Cosa provo in questo frangente? Direi una specie di magone misto a risentimento per tutte le grane che mi ha procurato la migrazione: nulla di così terribile, sia chiaro, in sostanza solo una perdita di tempo, che però mi sarei risparmiata volentieri. Al momento ho ancora parecchie cosette da mettere a posto qui su Blogger: layout, link interni, immagini... ma pian piano conto di sistemare tutto, procedendo a ritroso nel tempo, perché non sopporto l'idea che la mia nuova casetta virtuale non sia perfettamente in ordine! (Un osservatore esterno magari non lo noterà nemmeno, tutto questo caos... ma io sono fatta così)
Nel mio feed reader, oggi, di post dedicati a questo evento nel suo piccolo epocale ne sono capitati due: uno di Massimo Mantellini, oggi pentito di aver deriso a suo tempo Splinder, e l'altro di Akille, che del servizio è stato un utente anche se ha traslocato nel lontano 2004... quando io che, mi sono registrata ben tre anni dopo, forse neanche sapevo cosa fosse, un blog. Devo ammettere che le sue parole...
Insomma, è come se chiudesse un posto dove non vai più da anni ma in cui hai vissuto le giornate, come una vecchia sala giochi di quando eri ragazzino, o il pub dove andavi con la cumpa, o il bar dove ti trovavi prima di iniziare a fare le vasche. Farebbe un certo effetto, no?... un pochino mi hanno emozionata, ecco! :'-( [e intanto comincio a sopperire alla mancanza di emoticon...]
La chiusura di Splinder ha avuto anche un discreto impatto psicologico su molte persone. Nonostante l'ampia offerta di siti dove poter aprire un blog, la chiusura di Splinder non è stata accettata come un normale processo di trasformazione, ma come un termine dopo il quale non vi è più vita da blogger, infatti in diversi hanno deciso di non migrare dopo il 31 gennaio. Esistono anche casi di persone che hanno migrato su altre piattaforme, ma che sui nuovi blog non riescono più a scrivere nulla, probabilmente il fattore traumatizzante è stato il disgregarsi delle relazioni instaurate precedentemente in splinder che hanno indotto in loro quasi una perdita d'identità. Per questi ultimi casi forse solo il tempo, e magari una ripartenza da zero, potrà consentire loro di ritrovare un perché della propria presenza in rete.
RispondiEliminaMa bando alla tristezza, la tua nuova casetta è molto bella, ottimo lavoro!
Personalmente la dimensione "social" di Splinder non l'ho mai vissuta più di tanto; alcuni dei miei lettori più assidui non erano già più utenti della piattaforma, oppure non lo sono mai stati. Devo fare qualcosa per recuperarli... e con la tua visita sono già a buon punto! :-) Il nuovo indirizzo del tuo blog [perché non lo inserisci nel profilo di Blogger? ;-)] l'ho rintracciato qualche giorno fa, ma ho notato che non pubblichi nuovi post da un mese ormai... Pure tu hai risentito del trasloco forzato, forse?
EliminaGrazie di cuore e salutoni! :-)
E' così, il trasloco forzato mi ha destabilizzato. In verità, aggiungo, ne ho risentito ancora prima che Splinder annunciasse ufficialmente la chiusura: vi erano evidenti e numerosi segni di abbandono della piattaforma, tra i quali il più sospettoso blocco della creazione di nuovi blog, iniziato circa otto mesi fa, e attuato come estremo workaround per mancanza di risorse da dedicare al problema del blog spam.
RispondiEliminaGrazie per il consiglio! :)