console per videogiochi, agli altoparlanti portatili, agli e-reader, alle tastiere, ai mouse, ai sistemi di navigazione portatili e agli auricolari venduti nell'UE. Dal 28 aprile 2026 si applicheranno anche ai computer portatili.
Per maggiori informazioni [qui niente traduzione, sorry ;-) NdC]

Mi sembra una buona notizia, anche se a me non cambierà esattamente la vita, visto che i dispositivi che ho comprato negli ultimi due o tre anni come minimo supportano tutti la ricarica USB-C; il problema sono quelli antecedenti all'adozione di tale standard, i quali in genere hanno un connettore Micro-USB (se non Mini-USB) che, non essendo reversibile, riproduce in piccolo l'ironico fenomeno "quantistico" noto come USB superposition... ;-)

Sempre che prima o poi non salti fuori un nuovo standard ancora più performante – com'è noto i cavi USB-C, oltre che per la ricarica, servono anche per trasferire dati – e soppianti l'USB-C rendendolo a sua volta obsoleto.

venerdì 27 dicembre 2024

Il film di Natale (?)

Una poltrona per due, film del 1983 diretto da John Landis con Eddie Murphy e Dan Aykroyd, nel nostro paese viene spesso associato a questo periodo di festività perché dal 1997 viene trasmesso, ogni anno, su Italia 1 la sera della vigilia di Natale. Su Facebook pullulano i gruppi che raccolgono i fedelissimi della visione televisiva annuale: mi limito a linkare quello più numeroso in Italia. Io l'avrò guardato giusto una volta anni fa, e non ho mai sentito il bisogno di una seconda visione; sono ben altri i film che associo al Natale, come Parenti serpenti, diretto dal maestro della commedia all'italiana Mario Monicelli, oppure il classico British Love Actually, del quale continuo a serbare un bel ricordo nonostante le stroncature che ho letto... e comunque quest'anno, come film con Hugh Grant, a Natale mi sono dovuta accontentare di Notting Hill.

Riguardo a Una poltrona per due, oltre alla spiegazione del finale, che in effetti potrebbe risultare oscuro a chi come me di questioni finanziarie capisce poco o niente, mi sono imbattuta in due post, uno di Tommaso Mori che quattro anni fa lo stroncava, e un altro pubblicato nei giorni scorsi da Sebastiano Alicata che al contrario lo promuove. Nonostante, come ripeto, non possa certo definirmi una fan del film in questione, trovo maggiormente condivisibile quest'ultimo post, per cui ne riporto qui di seguito il testo.

IL KARMA DI “UNA POLTRONA PER DUE”
Tra i film più amati in Italia durante le festività natalizie, Una poltrona per due è ben più di una semplice commedia. Diretto da John Landis nel 1983, il film è un’esplosiva satira del sistema capitalista e un’efficace denuncia delle disuguaglianze sociali, mascherata da comicità brillante. Sebbene oggi venga talvolta tacciato di “politicamente scorretto”, una lettura più attenta ne rivela tutta la profondità filosofica e la sua critica strutturale.
Al centro della storia ci sono i fratelli Duke, cinici esponenti dell’alta finanza che riducono la vita umana a una mera questione di profitto, manipolando le sorti di due uomini, il privilegiato Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) e lo scaltro Billy Ray Valentine (Eddie Murphy), per un esperimento sociologico e una scommessa di solo un dollaro. Questo escamotage narrativo smaschera le ipocrisie del mito meritocratico: il destino degli individui non è legato alla virtù o all’impegno, ma piuttosto a circostanze sociali decise dall’élite.
Il film deride il sistema capitalista trasformando i suoi esponenti in caricature grottesche, incapaci di riconoscere persino la loro fragilità quando la stessa macchina che dominano si rivolta contro di loro. Il riscatto finale di Louis e Billy Ray, che distruggono i fratelli Duke utilizzando il sistema stesso, è un trionfo di intelligenza e giustizia poetica.
Uno dei temi più sottili del film è il concetto di karma. Ogni azione ha una conseguenza, ed è proprio questa legge universale che determina il destino dei personaggi. I Duke, accecati dalla loro avidità e arroganza, cadono vittime della stessa dinamica di manipolazione che avevano imposto ad altri, subendo una disfatta umiliante e meritata.
Allo stesso modo, Billy Ray e Louis trovano il riscatto attraverso il ribaltamento delle ingiustizie, trasformando un’esperienza inizialmente distruttiva in una rivalsa personale e sociale. Il messaggio è chiaro: le azioni immorali tornano inevitabilmente al mittente, mentre la collaborazione tra persone diverse può abbattere anche i poteri più consolidati.
Nel panorama contemporaneo, “Una poltrona per due” è spesso accusato di essere politicamente scorretto per alcune battute, gag e rappresentazioni di stereotipi. Tuttavia, queste critiche rischiano di ignorare il contesto e il messaggio del film. Ogni elemento potenzialmente “offensivo” non è gratuito, ma funzionale a smascherare pregiudizi e dinamiche sociali.
Eddie Murphy, ad esempio, sfrutta ironicamente stereotipi culturali non per perpetuarli, ma per ridicolizzarli. Il vero bersaglio della satira non sono le minoranze, ma l’élite bianca, ricca e ignorante, incapace di riconoscere la propria ottusità. La presunta scorrettezza del film è, dunque, una provocazione consapevole, che stimola riflessioni profonde sul potere e sul privilegio.
Una poltrona per due è un film che mette a nudo l’assurdità del capitalismo sfrenato e delle disuguaglianze, utilizzando l’ironia e la comicità per affrontare temi di grande rilevanza. Etichettarlo come offensivo o superato sarebbe un errore: significherebbe ignorare la forza della satira nel rompere tabù e nel denunciare le ipocrisie sociali.
Se c’è un messaggio che il film ci lascia è che il cambiamento è possibile solo riconoscendo e ribaltando le ingiustizie. E il karma, sia nel mondo reale sia nella narrativa, prima o poi trova sempre la sua strada.