lunedì 28 aprile 2025

Questa è performance!

Le foto del breve incontro fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky all'interno della basilica di San Pietro prima del funerale di papa Francesco hanno fatto il giro del mondo, e sono inevitabilmente diventate uno spunto per meme. Ad esempio nel fotomontaggio qui sotto, pubblicato sulla pagina Colorz by Spinoza.it, al posto del presidente ucraino c'è Marina Abramović; in effetti la postura e l'atteggiamento dei due colloquianti ricordano molto quelli tipici della performance The artist is present. Pure il comico Max Angioni, dopo aver giustamente trovato da ridire sul fatto che i due leader non abbiano trovato un angolino più appartato per discutere, ha citato l'artista serba.

Comunque, sebbene quelle immagini avessero fatto ben sperare, a questo punto si teme che dietro non ci fosse granché di sostanziale: del resto le condizioni stabilite da Trump per porre fine alla guerra sono decisamente più favorevoli alla Russia che all'Ucraina. Chi parlava già del "primo miracolo di papa Francesco" sarà rimasto parecchio deluso... :-(

[Il titolo del post cita il tormentone della comica Virginia Raffaele quando imita Marina Abramović]

domenica 27 aprile 2025

C'è modo e modo, c'è contesto e contesto

Questa sera condivido un po' di spunti che ho raccolto nel corso delll'ultimo mese o poco più sul tema del politicamente corretto.

Qui c'è un estratto della durata di un minuto e mezzo circa della puntata del podcast Passa dal BSMT in cui Gianluca Gazzoli ha ospitato Max Giusti. Riporto qui di seguito la trascrizione di ciò che ha detto il comico romano.

Io mi sono rotto le palle di sentire quelli che dicono che non si può più lavorare, che non si può più far ridere perché c'è il politicamente corretto. Molto spesso quelli che lo dicono sono quelli che pretendono ancora di usare in un film, in una commedia, in una sceneggiatura lo stesso linguaggio che si usava negli anni '80 e negli anni '90. Ora, tu non puoi rimpiangere quel linguaggio là, perché se tu ancora nel 2025 pretendi di far ridere offendendo le persone per il loro gusto sessuale, per il colore della loro pelle, per il loro aspetto fisico, per la loro provenienza... e sei un c***ione, scusa il termine. Cioè, il mondo cambia, no? Ci stanno delle vittorie sociali, delle conquiste sociali. Io credo che se tu vieni a vedere Bollicine, il mio spettacolo, è molto esplicito, è una stand up di due ore, molto diretto, e però... non si offende nessuno. Cioè penso che probabilmente, se tu non sei in grado di metterti in discussione, di cambiare, di evolverti anche rispetto al mondo che ti circonda, non sei contemporaneo. Poi io penso che si possa dire tutto e veramente non offendere nessuno, spesso quando si parla di minoranze, sempre che sia un termine giusto, spesso sono le minoranze quelle che fanno più, come posso dirti, sono più autoironiche, accettano più una critica. L'unica cosa è come la fai, in che contesto lo fai e come lo racconti. Bisogna ingegnarsi un po' di più. Non è... se magari prima per scrivere una cosa bastavano tre ore, adesso te ne devi prendere dieci, ma è il tuo lavoro: se non ti evolvi sei fuori dal mondo, e che mondo racconti se non consideri quello che c'è intorno a te tutti i giorni?

Nell'episodio del 23 marzo scorso del suo podcast Amare parole, il cui ascolto integrale è riservato agli abbonati del Post mentre su Spotify è disponibile solo la prima parte, Vera Gheno parla tra le altre cose delle polemiche sorte sul testo della canzone Altalena Boy, inclusa dal cantautore Lucio Corsi nella raccolta Altalena Boy/Vetulonia Dakar uscita nel 2015.

C'è chi dice "l'hanno preso gli extraterrestri
E l'han portato sulla nave spaziale"
C'è chi dice "l'hanno preso i marziani
Per poterlo studiare"

C'è chi dice "l'hanno preso gli zingari
E l'han portato in un campo fuori Roma
"
C'è chi dice "l'hanno preso gli alberi
L'hanno nascosto nella chioma"

Dovrebbe essere sufficiente una rapida lettura per capire che quei versi non vanno presi troppo alla lettera... eppure c'è chi si è risentito: l'attivista e marionettista rom Rašid Nikolić ha scritto una lettera aperta a Lucio Corsi per segnalargli la problematicità di quel riferimento agli "zingari" che rubano i bambini.

Vera Gheno si era già occupata altre volte della questione del politicamente corretto, ad esempio nell'episodio del 13 agosto 2023, in cui parlava tra l'altro dell'uscita a dir poco infelice della giornalista Concita De Gregorio che anch'io all'epoca avevo stigmatizzato.

Infine, nell'uscita del 27 marzo scorso della sua newsletter Edamame, intitolata “Non si può più dire niente”, sottotitolo E altre cazzate travestite da libertà d'espressione, Mattia Marangon ha espresso delle riflessioni in linea con il pensiero di Max Giusti riportato sopra. Da notare che due settimane dopo, sempre nella newsletter, Mattia ha raccontato che le suddette riflessioni, condensate in questo post su Instagram, erano uscite dalla sua bolla scatenando reazioni che hanno suscitato in lui una grande paura: quella di «distaccarmi dalla realtà, perdere il contatto con ciò che succede davvero, convincermi che basta non vedere qualcosa per farla sparire, che basta non parlarne per renderla irrilevante».

[L'immagine della word cloud che apre il post è tratta da Psychology Today Australia]

sabato 26 aprile 2025

L'estremo saluto

Questa mattina hanno avuto luogo in piazza San Pietro a Roma, davanti a una folla oceanica mentre in tutto il mondo milioni di persone come me seguivano la cerimonia in televisione, i funerali di papa Francesco, il quale al termine è stato sepolto in una semplice tomba in terra all'interno della basilica di Santa Maria Maggiore, come aveva disposto nel suo testamento. Mentre guardavo il corteo funebre guidato dalla papamobile che trasportava il feretro, mi è venuto da pensare che quei sei chilometri erano già di per sé un bel tour della Città Eterna, che mi ripromettevo da tempo di tornare a visitare con il mio ormai ex, il quale non c'è mai stato e soleva dire che avrei dovuto fargli da "Cicero". Che dire, a questo punto nulla mi impedisce di andarci da sola, come peraltro ho già fatto anni fa nella mia precedente lunghissima fase da single. Del resto, meglio sola che male accompagnata, no? ;-)

Ma ora basta con le divagazioni... Ecco alcune foto come si suol dire "iconiche" delle celebrazioni di oggi.





Quest'ultima, a quasi due mesi di distanza dal disastroso incontro/scontro fra Donald Trump, il suo vice JD Vance e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, fa ben sperare nell'ottica della pace tra Russia e Ucraina; si era parlato della possibilità di un secondo faccia a faccia tra i due leader nel pomeriggio, ma poi è giunta la notizia che il presidente USA era già ripartito.

Riguardo all'ipocrisia insita nella partecipazione di taluni soggetti alla cerimonia odierna, condivido due vignette di Mario Natangelo...


... e il testo di un post di Professor X, al secolo Guendalina Middei.

Possiamo dirlo? Che questi funerali del Papa sono il massimo dell’IPOCRISIA?
Ci sono tutti, ma proprio tutti in piazza San Pietro. Tutti quelli che hanno schernito, deriso, ignorato e apertamente osteggiato Papa Francesco negli ultimi anni. Tutti quelli che hanno fatto di tutto per zittirlo quando ha osato scagliarsi contro l’industria della guerra, quando ha osato parlare di pace in un mondo che parla solo di guerra, e quando ha urlato la sua indignazione per ciò che sta accadendo sotto gli occhi di tutti e con il silenzio dei tanti.
«C’è una cifra che deve spaventarci» disse il Papa, «gli investimenti che oggi danno più guadagno sono nelle fabbriche di…». E fino alla fine dei suoi giorni ha continuato a lanciare il suo appello, ignorato da tutti: costruiamo un mondo di pace. E poi… appena cinque giorni dopo la sua morte, eccoli qui, tutti quelli che per anni hanno deriso il Papa, e lo hanno ignorato o addirittura gli hanno del filo putiniano!
Tutti a rendere «omaggio» all’uomo che umanamente, politicamente e spiritualmente è stato la loro spina nel fianco. E quest’ipocrisia è la cosa che fa più male di tutte, io l’ha trovata insopportabile, davvero insopportabile. Non se lo meritava, Papa Francesco. Ma soprattutto non ce la meritiamo noi.
Buon viaggio Francesco. Su tutto il resto stendiamo un velo pietoso.

venerdì 25 aprile 2025

Un "sobrio" 25 aprile

Oggi è stata una giornata importante: l'ottantesimo anniversario della liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. Poiché il consiglio dei ministri ha disposto per la morte di papa Francesco ben cinque giorni di lutto nazionale che terminano domani, quando avranno luogo le esequie del pontefice, si temeva che le celebrazioni per quest'anniversario bello tondo potessero essere a rischio, dal momento che il relativo comunicato stampa riportava l'invito a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche «in modo sobrio e consono alla circostanza»; ci ha messo suo malgrado la faccia il ministro della Protezione civile – manco sapevo ne esistesse uno – Nello Musumeci, dapprima dichiarando che «Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno», e poi aggiungendo che «Balli e canti scatenati si potrebbero evitare, ecco, mentre la salma è ancora non tumulata», manco si parlasse del carnevale di Rio.

Per citare un mio "facciamico" che definirei un esempio di sobrietà, e del quale segnalo anche un'interessante riflessione sulla "divisività" di questa ricorrenza, «Ma pensa te se devono farti venire voglia di andare in manifestazione nudo ricoperto di glitter con una piuma tricolore a malcelare le pudenda e uno stereo che spara a balla la versione techno di Bella ciao», mentre oggi Spinoza ha scritto «Se oggi incontrate un fascista, ricordatevi di mandarlo sobriamente affanculo». Segnalo anche i reel degli Oblivion e di Lorenzo Baglioni, che provano a reinterpretare Bella ciao in maniera "sobria".

Più realista del re, il sindaco di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, aveva addirittura vietato di cantarla, Bella ciao: tanto di cappello ai cittadini che hanno disobbedito. Per contro, la proprietaria di un panificio di Ascoli Piceno, rea di aver esposto uno striscione con la scritta "25 aprile, buono come il pane, bello come l'antifascismo", è stata identificata per ben due volte dalla polizia. Comunque oserei dire che la parola fine sulla questione l'ha detta il cardinale Matteo Zuppi, che fra tutti i papabili è quello per cui "faccio il tifo", sottraendosi alle domande sul conclave ma invitando a ricordarci della Liberazione.

Il Grande Flagello aveva pubblicato un video realizzato con l'intelligenza artificiale per far dire al presidente del consiglio Giorgia Meloni parole che difficilmente le sentiremo mai pronunciare sulla Liberazione... Comunque bisogna riconoscere che oggi aa Meloni ha preso esplicitamente le distanze dal fascismo: è la prima volta, per quel che ricordo. A proposito di AI, Luca Bottura, per nulla scoraggiato dalle polemiche sul deepfake di Alessandro Barbero, è tornato a farvi ricorso per far dire "cose buone" al Duce.

Concludo con due brevi video tratti dalla serie "Il Badante" di Paolo Ruffini: le toccanti testimonianze della 95enne Licia e della 91enne Marisa, che la guerra e il regime fascista li hanno vissuti in prima persona.

[La vignetta che apre il post è di Mario Natangelo]

giovedì 24 aprile 2025

Hello World, dall'informatica alla musica

Quando ci si approccia a un nuovo linguaggio di programmazione, usanza vuole che uno dei primi, se non il primissimo programma in assoluto che si impara a scrivere sia uno che semplicemente stampa il testo "Hello world" (in italiano "Ciao mondo") o simili sullo standard output.

Ad esempio in BASIC, che tramite il Commodore 64 segnò il mio ingresso nel magico mondo dell'informatica decenni fa, si scrive...

PRINT "Hello, World!"

... in C...

#include <stdio.h>

int main(void) {
  printf("Hello World!");
  return 0;
}

... in C++...

#include <iostream>
using namespace std;

int main()
{
  cout << "Hello World!" << endl;
}

... in C#...

using System;
class App
{
  static void Main() {
    Console.WriteLine("Hello World!");
  }
}

... in Pascal...

program Hello;
begin
  writeln ('Hello World!')
end.

... e infine in Python (vedere screenshot all'inizio del post)...

print("Hello World!")

[giusto per citare i linguaggi sui quali millanto di saper mettere mano. ;-) Ho omesso HTML, anche se lo conosco piuttosto bene, perché non è un linguaggio di programmazione bensì di marcatura]

Ed Hello World è anche il titolo dell'ultimo album, uscito qualche mese fa, dei Pinguini Tattici Nucleari, il cui leader Riccardo Zanotti di recente è passato dal BSMT di Gianluca Gazzoli insieme al suo idolo Max Pezzali. Ciò che più mi ha colpita di questo album è che quasi tutti i video sono realizzati con una grafica "pixellata" che ricorda tanto i videogiochi degli anni '80, quando nessuno dei componenti della band bergamasca era neppure nato, li possino. Comunque tanto love! <3

Inoltre, i metallari Nanowar of Steel hanno realizzato un pezzo dal titolo HelloWorld.java.

Non potevo chiudere il post senza citare questa deliziosa mini-cover in stile 8 bit del brano You Make Me Feel Like It's Halloween dei Muse...

mercoledì 23 aprile 2025

Un'intera disco-teca in tasca

Quando ero bambina la musica la ascoltavo soprattutto su 45 giri, dall'adolescenza in poi sono passata dalle musicassette ai compact disc, finché non ho scoperto i lettori MP3; nel primo che ho avuto, un modello da quattro soldi, ci stavano sì e no un paio di centinaia di canzoni.

Benché l'iPod della Apple non sia più in commercio dal 2022 – del resto a chi servirebbe, quando oggigiorno ci sono gli smartphone che fanno di tutto, anche le sue veci? – a molti di noi Gen X che sentono parlare di lettori MP3 verrà in mente proprio quel modello, talmente radicato nella cultura popolare che dal suo nome deriva la parola podcast. Eppure il primo iPod, che è uscito nel 2001, non è stato affatto il primo lettore MP3 in assoluto, come dimostra questo post pubblicato sulla pagina Facebook del Museum of Portable Sound, in Inghilterra.

Cinque lettori MP3 precedenti all'iPod nella Physical Objects Collection del nostro museo (dall'alto in basso, da sinistra a destra):
  • SaeHan MPman MP-F20 (il primo lettore MP3 al mondo disponibile in commercio)
    Scheda SD da 32 MB (1998)
  • Diamond Rio PMP300 (disponibile dapprima negli Stati Uniti, ha provocato la prima causa legale della RIAA)
    Memoria flash interna da 32 MB, slot per scheda SD (1998)
  • Thomson (RCA negli Stati Uniti) Lyra PDP2201
    Scheda SD da 64 MB (1999)
  • Jukebox Creative DAP (Nomad negli Stati Uniti)
    Lettore con disco rigido da 6 GB (2000)
  • Registratore Archos Jukebox 6000
    Lettore/registratore con disco rigido da 6 GB (2000)
Tutti funzionavano con batterie facilmente sostituibili [a differenza dell'iPod, NdC].

P.S.: La pubblicità dell'iPod del 2001 posta a confronto con quella di iPhone e Apple Watch ai giorni nostri dimostra l'aumento davvero impressionante delle capacità di memoria dei dispositivi in questi ultimi 24 anni.

martedì 22 aprile 2025

La meritocrazia ha matematicamente senso?

L'altro giorno ho guardato questo reel nel quale il divulgatore scientifico Luca Perri presenta un approccio matematico a un concetto che potrebbe sembrare ostico da analizzare in termini quantitativi: la meritocrazia.

Ecco qui di seguito la trascrizione.

In un'azienda conviene promuovere quello bravo oppure un tizio a caso? Ci lamentiamo sempre che in Italia non abbiamo la meritocrazia, e forse abbiamo ragione a non averla... Non è vero, non badate a questa cosa! Però a quanto pare un team italiano di matematici ha scoperto che è meglio promuovere persone a caso in un'azienda per aumentare l'efficienza dell'azienda, piuttosto che promuovere quello bravo.
Ebbene sì, sembra anti-intuitivo, ma pensiamoci un attimo. Immaginiamo di avere una persona a un livello 1 che ha determinate competenze; sono delle competenze che lo portano a eccellere al suo livello 1, quindi il datore di lavoro lo vorrebbe promuovere al livello 2: ha senso? Beh, ha senso se in realtà al livello 2 servono più o meno le stesse competenze, perché se invece servono competenze completamente diverse, che magari la persona al livello 1 non ha, io avrei indebolito il livello 1, perché tolgo uno molto bravo che probabilmente viene sostituito da qualcuno meno bravo, e metto questa persona al livello 2, che però non ha le competenze adatte al livello 2. Quindi ho dato una promozione a uno che non saprà fare il suo lavoro, o magari lo sa fare al livello 2, ma quando poi lo promuovo al 3 si ferma. Quindi praticamente uno farebbe carriera fin quando poi non è il più inadeguato a quel ruolo.
Questo può sembrare, diciamo, non intuitivo. Però pensiamoci un attimo. Immaginiamo un bravissimo magazziniere che io voglio promuovere ad addetto al bancone vendite, solo che è una persona super-timida, quindi io ho tolto un ottimo magazziniere e ho messo una persona che non sa spiccicare due parole al reparto vendite: ho peggiorato l'efficienza della mia azienda.
Quale sarebbe quindi la soluzione? Beh, in realtà sono due. La prima è dovuta al cosiddetto paradosso di Parrondo [che si può esprimere come «Una combinazione di strategie perdenti diviene una strategia vincente», NdC] nella teoria dei giochi. Quindi, se io alterno promuovendo il migliore, il peggiore, il migliore, il peggiore, il migliore, il peggiore, alla lunga ho un'efficienza maggiorata. Voi direte: come può esserci maggiore efficienza anche promuovendo il peggiore? Beh, perché se ho un pessimo magazziniere che però ha la logorrea, io lo tolgo dal magazzino, lo metto al bancone vendite, questo ha trovato la sua strada e mi vende molto meglio. Quindi, prima soluzione: promuovo peggiore, migliore, peggiore, migliore, peggiore, migliore. Seconda soluzione: promuovo a caso. Promuovendo a caso, alla lunga, su diverse promozioni, è matematicamente dimostrato che alla fine l'efficienza dell'azienda migliorerà.
Non so se avrete il coraggio nelle vostre aziende di fare questa cosa, ma sappiate che matematicamente funziona. Quindi abbasso la meritocrazia! No, non è vero, non abbassiamo la meritocrazia, ma quantomeno non utilizziamo quella ingenua. Cioè, sei bravo a fare questa cosa, sarai bravo a fare tutte quelle cose? Non è detto.

Mentre lo guardavo mi è tornato il mente il principio di Peter – che prende il nome dallo psicologo canadese Laurence Peter il quale lo formulò nel 1969 – noto anche come principio di incompetenza, una tesi apparentemente paradossale – talmente tanto che ero convinta fosse una delle leggi di Murphy – che riguarda le dinamiche di carriera su basi meritocratiche all'interno di organizzazioni gerarchiche. Esso può essere concisamente formulato come segue:

In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza.

E guarda caso, l'articolo citato nel reel di Perri, a firma di Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo dell'Università di Catania, si intitola proprio The Peter Principle Revisited: A Computational Study (Il principio di Peter rivisitato: uno studio computazionale).

lunedì 21 aprile 2025

Morto un papa (Francesco), NON se ne fa un altro

La giornata di oggi non era cominciata sotto i migliori auspici – niente scampagnate né grigliate in programma per me, il che per alcuni potrebbe essere un sollievo, ma nel mio caso non era proprio un buon segno, diciamo così :-/ – e in mattinata è stata ulteriormente funestata dalla notizia della morte di papa Francesco. Abbastanza inaspettata, visto che ieri lui si era presentato in piazza San Pietro, in sedia a rotelle come fa ormai da tempo ma senza le cannule dell'ossigeno nel naso, e aveva impartito, sia pur con voce flebile, la tradizionale benedizione Urbi et Orbi pasquale, facendo poi il giro della piazza in Papamobile per salutare i fedeli.

Un papa semplice, umile – non a caso è stato il primo nella storia della Chiesa ad assumere il nome del "poverello di Assisi" – e vicino agli ultimi, dall'inizio (nel 2013 si recò a Lampedusa, nelle cui acque era da poco avvenuta una strage di migranti) alla fine (appena pochi giorni fa, sebbene fosse visibilmente provato, era uscito dal Vaticano per far visita ai detenuti del carcere romano di Regina Coeli) del suo pontificato. Ma soprattutto una delle pochissime personalità influenti ad aver operato a favore della pace, della giustizia sociale e contro i cambiamenti climatici, spesso in controtendenza rispetto alle politiche prevalenti nel mondo su questi temi. Speriamo che il suo successore, che verrà eletto da un conclave composto da cardinali per la maggior parte nominati da lui, non ce lo faccia rimpiangere troppo.

Poiché devo ancora metabolizzare la notizia, mi limito a riportare qui di seguito i link ad alcuni post che trovo in larga parte condivisibili: quello di Anna Mallamo (la quale, durante l'ultimo ricovero del pontefice al Policlinico Gemelli, gli aveva augurato sentitamente di riprendersi), quello di Professor X, quello di Davide Enia, quello di Abolizione del suffragio universale.

P.S.: Il titolo che ho scelto è ispirato alla vignetta che ho scelto per aprire il post. L'ha disegnata Vauro, che non può certo venire accusato di essere un bigotto baciapile.

domenica 20 aprile 2025

Ricomincio da me

Stasera condivido alcuni aforismi e citazioni che mi toccano da vicino. Il primo è l'odierno aforisma di aforismi.meglio.it, perfetto per la Pasqua...

Ogni separazione ci fa pregustare la morte. Ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.

... mentre qualche giorno fa era stata la volta di una citazione dal romanzo Il nostro momento imperfetto di Federica Bosco, che dopo aver dato un'occhiata alla descrizione ho deciso di leggere quanto prima.

Non esiste una sofferenza che non meriti rispetto, meno degna, o risibile; ognuno ha il suo punto di rottura e, una volta raggiunto quello, non si torna indietro, si azzera e si prova a fare qualcosa di diverso, di nuovo.

C'è poi una citazione della scrittrice albanese italofona Alma Gjini, anche se molti la attribuiscono allo psicoanalista Carl Gustav Jung.

Non rimpiango le persone che ho perso col tempo... ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perché le persone non mi appartenevano, gli anni sì.

Concludo col filosofo Umberto Galimberti, che quando non parte per la tangente sa esprimere concetti estremamente condivisibili.

Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché.
In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.
Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.
E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione dell'altro, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.

sabato 19 aprile 2025

Pasquetta bagnata, grigliata rovinata...

Domani è Pasqua, dopodomani è Pasquetta, e anche quest'anno i programmi di picnic e scampagnate verranno prevedibilmente funestati dal maltempo in buona parte d'Italia. Anche se non avevo in programma un accidente non sono affatto sollevata, perché il maltempo tende a peggiorare il mio già pessimo umore. :-(

Per sdrammatizzare questa iattura ti consiglio i video di Federico Basso, dei Gemelli di Guidonia (feat. Serena Brancale) e de Le Coliche.

Ma è proprio vero che a Pasqua/Pasquetta piove sempre? E se sì, perché? Per sapere cosa dice la scienza al riguardo, citofonare Geopop.

Quanto alle cibarie io sto a posto, fin troppo. Stamattina un'amica ha portato dei dolcetti, la colomba l'ho ricevuta in omaggio l'altroieri dall'azienda per cui lavoro – non andando pazza per la ricetta classica, ho scelto la variante esotica con ananas candito, glassa di cioccolato bianco e cocco rapé, che promette di essere SPAZIALE! – e come uovo avevo già comprato martedì all'Esselunga quello di PizzAut, perché l'opzione benefica mi sembrava indubbiamente la più "buona", almeno dal punto di vista etico, fra quelle mostrate in questo video di CARTONI MORTI.