Torno sulla questione "ponte sullo stretto di Messina" perché il geologo, saggista, divulgatore scientifico e conduttore televisivo Mario Tozzi, uno che di queste cose ne capisce, di recente ha dedicato due post a smontare le obiezioni più ricorrenti avanzate dai sostenitori di quest'opera... insostenibile.
Nel ringraziare ogni singolo contributo alla discussione sul ponte, ho rilevato una minoritaria presenza di luoghi comuni che mi piacerebbe smontare. Così non ci si torna sopra.
Cominciamo dai primi 3, la politica.
- Chi si oppone al ponte lo fa per ideologia.
No, lo fa perché ci tiene che la situazione paesaggistica, ambientale e culturale dello stretto non sia sfregiata per sempre. Perché conosce il valore degli ecosistemi e sa che contribuiscono in maniera fondamentale al benessere dei sapiens. L'ideologia non c'entra, c'entra l'ecologia.- Chi si oppone al ponte è di sinistra.
Non è condizione necessaria né sufficiente, basta avere a cuore il futuro dei sapiens, la natura e il paesaggio. I partiti non c'entrano: la mia prima opposizione al ponte è del 1996, quando governava Prodi e quel governo voleva il ponte.- Chi si oppone al ponte si oppone al progresso e allo sviluppo.
A parte che non credo il progresso si misuri in cemento e asfalto, non è più tempo che le infrastrutture guidino lo sviluppo, lo devono assecondare, semmai. Un esempio: il nordest italiano è un grande motore economico, pure se non è così infrastrutturato. Invece la zona di Corigliano Calabro, pur avendo goduto di un nuovo grande porto, non si è sviluppata così tanto: l'infrastruttura non ha portato alcuna differenza.- Ma i ponti altrove li fanno.
Sì, ma solo dove servono, non risulta sia in costruzione un ponte sullo stretto di Gibilterra [andrebbe precisato che la sua larghezza minima è di 14 km, contro i 3,14 km dello stretto di Messina, NdC] per unire Africa e Europa e nemmeno uno sulle Bocche di Bonifacio [distanza minima 11 km, NdC].- E allora il Golden Gate?
Cosa abbia a che vedere lo sconfinato spazio nordamericano con quello dello stretto non si comprende. Peraltro il Golden Gate perde qualche milione di dollari all'anno, nonostante il pedaggio. Quando è stato costruito, poi, il risanamento antisismico della baia di Oakland era già avanzato e il resto delle infrastrutture sostanzialmente in ordine. Prima la sicurezza.- E allora il ponte giapponese in area sismica?
Costruito dopo 30 anni dal progetto, il ponte di Akashi [il ponte a campata unica più lungo del mondo, con una campata principale lunga 1991 metri e una lunghezza complessiva di 3911 metri, NdC] fu risistemato dopo il terremoto del 1995, che non era stato previsto di quella M. Il pilone meridionale si spostò di 120 cm. La ferrovia, inizialmente prevista, non fu mai realizzata. Non proprio un ottimo paragone.- il ponte serve ai pendolari.
No, dei circa 5000 pendolari, oggi l'80% non prende l'auto e ci mette 25'. Domani ci metterebbe un'ora per prendere l'auto, uscire da Rc o Me, pagare pedaggio, attraversare, rientrare in Me o Rc, parcheggiare.- il ponte serve alle merci.
No, una cassetta d'arance da Palermo a Genova conviene spedirla con la nave, considerando che 1 hp marino sposta 4000 kg di merce e uno su gomma 150.- serve ai turisti:
Solo un insano di mente può andare in auto da Francoforte a Catania. E se vuole può imbarcare l'auto a Genova o a Napoli, si riposa e inquina meno.- Sarà un'attrazione turistica:
se qualcuno viene in Sicilia per il ponte e non per Piazza Armerina, Palermo, Catania, Etna, Alcantara, Nebrodi, Segesta, Selinunte, Taormina, Eolie, Egadi va ricoverato d'urgenza in tso.- Chi si oppone al ponte è razzista perché al sud non si fa mai niente.
Io mi oppongo a tutte le opere inutili, comprese bretelle, pedemontane e altre amenità, dovunque siano.- Basta con i no.
Lo dico anche io, basta con quelli sbagliati: lo scolmatore del Bisagno a Genova bisogna realizzarlo subito, così come gli impianti di trattamento biologico dei rifiuti. Che c'entra col ponte non si capisce.- gli italiani sono grandi costruttori di ponti.
Vero, però negli ultimi 10 anni ne sono crollati una dozzina.- i romani costruivano ponti, gli egiziani le piramidi, i francesi la tour Eiffel.
Ne prendiamo atto, ma erano altri tempi e le considerazioni ambientali di là da venire. Oggi l'Italia divora 2 mq/sec di territorio, una cifra spaventosa. Ci sarà un limite alla nostra espansione, o pensiamo di poter vivere senza ambienti naturali?- Il Ponte non danneggia ambiente e paesaggio.
Vediamo.
Circa 500.000 m3 di cemento, 8 mln di m3 di roccia da allocare, con l'apertura di cave e discariche per rifiuti speciali, 166.000 tonnellate di acciaio e cemento.
Stravolgimento dell'orografia, prosciugamento delle falde e dei laghi di Ganzirri, il tutto peggiorato dalla siccità attuale.
Il tutto in zone di protezione speciale e siti di importanza comunitaria che saranno sviliti e stravolti.
In cambio, a 1/10 della spesa risistemiamo imbarchi e adottiamo traghetti sostenibili.
Ripristiniamo lo stato migliore dello stretto, non soffochiamolo con acciaio e cemento per sempre.
Seguiamo la Costituzione, articolo 41 integrato: (...)
L'iniziativa economica privata e' libera. Non puo' svolgersi in contrasto con l'utilita' sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla liberta', alla dignita' umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
Peccato per il punto 4, dove Tozzi fa esempi che non stanno in piedi; gli altri punti mi sembrano inattaccabili .
Concludo condividendo un meme che mette insieme due temi molto attuali, quello appunto del ponte sullo Stretto e l'intelligenza artificiale, e che mi ha fatto sorridere.
UPDATE del giorno dopo: il post è in continuo aggiornamento, visto che dopo i primi 6 punti Tozzi ha continuato a pubblicarne altri.
Nessun commento:
Posta un commento