A proposito della tragedia del sommergibile Titan, lo psichiatra Paolo Crepet è stato interpellato dal quotidiano La Stampa per rispondere alla domanda: «ma che cosa può spingere un uomo ad affrontare un’impresa tanto rischiosa come infilarsi in un piccolo siluro d’acciaio per andarsi a fare una gita attorno ai relitti del Titanic? Ma soprattutto, che cosa può spingere, come ha titolato qualche giornale, a pagare 250 mila euro per giocarsi la pelle?». Ecco cosa ha risposto.
«Premetto che sono cresciuto in un’infanzia in cui si celebrava il Capitan Nemo. E anche se potrà sembrare strano, la cosa che più mi stupisce è che la scelta di queste persone risulti incomprensibile a più. È dai tempi di Ulisse che il rischio è insito nelle grandi o anche piccole imprese umane. Chi denigra questi signori sono i Proci, le Sirenette, li chiami come vuole. Per arrivare a tempi più recenti non si capisce perché un signore come Messner o prima Walter Bonatti siano sempre stati qualificati come eroi. E questi invece dei miliardari sfaccendati che amavano rischiare la pelle e basta. Entrambi hanno sfidato la natura rispondendo al richiamo di una passione. E loro hanno, semplicemente, perso».
C’è addirittura chi ha accomunato la tragedia degli Youtuber con la Lamborghini e quella del sottomarino, entrambi divorati dal demone della sfida contro se stessi…
«Ecco invece questo è un paragone assai improprio. Nell’esplorazione del sommergibile chi ha scelto di andare a visitare i relitti del Titanic lo ha fatto certamente rischiando solo l’incolumità della propria persona. E poi animato da una passione, quella di conoscere, di risalire a una verità, di ritrovare le proprie radici. Era mosso da una spinta atavica. I ragazzi della Lamborghini, e non c’è bisogno di spiegarlo, sono persone che grazie ai social stanno gettando la loro vita nella spazzatura e che vanno puniti come ho già detto nel più severo dei modi».
Premesso che io degli YouTuber che hanno causato la morte di un bambino penso tutto il male possibile, di certo non metterei i miliardari che hanno trovato la morte a migliaia di metri di profondità sullo stesso piano di personaggi come Reinhold Messner e Walter Bonatti. Mi permetto di prendere a prestito il commento di un utente di un gruppo del quale faccio parte:
Messner e Bonatti hanno fatto quello che hanno fatto grazie ad anni di allenamento, sacrifici, abnegazione. Hanno fatto quello che hanno fatto per dimostrare, non solo se a stessi, come l'uomo può superare limiti considerati insuperabili. Ma sempre comunque con la consapevolezza di quello che stavano facendo. Quelli del Titan, invece, solo sono dei ricchi che hanno deciso di prendersi uno svago. Affidandosi ad altri, senza spendere, a parte i soldi, nemmeno una goccia di sudore. Senza prendersi nessuna responsabilità.
Concludo condividendo il breve video pubblicato sul "caso Titan" dal professor Vincenzo Schettini, titolare del canale YouTube @LaFisicaCheCiPiace dedicato alla divulgazione scientifica.
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