Ci risiamo: il governo ha approvato "salvo intese", formula utilizzata per sottolineare che non è ancora definitivo, un decreto-legge per riprendere il progetto relativo alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. A me, come ho ripetuto più volte su questo blog, sembra una c***ata sesquipedale, nonché una delle tipiche promesse elettorali irrealizzabili... ma siccome ero convinta che neppure il reddito di cittadinanza avrebbe mai visto la luce, venendo poi smentita dai fatti, mi taccio e cedo la parola ad altri.
- L'analisi de L'Essenziale di Internazionale, secondo cui il ponte sullo stretto sarebbe un'astronave nel deserto.
- La caustica sintesi dell'attore e drammaturgo palermitano Davide Enia: «un Paese in agonia, senza lavoro, senza futuro, con i diritti sistematicamente violati, in cui ogni pioggia causa una alluvione, stracolmo di corruzione e mafie, ma la priorità è il Ponte sullo Stretto».
- Questo post LinkedIn del dottor Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, il quale ha suggerito velatamente che magari potrebbe non avere molto senso investire fantastiliardi per attraversare lo Stretto a tempo di record, quando poi ci vogliono come minimo otto ore per raggiungere Trapani da Messina in treno.
- Infine, una canzone dei catanesi Brigantini un po' vecchiotta – risale ad almeno dieci anni fa – ma ancora attuale e dal titolo piuttosto eloquente: ALLARGA LO STRETTO. La motivazione illustrata nello scanzonato brano è abbastanza terra terra: se per attraversare lo stretto non si dovrà più prendere il traghetto, non si potranno più gustare i meravigliosi arancini che vengono serviti a bordo e che da soli valgono la traversata, parola di buongustaia che a Messina non ci torna da troppo tempo. Comunque ci sono motivi ben più seri per opporsi alla realizzazione di un'opera così esageramente costosa, devastante sul fronte ecologico e che sorgerebbe in una zona ad elevatissimo rischio sismico.
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