giovedì 19 agosto 2021

Non ce lo meritiamo, Nanni Moretti!

Sessantotto anni fa nasceva Nanni Moretti, e Il Post ha rispolverato l'articolo che pubblicò nel 2013 in occasione del sessantesimo compleanno dell'attore e regista romano – nato a Brunico per caso (i suoi genitori erano in vacanza in Alto Adige) – e nel quale sono raccolte 23 celebri citazioni tratte dai suoi film. Ne ho selezionate alcune che più di altre sono entrate a far parte del linguaggio comune, e in particolare del mio.

  • «Siamo diversi ma siamo uguali agli altri ma siamo diversi» (Palombella rossa, 1989)
  • «Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone» (Caro diario, 1993)
  • «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» (Ecce bombo, 1978)
  • «Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose» (Ecce bombo, 1978)
  • «Continuiamo così, facciamoci del male» (Bianca, 1984)
  • «Come parla? Le parole sono importanti» (Palombella rossa, 1989) è il mio mantra non tanto quando qualcuno si esprime in un italiano a dir poco approssimativo, quanto nei confronti di chi usa anglismi inutili al solo scopo di darsi un tono.
  • «D’Alema di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civiltà. D’Alema di’ una cosa, di’ qualcosa, reagisci» (Aprile, 1998), da persona di sinistra quale sono, mi torna in mente ogni volta che il leader di turno del centrosinistra tradisce i miei principi...

Concludo con quella che dovrebbe essere una regola aurea per chiunque... me compresa!

«Parlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia io? Io non parlo di cose che non conosco» (Sogni d’oro, 1981)

Mi viene naturale associarla al tweet di una certa @zephyrs0phie nel quale mi sono imbattuta l'altro giorno.

LO SAPEVI che in realtà è possibile dire "Non ne so abbastanza per avere un'opinione"?

Sapevatelo, come diceva qualcuno!

P.S.: Il titolo del post è ispirato alla battuta di Rocco Papaleo nel film Nessuno mi può giudicare che a sua volta cita Nanni Moretti in Ecce bombo: «Te lo meriti, Alberto Sordi!».

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