Il disastro di Genova mi ha offerto lo spunto per interrogarmi come non mai circa la veridicità dei contenuti che trovo condivisi sul Web.
Ieri sui social è circolata parecchio la foto qui sotto, scattata durante i funerali di Stato delle vittime di Genova (una cerimonia che una buona metà delle famiglie ha rifiutato... e non sai quanto li capisco). La foto mostra una tizia che si fa un selfie insieme a
Matteo Salvini.
Premetto che la foto
è autentica, anche se in tanti si sono affrettati a sostenere che si trattasse di un fotomontaggio, perfino con dovizia di argomentazioni (farlocche), evidentemente perché temevano che potesse mettere in cattiva luce il loro leader di riferimento. Al contrario, molti altri hanno criticato Salvini per essersi prestato all'indecorosa foto ricordo mettendosi addirittura in posa.
La verità è che il tutto si è svolto in modo così rapido che difficilmente il vicepremier avrebbe potuto tirarsi indietro senza risultare scortese... anche se in effetti ci voleva poco a replicare «Mi scusi, ma non mi pare proprio il caso». Trovo che il segretario leghista andrebbe criticato assai di più per sortite tipo
questa.
L'insegnamento che ho ricavato da questo episodio è il seguente: la maggior parte di noi ha una tendenza più o meno marcata ad interpretare gli argomenti di discussione in un modo che asseconda le proprie opinioni (nel mio caso, assolutamente sfavorevoli al governo in carica). Ad esempio l'altro giorno ho visto su Facebook l'immagine qui sotto, che denunciava un clamoroso conflitto di interessi sul blog di Beppe Grillo: ma come, nel momento stesso in cui criticate Benetton per la gestione delle autostrade, gli fate pubblicità?! Anche per voi
pecunia non olet, è chiaro!
Soltanto dopo qualcuno mi ha fatto notare che probabilmente si trattava di un fake. Come se ci fosse bisogno di inventarseli, gli argomenti per perculare i pentastellati: non ce ne sono già a sufficienza di autentici? ;-)
Tre giorni fa ho letto un testo in apparenza scritto dal padre di
Marta Danisi, una delle vittime del crollo del ponte. Per quanto mi sembrasse qualcosa di irreale – quale padre, all'indomani della sconvolgente scomparsa di una figlia nel fiore degli anni, avrebbe la freddezza di elaborare un post così lungo e ben scritto? – l'avevo trovato sinceramente toccante, per cui volevo condividerlo. Il tempo di decidere di farlo, e quel post era già stato eliminato. Poi
ho scoperto non soltanto che era tutto finto – la prima versione di quel testo risale all'epoca della strage del Bataclan – ma che addirittura il padre di Marta è morto da tempo.
In conclusione volevo accennare al fatto che il presidente del PD
Matteo Orfini ha promosso un'iniziativa per ripulire Facebook dalle fake news, invitando chi volesse contribuire ad inviare le relative segnalazioni. Di per sé non sarebbe mica una cattiva idea... ma nel momento in cui se ne fa carico un partito politico, a me pare che la cosa abbia un (nemmeno tanto) vago sentore orwelliano, ecco.