Da un paio di giorni sembra che non si parli d'altro che di papa Francesco, che ha clamorosamente "scaricato" Ignazio Marino smentendo in modo inequivocabile di averlo invitato all'incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia. Ciò ha innescato tutta una serie di critiche, alcune spiritose – "imbucato", "stalker" e chi più ne ha più ne metta – altre più severe, nei confronti del sindaco di Roma. In realtà, come osservato da Valigia Blu, quest'ultimo non ha mai detto di essere stato invitato dal Papa, bensì dal sindaco di Philadelphia... e quand'è così, che senso ha stare a parlarne?! Come osservato da Massimo Gramellini, dispiace per Bergoglio, che forse avrebbe dovuto subodorare un secondo fine nella domanda così come gli era stata posta e magari evitare di rispondere con tanta enfasi...
Un altro tema parecchio discusso nei giorni scorsi è la notizia che la spending review del ministero della Salute prevedrebbe un drastico taglio delle prescrizioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale: gli accertamenti ritenuti "inutili", ovvero privi di un'adeguata giustificazione, dovremo pagarceli di tasca nostra. Facile indignarsi... ma Salvo Di Grazia aka MedBunker, che essendo medico magari ne capisce un pochino di più rispetto a chi non è addetto ai lavori, non solo invita a non allarmarsi, ma giudica positivamente il decreto e ritiene che in sostanza per il cittadino non cambierà nulla. Il vero problema per alcuni degli esami "a rischio", penso in particolare a TAC e risonanze, non è tanto il costo per il paziente, o meglio non è solo quello, ma sono i tempi d'attesa biblici che «nel frattempo uno fa in tempo anche a mori', signora mia!»: ecco perché le risorse disponibili vanno ottimizzate. Purtroppo so per esperienza personale quanto i medici, perlomeno alcuni di loro, siano restii a barrare U o quantomeno B alla voce "priorità della prestazione" sull'impegnativa, anche quando forse sarebbe il caso. Nel gruppo Civitanova Speakers' Corner c'è un'interessante discussione al riguardo...
mercoledì 30 settembre 2015
martedì 29 settembre 2015
Gattyny forever
I gattyny su internet sono una fonte inesauribile di spunti aaaaawww... e quindi, a neanche due mesi da questo post, mi è scappata un'altra raccolta ancora più ricca che farà la giuoja dei gattofili! :-)
Toh, l'invasione di immagini di felini in ogni dove gode dell'approvazione nientepopodimenoché di Sir Ian McKellen...
«Il mondo ha bisogno di più foto di gattini», parola di Gandalf il Grigio. Per quanto il Movimento Cinghiali Rivoluzionari non sia dello stesso avviso... (via YouAnimal.it)
I gatti sono creature superiori...
«Nell'antico Egitto, i gatti venivano considerati dèi... Questo i gatti non l'hanno dimenticato» (via Spirit Science).
La differenza tra cani e gatti (via 9GAG)...
«Cane: Mi danno da mangiare, si prendono cura di me, devono essere degli dèi.
Gatto: Mi danno da mangiare, si prendono cura di me, io sono un dio».
I gatti sono decisamente più incontentabili dei cani... (via Grammarly)
È fin troppo facile "catturare" un micio... ;-) (via Humanity's Team)
Questa galleria di foto dimostra che i gatti seguono una logica tutta loro. Quello qui sotto aveva tutta l'aria di non saper scegliere tra le due comode cucce...
... e cosa ci posso fare io se la casetta del mio amico/nemico cane è tanto più spaziosa? Fido non può far altro che cedere, il che dimostra una grande verità... ;-) (via Caffeina)
Ma se il gatto ha la meglio sul cane, può capitare che a sua volta debba rassegnarsi a fare da cavia per gli esperimenti della sua padroncina con i ferri da maglia... :-) (via Dafuq Funnies)
«Va bene, mi sbagliavo sul fatto che dovessi trovarti un hobby. Bisogna che ti troviamo un nuovo fidanzato».
Del resto i fatidici "-anta" rappresentano una tappa cruciale per una donna single... (via Radio Bruno)
Ma guarda come sono carini questi mici alle prese con una chiocciola! <3
Rifare il letto può diventare una vera impresa, se i gatti decidono di metterti i bastoni tra le ruote...
In fin dei conti questi qua sempre felini sono, anche se un po' cresciutelli...
Per finire, a luglio Wired ha dedicato un articolo al sito più esclusivo del mondo, così definito perché lascia entrare solo una persona per volta. A me è mancata la pazienza di aspettare per vedere che cosa contenesse, ma per fortuna a soddisfare la mia curiosità è arrivato il video qua sotto... [SPOILER: c'entrano i gattini, ovviamente]
Toh, l'invasione di immagini di felini in ogni dove gode dell'approvazione nientepopodimenoché di Sir Ian McKellen...
«Il mondo ha bisogno di più foto di gattini», parola di Gandalf il Grigio. Per quanto il Movimento Cinghiali Rivoluzionari non sia dello stesso avviso... (via YouAnimal.it)
I gatti sono creature superiori...
«Nell'antico Egitto, i gatti venivano considerati dèi... Questo i gatti non l'hanno dimenticato» (via Spirit Science).
La differenza tra cani e gatti (via 9GAG)...
«Cane: Mi danno da mangiare, si prendono cura di me, devono essere degli dèi.
Gatto: Mi danno da mangiare, si prendono cura di me, io sono un dio».
I gatti sono decisamente più incontentabili dei cani... (via Grammarly)
È fin troppo facile "catturare" un micio... ;-) (via Humanity's Team)
Questa galleria di foto dimostra che i gatti seguono una logica tutta loro. Quello qui sotto aveva tutta l'aria di non saper scegliere tra le due comode cucce...
... e cosa ci posso fare io se la casetta del mio amico/nemico cane è tanto più spaziosa? Fido non può far altro che cedere, il che dimostra una grande verità... ;-) (via Caffeina)
Ma se il gatto ha la meglio sul cane, può capitare che a sua volta debba rassegnarsi a fare da cavia per gli esperimenti della sua padroncina con i ferri da maglia... :-) (via Dafuq Funnies)
«Va bene, mi sbagliavo sul fatto che dovessi trovarti un hobby. Bisogna che ti troviamo un nuovo fidanzato».
Del resto i fatidici "-anta" rappresentano una tappa cruciale per una donna single... (via Radio Bruno)
Ma guarda come sono carini questi mici alle prese con una chiocciola! <3
Per finire, a luglio Wired ha dedicato un articolo al sito più esclusivo del mondo, così definito perché lascia entrare solo una persona per volta. A me è mancata la pazienza di aspettare per vedere che cosa contenesse, ma per fortuna a soddisfare la mia curiosità è arrivato il video qua sotto... [SPOILER: c'entrano i gattini, ovviamente]
lunedì 28 settembre 2015
Un Paese tutto da vedere
Negli ultimi giorni mi è capitato di guardare su Vimeo dei magnifici filmati che mostrano le meraviglie di Milano...
... e di Firenze...
... al che mi è venuta l'idea di completare idealmente il percorso dell'Autostrada del Sole, inserendo una tappa intermedia a Bologna...
... proseguendo verso sud per un'irrinunciabile capatina a Roma (video già condiviso sul mio Tumblr)...
... ed arrivando fino a Napoli.
Dando per assodato che mettersi in viaggio per vedere i posti con i propri occhi è tutta un'altra cosa, faccio i miei più sentiti complimenti a chi riesce a distillare in brevi filmati un po' di quell'incomparabile bellezza che il nostro Belpaese racchiude! :-)
... e di Firenze...
... al che mi è venuta l'idea di completare idealmente il percorso dell'Autostrada del Sole, inserendo una tappa intermedia a Bologna...
... proseguendo verso sud per un'irrinunciabile capatina a Roma (video già condiviso sul mio Tumblr)...
... ed arrivando fino a Napoli.
Dando per assodato che mettersi in viaggio per vedere i posti con i propri occhi è tutta un'altra cosa, faccio i miei più sentiti complimenti a chi riesce a distillare in brevi filmati un po' di quell'incomparabile bellezza che il nostro Belpaese racchiude! :-)
domenica 27 settembre 2015
E 'a luna rossa me parla 'e te...
Citando dall'infografica qui accanto (clicca per ingrandire), tratta da Olimpiadi Italiane di Astronomia, è in programma per questa notte – programmata da Madre Natura, s'intende ;-) – la prima eclissi lunare totale in Europa negli ultimi 7 anni e mezzo. La fase di totalità durerà circa 72 minuti, dalle ore 4:11 alle 5:23, e durante questo periodo la Luna sarà completamente avvolta dall'ombra della Terra e apparirà di colore rosso ruggine, per effetto del filtro dell'atmosfera terrestre. Osservare il fenomeno per intero richiederà almeno cinque ore, dalle 2:10 (entrata in penombra) alle 7:24 (uscita dalla penombra). A rendere l'evento ancora più degno di nota, c'è il fatto che si tratterà di un'eclissi di superluna, con la Luna che apparirà il 14% più grande del normale: «L'oscuramento del nostro satellite da parte del cono d'ombra terrestre avverrà praticamente in contemporanea con il perigeo lunare, il momento in cui cioè la Luna è più vicina al nostro pianeta nel suo girare intorno alla Terra» (cit.).
Io a malincuore non potrò godermi lo spettacolo, perché tanto è previsto cielo coperto... il che, bisogna ammetterlo, è un'ottima scusa per evitare di andare al lavoro vigile come uno zombie a causa della levataccia, cosa che non mi posso permettere, men che meno in questo periodo. :-/ Peccato però, perché le eclissi di superluna non capitano mica tanto spesso, ma affinché si verifichino bisogna che si allineino il mese sinodico, quello anomalistico e quello draconico: l'ultima c'era stata nel 1982, e la prossima non ci sarà che nel 2033... e speriamo che Madre Natura ci faccia la cortesia di programmarla nel fine settimana, regalandoci pure condizioni meteo favorevoli! :-)
A proposito di spettacoli per cui vale la pena di puntare la sveglia ad ore antelucane – il che, come osservato ne La filosofia dei Minions, dovrebbe essere illegale ;-) – c'è sempre l'alba, coi suoi splendidi colori che sembrano provenire dalla tavolozza di un pittore impressionista. L'altro giorno sulla Repubblica.it è stata pubblicata una photogallery a tema con immagini scattate in tutto il mondo, e io ne ho selezionate alcune...
[La foto della luna rossa è tratta da Corriere.it, mentre per la "colonna sonora" di questo post si ringraziano Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana! :-)]
Io a malincuore non potrò godermi lo spettacolo, perché tanto è previsto cielo coperto... il che, bisogna ammetterlo, è un'ottima scusa per evitare di andare al lavoro vigile come uno zombie a causa della levataccia, cosa che non mi posso permettere, men che meno in questo periodo. :-/ Peccato però, perché le eclissi di superluna non capitano mica tanto spesso, ma affinché si verifichino bisogna che si allineino il mese sinodico, quello anomalistico e quello draconico: l'ultima c'era stata nel 1982, e la prossima non ci sarà che nel 2033... e speriamo che Madre Natura ci faccia la cortesia di programmarla nel fine settimana, regalandoci pure condizioni meteo favorevoli! :-)
A proposito di spettacoli per cui vale la pena di puntare la sveglia ad ore antelucane – il che, come osservato ne La filosofia dei Minions, dovrebbe essere illegale ;-) – c'è sempre l'alba, coi suoi splendidi colori che sembrano provenire dalla tavolozza di un pittore impressionista. L'altro giorno sulla Repubblica.it è stata pubblicata una photogallery a tema con immagini scattate in tutto il mondo, e io ne ho selezionate alcune...
Angkor Wat, tempio khmer all'interno del sito archeologico di Angkor, in Cambogia.
Il Parco Naturale della Laguna di Gómez, a Junín, in Argentina.
Bygdøy, penisola norvegese su cui si estende la parte occidentale della città di Oslo.
Ko Samui, la seconda isola più grande della Thailandia dopo Phuket.
Il tessellated pavement (in italiano, pavimentazione tassellata) è una rara conformazione erosiva della roccia (fratturata in blocchi rettangolari che somigliano a mattonelle) che si trova su alcune rive oceaniche. Un esempio caratteristico di questa conformazione è nell'Eaglehawk Neck nella Penisola di Tasman in Tasmania.
[La foto della luna rossa è tratta da Corriere.it, mentre per la "colonna sonora" di questo post si ringraziano Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana! :-)]
sabato 26 settembre 2015
It's a kind of magic...
È in corso di svolgimento da ieri a Cesena e si concluderà domani il tredicesimo Convegno Nazionale del CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, che quest'anno festeggia i suoi primi 25 anni di attività. Non potendo essere lì ad assistere di persona agli interventi di personaggi del calibro di Piero Angela, Silvio Garattini, Mario Tozzi e Paolo Attivissimo – al quale comunque ho avuto il piacere di stringere la mano nel corso dell'ultima Festa della Rete :-) – ho scaricato e installato Periscope per poter seguire tramite smartphone le brevi dirette live trasmesse dal segretario del CICAP Massimo Polidoro, anch'egli tra i relatori. A proposito, ho avuto anche il piacere di vedere il tweet in cui comunicavo la mia entrata nel vorticoso mondo di Periscope aggiunto ai preferiti da @cicap e da @massimopolidoro e pure retwittato da quest'ultimo. :-)
Qualche giorno prima del convegno Massimo aveva preannunciato che oltre alla scienza, alla storia, alla medicina, alla psicologia, alla comunicazione della scienza e persino ai gialli, nel programma dell'evento non sarebbe mancata anche tanta magia: «La magia seria, però, quella “vera”, non certo quella dei ciarlatani: un incontro speciale con Silvan, un Galà magico condotto da Raul Cremona, un intervento in video di James Randi, un Workshop con alcuni dei più bravi prestigiatori italiani e per tutto il convegno si potrà visitare l’incredibile Illusionarium di Carlo Faggi!». La parola "magia" mi ha fatto tornare in mente un cartone animato abbastanza inquietante, segnalato da Selvaggia Lucarelli, che dà l'idea di come i testimoni di Geova educhino i loro bambini: per loro la magia è una cosa cattiva, in sintesi. E io penso a come sarebbe stata triste la mia infanzia, se non avessi creduto anche solo per gioco che i maghi – e le streghe ;-) – esistessero davvero. Come disse lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton, «Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi».
[Per la "colonna sonora" di questo post si ringrazia la buonanima di Freddie Mercury, titolare della voce maschile più straordinaria della musica leggera di tutti i tempi]
Qualche giorno prima del convegno Massimo aveva preannunciato che oltre alla scienza, alla storia, alla medicina, alla psicologia, alla comunicazione della scienza e persino ai gialli, nel programma dell'evento non sarebbe mancata anche tanta magia: «La magia seria, però, quella “vera”, non certo quella dei ciarlatani: un incontro speciale con Silvan, un Galà magico condotto da Raul Cremona, un intervento in video di James Randi, un Workshop con alcuni dei più bravi prestigiatori italiani e per tutto il convegno si potrà visitare l’incredibile Illusionarium di Carlo Faggi!». La parola "magia" mi ha fatto tornare in mente un cartone animato abbastanza inquietante, segnalato da Selvaggia Lucarelli, che dà l'idea di come i testimoni di Geova educhino i loro bambini: per loro la magia è una cosa cattiva, in sintesi. E io penso a come sarebbe stata triste la mia infanzia, se non avessi creduto anche solo per gioco che i maghi – e le streghe ;-) – esistessero davvero. Come disse lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton, «Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi».
[Per la "colonna sonora" di questo post si ringrazia la buonanima di Freddie Mercury, titolare della voce maschile più straordinaria della musica leggera di tutti i tempi]
venerdì 25 settembre 2015
Alla ricerca del gatto nero
L'immagine qui accanto (clicca per ingrandire), tratta da ScienceDump, aiuta a intuire il senso di alcune branche del pensiero umano, per mezzo della semplice analogia del gatto nero!
La filosofia è come essere in una stanza buia e cercare un gatto nero.
La metafisica è come essere in una stanza buia e cercare un gatto nero che non c'è.
La teologia è come essere in una stanza buia e cercare un gatto nero che non c'è e gridare «L'ho trovato!».
La scienza è come essere in una stanza buia e cercare un gatto nero usando una torcia elettrica.Beh, il fatto che io abbia uno spiccato senso pratico – almeno in teoria ;-) – spiega la mia predilezione per la scienza... :-)
giovedì 24 settembre 2015
Indovina indovinello...
Per il post di oggi, che ho inserito nella categoria enigmi anche se non si tratta proprio di rompicapi del tipo consueto, prendo spunto dal post 12 Mind-Bending Riddles You Don't Have A Chance At Solving – 12 indovinelli difficilissimi che non hai la possibilità di risolvere... mica vero, non lasciarti scoraggiare dal titolo! ;-) – pubblicato su Higher Perspective. Di quei dodici ne ho scelti ben sette; cinque li ho tradotti in italiano...
- Che cosa capita una volta in un minuto, due volte in un secondo, ma mai in mille anni?
- Quale parola nel dizionario è scritta erroneamente?
- Io sono sempre lì, a una certa distanza, da qualche parte fra la terra o il mare e il cielo me ne sto, ti puoi muovere verso di me, ma io resterò distante.
- Posso vivere solo dove c'è luce, ma muoio se la luce mi investe. Cosa sono?
- Ogni sera mi viene detto che cosa fare, e ogni mattina faccio quel che mi è stato detto. Ma io continuo a beccarmi rimproveri.
[Il terzo e il quinto hanno perduto la rima che c'era in originale, peccato... Per fortuna son riuscita a tradurre il primo, che inizialmente temevo fosse intraducibile]... mentre altri due, per quanto intriganti, non credo possano funzionare se non in inglese.
- What gets wet when drying?
- I have keys but no locks. I have space but no room. You can enter, but can't go outside. What am I?
mercoledì 23 settembre 2015
Brand sempre al passo coi tempi
Alla Festa della Rete, il Macchianera Italian Award come miglior brand online è andato ad Amazon, che indubbiamente nel campo dell'e-commerce non ha rivali... ma io avrei premiato volentieri la birra Ceres per il sapiente utilizzo che fa dei social network: arguto, intelligente e sempre attento all'attualità. Ad esempio, due giorni fa è andato in scena il seguente scambio di tweet fra CeresOfficial e Maurizio Gasparri, uno che nei confronti del social cinguettante ha sempre avuto un approccio un tantinello discutibile...
... mentre ieri, sull'onda dello scandalo Volkswagen, è stata twittata l'immagine qui sotto.
A proposito di real time marketing – o almeno, ho sentito che si dice così... ;-) – ieri National Geographic Channel ha preso spunto dalla chiacchieratissima gaffe della neo-eletta Miss Italia Alice Sabatini – «Mi sarebbe piaciuto vivere nel 1942 per vedere realmente la Seconda Guerra Mondiale. Però tanto so' donna, quindi il militare non l'avrei fatto» – per lanciare la trasmissione La verità sulla Seconda Guerra Mondiale pubblicando sulla sua pagina Facebook il post «Dall'8 ottobre esaudiremo i desideri di Miss Italia» accompagnata dall'immagine seguente.
Non saprei dire se sia un bene o un male... fatto sta che, in seguito alle polemiche, il post in questione è stato rimosso.
Quanto alla miss, è pure recidiva: a Valerio Staffelli di Striscia la Notizia, il quale consegnandole il ben poco ambito Tapiro d'Oro le ha chiesto il nome di un personaggio della storia italiana che ammira particolarmente, lei – da giocatrice di basket qual è – ha risposto Michael Jordan. Il quale, anche ammettendo che sia già entrato da vivo nella storia, perlomeno in quella dello sport, di sicuro non è italiano...
E se Alice fosse stata vittima di un gigantesco misunderstanding, o per meglio dire un...?
(Brillante gioco di parole tratto da Shilipoti)
Restando in argomento – dopodiché chiudo – ieri ho twittato «Se #MissItalia 2014 era passata pressoché inosservata, quella appena eletta la conoscono tutti. Ma se fossi in lei preferirei l'oblio...». Eh già, prima ancora di essere incoronata, lei era già lo zimbello dei social, porella... ma io trovo che per mettere la parola fine alla questione possa bastare l'immagine qua sotto, pubblicata da Siamo la Gente, il Potere ci temono. :-)
... mentre ieri, sull'onda dello scandalo Volkswagen, è stata twittata l'immagine qui sotto.
A proposito di real time marketing – o almeno, ho sentito che si dice così... ;-) – ieri National Geographic Channel ha preso spunto dalla chiacchieratissima gaffe della neo-eletta Miss Italia Alice Sabatini – «Mi sarebbe piaciuto vivere nel 1942 per vedere realmente la Seconda Guerra Mondiale. Però tanto so' donna, quindi il militare non l'avrei fatto» – per lanciare la trasmissione La verità sulla Seconda Guerra Mondiale pubblicando sulla sua pagina Facebook il post «Dall'8 ottobre esaudiremo i desideri di Miss Italia» accompagnata dall'immagine seguente.
Non saprei dire se sia un bene o un male... fatto sta che, in seguito alle polemiche, il post in questione è stato rimosso.
Quanto alla miss, è pure recidiva: a Valerio Staffelli di Striscia la Notizia, il quale consegnandole il ben poco ambito Tapiro d'Oro le ha chiesto il nome di un personaggio della storia italiana che ammira particolarmente, lei – da giocatrice di basket qual è – ha risposto Michael Jordan. Il quale, anche ammettendo che sia già entrato da vivo nella storia, perlomeno in quella dello sport, di sicuro non è italiano...
E se Alice fosse stata vittima di un gigantesco misunderstanding, o per meglio dire un...?
(Brillante gioco di parole tratto da Shilipoti)
Restando in argomento – dopodiché chiudo – ieri ho twittato «Se #MissItalia 2014 era passata pressoché inosservata, quella appena eletta la conoscono tutti. Ma se fossi in lei preferirei l'oblio...». Eh già, prima ancora di essere incoronata, lei era già lo zimbello dei social, porella... ma io trovo che per mettere la parola fine alla questione possa bastare l'immagine qua sotto, pubblicata da Siamo la Gente, il Potere ci temono. :-)
Benvenuto autunno, ti stavo aspettando!
Dopo un'estate insopportabilmente afosa, con un mese di settembre caratterizzato da un caldo record proprio qui a Pescara, cade oggi – e non il 21 settembre, come generalmente si crede – l'equinozio d'autunno, che segna l'inizio della mia stagione preferita, a pari merito con la primavera: a differenza della signorina in basso a sinistra nel collage qui accanto, per fortuna la sottoscritta non soffre di allergie ai pollini! :-) L'unica cosa che non amo dell'autunno è l'inesorabile accorciarsi delle giornate...
Per festeggiare l'arrivo della stagione, ho selezionato alcuni scatti dalla photogallery di Repubblica.it dedicata allo splendore dei colori autunnali in varie parti d'Europa.
Per festeggiare l'arrivo della stagione, ho selezionato alcuni scatti dalla photogallery di Repubblica.it dedicata allo splendore dei colori autunnali in varie parti d'Europa.
Perthshire, Scozia
Ukanc, Slovenia
Aragona, Spagna
Ardino, Bulgaria
martedì 22 settembre 2015
Quante emozioni, al cinema!
«Vi capita mai di guardare qualcuno e chiedervi che cosa gli passa per la testa?» [Avoja!, NdC]. Comincia così il film che sono andata a vedere oggi pomeriggio al cinema, Inside Out (qui il trailer)... e beh, c'è ben poco che io possa aggiungere alle innumerevoli recensioni pressoché unanimi nel definirlo un gran bel film per bambini... di tutte le età! :-) A mio modesto avviso è il miglior film della Pixar, e non era mica facile spuntarla su "rivali" del calibro di WALL•E e Up.
Protagonista del film è l'undicenne Riley, ma soprattutto le cinque emozioni personificate che albergano nella sua mente e che la aiuteranno ciascuna a modo proprio ad affrontare il trauma del trasloco della sua famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura. A pensarci bene anch'io, quando avevo un anno meno di Riley, vissi un'esperienza in qualche modo analoga: in effetti si trattò di andare ad abitare ad appena un paio di chilometri di distanza, ma dovetti cambiare scuola e non riuscii mai a integrarmi davvero nella nuova classe... :-/
Le emozioni umane si possono suddividere in un numero di categorie ben superiore a cinque – pensiamo alla ruota di Plutchik – ma gli sceneggiatori di Inside Out hanno ritenuto non a torto che sul grande schermo potesse funzionare meglio una classificazione semplificata, messa a punto consultando esperti del settore. Ho trovato particolarmente affascinante il modo in cui è stato spiegato il funzionamento della memoria e il pensiero astratto, interessanti le isole della personalità, toccante la vicenda dell'amico immaginario di Riley; benché non mi mancasse la fantasia, io non ne ho mai avuto uno... che infanzia pessima! :-/
È valsa la pena di rimanere in sala fino alla fine dei titoli di coda per leggere la seguente dicitura: «Questo film è dedicato ai nostri bambini. Per favore non crescete. Mai». E invece purtroppo si cresce – figurati quanto è stata dura per me, che la smania di diventar grande non ce l'ho mai avuta – e si fanno i conti con situazioni e dolori che richiedono la forza di un adulto... ma l'importante è tenere sempre vivo il proprio lato infantile (che non vuol dire rimanere immaturi a vita, eh!). E, come osservato da Massimo Gramellini, è fondamentale dare ascolto anche alla tristezza per andare avanti...
Guardando Inside Out si ride – il record di risate in sala si è registrato al momento in cui [INNOCUO SPOILERUCCIO] Gioia e Tristezza rientrano al Quartier Generale – e ci si commuove... ma, sarà che sono una romanticona, io avevo gli occhi pieni di lacrime già alla fine del cortometraggio che precede il film, intitolato Lava. Adoro il motivo musicale, dall'arrangiamento che mi ricorda tanto la cover di Somewhere Over The Rainbow interpretata da Israel Kamakawiwo'ole, e che nella versione italiana è cantato da Giovanni Caccamo e Malika Ayane. Il ritornello mi è entrato subito in testa, e lo dedico al mio amore, con il quale sarebbe stato tanto bello vedere il film insieme... <3
Protagonista del film è l'undicenne Riley, ma soprattutto le cinque emozioni personificate che albergano nella sua mente e che la aiuteranno ciascuna a modo proprio ad affrontare il trauma del trasloco della sua famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura. A pensarci bene anch'io, quando avevo un anno meno di Riley, vissi un'esperienza in qualche modo analoga: in effetti si trattò di andare ad abitare ad appena un paio di chilometri di distanza, ma dovetti cambiare scuola e non riuscii mai a integrarmi davvero nella nuova classe... :-/
Le emozioni umane si possono suddividere in un numero di categorie ben superiore a cinque – pensiamo alla ruota di Plutchik – ma gli sceneggiatori di Inside Out hanno ritenuto non a torto che sul grande schermo potesse funzionare meglio una classificazione semplificata, messa a punto consultando esperti del settore. Ho trovato particolarmente affascinante il modo in cui è stato spiegato il funzionamento della memoria e il pensiero astratto, interessanti le isole della personalità, toccante la vicenda dell'amico immaginario di Riley; benché non mi mancasse la fantasia, io non ne ho mai avuto uno... che infanzia pessima! :-/
È valsa la pena di rimanere in sala fino alla fine dei titoli di coda per leggere la seguente dicitura: «Questo film è dedicato ai nostri bambini. Per favore non crescete. Mai». E invece purtroppo si cresce – figurati quanto è stata dura per me, che la smania di diventar grande non ce l'ho mai avuta – e si fanno i conti con situazioni e dolori che richiedono la forza di un adulto... ma l'importante è tenere sempre vivo il proprio lato infantile (che non vuol dire rimanere immaturi a vita, eh!). E, come osservato da Massimo Gramellini, è fondamentale dare ascolto anche alla tristezza per andare avanti...
Guardando Inside Out si ride – il record di risate in sala si è registrato al momento in cui [INNOCUO SPOILERUCCIO] Gioia e Tristezza rientrano al Quartier Generale – e ci si commuove... ma, sarà che sono una romanticona, io avevo gli occhi pieni di lacrime già alla fine del cortometraggio che precede il film, intitolato Lava. Adoro il motivo musicale, dall'arrangiamento che mi ricorda tanto la cover di Somewhere Over The Rainbow interpretata da Israel Kamakawiwo'ole, e che nella versione italiana è cantato da Giovanni Caccamo e Malika Ayane. Il ritornello mi è entrato subito in testa, e lo dedico al mio amore, con il quale sarebbe stato tanto bello vedere il film insieme... <3
La cosa che io sogno di piùIn originale:
è che qui con me ci sia anche tu
Io chiedo un amore che il cuore mi avvolga
e come lava lo sciolga
I have a dream I hope will come trueVabbè, in italiano va a a farsi benedire il gioco di parole tra lava e love, amore... ;-)
(Ho un sogno che spero si avvererà)
that you're here with me and I'm here with you
(che tu sia qui con me e io sia qui con te)
I wish that the earth, sea, and the sky up above
(Desidero che la terra, il mare e il cielo sopra di me)
will send me someone to LAVA
(mi mandino qualcuno da amare)
I have a dream I hope will come true
(Ho un sogno che spero si avvererà)
that you'll grow old with me and I'll grow old with you
(che tu invecchierai con me e io invecchierò con te)
We thank the earth, sea, and the sky we thank too
(Noi ringraziamo la terra, il mare, pure il cielo ringraziamo)
I LAVA you!
(Io ti amo!)
lunedì 21 settembre 2015
Chi ha paura di un paio di tette?
Esattamente tre anni fa – grazie a Timehop che oggi me l'ha ricordato :-) – pubblicavo sul mio Tumblr la vignetta qui sotto, tratta da Moms & Dads...
Evidentemente qualcuno ne è rimasto scandalizzato, il che a me pare pazzesco. Comunque è (tristemente) noto che il social fondato da Mark Zuckerberg ha delle politiche piuttosto intransigenti riguardo al nudo – non sia mai che si intraveda un capezzolo! ;-) – mentre è assai più tollerante, ad esempio, nei confronti delle foto che documentano violenze sugli animali e delle pagine che inneggiano all'odio e alla discriminazione razziale e sessuale o propagandano una fin troppo diffusa nostalgia per il fascismo...
«Sta allattando? Questo è un centro commerciale! Non possiamo permettere alle donne di mostrare sfacciatamente i loro seni!». Tutto questo davanti a un negozio di Victoria's Secret...... e quale migliore occasione per tornare sull'argomento, condividendo un'immagine nella quale mi sono imbattuta l'altro giorno nella pagina di David Wolfe?
«Usa il seno per vendere di tutto, dagli hamburger alle auto, e nessuno batte ciglio. Usa il seno per nutrire un bambino come vuole la natura, e tutti perdono la testa».A proposito di allattamento, pare che la foto qui sotto, scattata da Tara Ruby a un gruppo di soldatesse in divisa intente ad allattare i loro bambini, sia stata rimossa da Facebook il giorno dopo essere stata pubblicata nella pagina Breastfeeding in Combat Boots, che supporta le madri che allattano e sono arruolate nelle forze armate americane.
Evidentemente qualcuno ne è rimasto scandalizzato, il che a me pare pazzesco. Comunque è (tristemente) noto che il social fondato da Mark Zuckerberg ha delle politiche piuttosto intransigenti riguardo al nudo – non sia mai che si intraveda un capezzolo! ;-) – mentre è assai più tollerante, ad esempio, nei confronti delle foto che documentano violenze sugli animali e delle pagine che inneggiano all'odio e alla discriminazione razziale e sessuale o propagandano una fin troppo diffusa nostalgia per il fascismo...
domenica 20 settembre 2015
Finché non succede a te
Non sono mai stata una grande fan della cantautrice statunitense – ma di origini siciliane ;-) – Stefani Joanne Angelina Germanotta, in arte Lady Gaga: mi pare eccessivo il suo look, non apprezzo la sua voce, né trovo granché di mio gusto le sue canzoni, ad eccezione forse di Born This Way. Ma il suo ultimo video, diretto da Catherine Hardwicke (Twilight) e basato sul pezzo 'Til It Happens To You scritto e prodotto dalla stessa Lady Gaga assieme alla celebre compositrice Diane Warren, merita la più ampia diffusione.
Ecco la traduzione dell'articolo ad esso dedicato su RYOT News.
... il testo della canzone...
Ecco la traduzione dell'articolo ad esso dedicato su RYOT News.
Il video di Lady Gaga appena uscito sta facendo molto parlare di sé, e per una buona ragione. Si tratta di una cruda ripresa su un problema che una studentessa universitaria su cinque dovrà affrontare quest'anno: la violenza sessuale. [Un trauma che la stessa Lady Gaga ha confessato di aver vissuto sulla propria pelle, NdC]Ecco qui sotto il video...
Il video si apre con un avvertimento relativo alle immagini forti, che ribadiamo anche noi prima che tu prema Play. Lady Gaga con la troupe che sta dietro The Hunting Ground, un documentario sullo stupro nelle università, non rifugge dalla realtà della violenza sessuale nei campus. Una parte dei proventi del singolo andrà ad organizzazioni che sostengono chi è reduce da aggressioni sessuali.
Lady Gaga vuole mettere chi è reduce da aggressioni sessuali in condizione di sostenersi a vicenda. In questo momento solo il sei per cento delle reduci da aggressioni sessuali nei campus denuncia ciò che le è successo, un numero che è sceso quasi del doppio rispetto allo scorso anno. 'Til It Happens To You ha lo scopo di costruire la solidarietà fra le reduci e una forza unificata che Lady Gaga spera possa cambiare queste statistiche allarmanti:
Il tweet di Lady Gaga: «Ci auguriamo che voi sentiate il nostro amore e la nostra solidarietà attraverso la canzone e troviate forse un po' di pace nel sapere che non siete sole attraverso questo video #TilItHappensToYou»Si dice che questo potrebbe essere il video musicale più importante che vedremo quest'anno. Con così tante studentesse universitarie che affrontano la realtà della violenza sessuale, la coraggiosa affermazione di Lady Gaga sulla questione potrebbe rivelarsi l'innesco-chiave di cui abbiamo bisogno per cambiare la terribile statistica di 1 a 5 nelle scuole e nelle università americane.
... il testo della canzone...
You tell me it gets better, it gets better in time... e la sua traduzione in italiano.
You say I'll pull myself together, pull it together, you'll be fine
Tell me, what the hell do you know? What do you know?
Tell me how the hell could you know? How could you know?
'Til it happens to you, you don't know how it feels, how it feels
'Til it happens to you, you won't know, it won't be real
No, it won't be real, won't know how it feels
You tell me hold your head up, hold your head up and be strong
'Cause when you fall you gotta get up, you gotta get up and move on
Tell me how the hell could you talk, how could you talk?
'Cause until you walk where I walk, this is no joke
'Til it happens to you, you don't know how it feels, how it feels
'Til it happens to you, you won't know, it won't be real
(How could you know?)
No, it won't be real
(How could you know?)
Won't know how I feel
'Til your world burns and crashes
'Til you're at the end, the end of your rope
'Til you're standing in my shoes
I don't wanna hear a thing from you, from you, from you
'Cause you don't know
'Til it happens to you, you don't know how I feel, how I feel
How I feel
'Til it happens to you, you won't know, it won't be real
(How could you know?)
No, it won't be real
(How could you know?)
Won't know how it feels
'Til it happens to you
Happens to you
Happens to you
Happens to you
Happens to you
Happens to you
(How could you know?)
'Til it happens to you
You won't know how I feel
Mi dici che andrà sempre meglio, andrà sempre meglio con il tempo
Tu dici che mi riprenderò, mi riprenderò, andrà tutto bene
Dimmi, cosa diavolo ne sai? Che ne sai?
Dimmi, come diavolo fai a saperlo? Come fai a saperlo?
Finché non succede a te, non sai come ci si sente, come ci si sente
Finché non succede a te, non lo saprai, non sarà vero
No, non sarà vero, non saprai come ci si sente
Tu mi dici di tenere la testa alta, tenere la testa alta ed essere forte
Perché quando cadi devi alzarti, devi alzarti e andare avanti
Dimmi come diavolo fai a parlare, come fai a parlare?
Perché finché non ti metti nei miei panni, questo non è uno scherzo
Finché non succede a te, non sai come ci si sente, come ci si sente
Finché non succede a te, non lo saprai, non sarà vero
(Come fai a saperlo?)
No, non sarà vero
(Come fai a saperlo?)
Non saprai come mi sento
Finché il tuo mondo non va a fuoco e in pezzi
Finché non sei allo stremo delle forze, allo stremo delle forze
Finché non ti metti nei miei panni
Non voglio sentire nulla da te, da te, da te
Perché tu non sai
Finché non succede a te, non sai come mi sento, come mi sento
Come mi sento
Finché non succede a te, non lo saprai, non sarà vero
(Come fai a saperlo?)
No, non sarà vero
(Come fai a saperlo?)
Non saprai come ci si sente
Finché non succede a te
Succede a te
Succede a te
Succede a te
Succede a te
Succede a te
(Come fai a saperlo?)
Finché non succede a te
Non saprai come mi sento
sabato 19 settembre 2015
Magari fosse vero...
Negli ultimi giorni ho notato questo link, tratto dal portale Dionidream fondato da Dioni aka Riccardo Lautizi, condiviso sulle bacheche di svariati "facciamici". Alcuni di loro assumevano nei suoi confronti un atteggiamento a dir poco scettico, esternando osservazioni del tipo «Nuovi ciarlatani sulla scia di Di Bella e Vannoni» o addirittura «Questo dovrebbe essere in galera!»... ma qualcun altro, sulla cui buona fede non ho motivo di dubitare, ci credeva davvero, e non posso biasimarlo più di tanto: se esistesse un cocktail antitumorale basato su ingredienti poco costosi, di facile reperibilità e che non provoca effetti collaterali indesiderati, non sarebbe forse una splendida notizia?! Chi conosce le mie traversie dell'ultimo anno capirà quanto la questione mi riguardi in prima persona...
In estrema sintesi, l'articolo di cui sopra riguarda il cosiddetto metodo Pantellini, così chiamato dal cognome del biochimico fiorentino Gianfrancesco Valsé Pantellini che lo mise a punto. Esso si basa su un cocktail di acido ascorbico (succo di limone, in sostanza) e bicarbonato di potassio dalle comprovate proprietà antiossidanti che prevede modalità di somministrazione differenti per la prevenzione e la cura del cancro, ma anche di altre malattie degenerative, e che garantirebbe nientepopodimenoché «il 100% di regressione del tumore in fase iniziale». Se ti stai domandando come mai un toccasana così "miracoloso" non venga già diffusamente applicato come cura contro il cancro, a differenza di trattamenti assai più gravosi come la chemioterapia, la risposta (perlomeno, quella di chi lo sostiene) è fin troppo banale: «non è un business per le case farmaceutiche dato che il trattamento costa solo pochi euro».
A furia di leggere sul web e altrove mirabolanti promesse di ogni sorta, alla lunga ho preso l'abitudine di assumere un atteggiamento scettico, attenendomi al motto seguente: se sembra troppo bello per essere vero, magari non è vero...
La fondatezza del metodo Pantellini è stata messa in discussione da Salvo Di Grazia nel suo blog MedBunker nel 2011, il che dimostra che della questione non si parla proprio dall'altroieri (lo stesso Pantellini, del resto, è morto nel 1999). Il post di MedBunker è piuttosto lungo – non credo si possa dire che il buon Salvo abbia il dono della sintesi ;-) – ma per renderne il succo può bastare questo breve frammento: «In linea teorica quindi l'ipotesi di Pantellini non sarebbe sbagliata. Se riuscissimo a mantenere costantemente un ambiente cellulare libero da eccessi di ossidazione potremmo migliorare la qualità di vita ed il benessere. Diverso il discorso della "cura del cancro": se il danno genetico è stato già provocato, ripararlo equilibrando l'ambiente cellulare è praticamente impossibile (con i mezzi di oggi)».
Ripeto, sarebbe splendido scoprire che il metodo Pantellini funziona davvero... ma per dimostrarlo ci vorrebbero test clinici condotti in maniera rigorosa su un campione statisticamente significativo di pazienti, non certo prove empiriche svolte senza seguire una metodologia sperimentale adeguata. Fino ad allora tale metodo dovrebbe restare relegato nel novero della medicina alternativa, con l'auspicio che nessuno si affidi ad esso a scapito di terapie dall'efficacia collaudata. Per quanto mi riguarda, come disse qualcuno, «Mi curerò con la medicina alternativa quando avrò una malattia alternativa»...
In estrema sintesi, l'articolo di cui sopra riguarda il cosiddetto metodo Pantellini, così chiamato dal cognome del biochimico fiorentino Gianfrancesco Valsé Pantellini che lo mise a punto. Esso si basa su un cocktail di acido ascorbico (succo di limone, in sostanza) e bicarbonato di potassio dalle comprovate proprietà antiossidanti che prevede modalità di somministrazione differenti per la prevenzione e la cura del cancro, ma anche di altre malattie degenerative, e che garantirebbe nientepopodimenoché «il 100% di regressione del tumore in fase iniziale». Se ti stai domandando come mai un toccasana così "miracoloso" non venga già diffusamente applicato come cura contro il cancro, a differenza di trattamenti assai più gravosi come la chemioterapia, la risposta (perlomeno, quella di chi lo sostiene) è fin troppo banale: «non è un business per le case farmaceutiche dato che il trattamento costa solo pochi euro».
A furia di leggere sul web e altrove mirabolanti promesse di ogni sorta, alla lunga ho preso l'abitudine di assumere un atteggiamento scettico, attenendomi al motto seguente: se sembra troppo bello per essere vero, magari non è vero...
La fondatezza del metodo Pantellini è stata messa in discussione da Salvo Di Grazia nel suo blog MedBunker nel 2011, il che dimostra che della questione non si parla proprio dall'altroieri (lo stesso Pantellini, del resto, è morto nel 1999). Il post di MedBunker è piuttosto lungo – non credo si possa dire che il buon Salvo abbia il dono della sintesi ;-) – ma per renderne il succo può bastare questo breve frammento: «In linea teorica quindi l'ipotesi di Pantellini non sarebbe sbagliata. Se riuscissimo a mantenere costantemente un ambiente cellulare libero da eccessi di ossidazione potremmo migliorare la qualità di vita ed il benessere. Diverso il discorso della "cura del cancro": se il danno genetico è stato già provocato, ripararlo equilibrando l'ambiente cellulare è praticamente impossibile (con i mezzi di oggi)».
Ripeto, sarebbe splendido scoprire che il metodo Pantellini funziona davvero... ma per dimostrarlo ci vorrebbero test clinici condotti in maniera rigorosa su un campione statisticamente significativo di pazienti, non certo prove empiriche svolte senza seguire una metodologia sperimentale adeguata. Fino ad allora tale metodo dovrebbe restare relegato nel novero della medicina alternativa, con l'auspicio che nessuno si affidi ad esso a scapito di terapie dall'efficacia collaudata. Per quanto mi riguarda, come disse qualcuno, «Mi curerò con la medicina alternativa quando avrò una malattia alternativa»...
venerdì 18 settembre 2015
#This_Generation
Il post di oggi è analogo a quello che ho pubblicato nel maggio scorso sulla dipendenza da smartphone, anche se stavolta i disegni, tratti dall'articolo 20+ Brutally Honest Posters Show Our Addiction To Technology pubblicato su BoredPanda, spaziano un pochettino di più per includere qualche altra mania dei nostri tempi. Ecco come l'autore presenta le proprie creazioni.
Per prima cosa, un'aurea regoletta: se una volta si era soliti raccomandare «Pensa prima di parlare», oggi è tempo di «Gùgola prima di postare». :-)
Essere a corto di batteria e con problemi di copertura Wi-Fi... che incubo!!! :-O
E per certe persone una delle più grandi paure è quella che i loro post non raccolgano abbastanza like: in un futuro prossimo qualcuno la studierà, la nolikeophobia... ;-)
Sui social molte persone tendono a presentare una versione di sé più attraente rispetto alla realtà...
Anch'io ho l'abitudine di instagrammare quello che mangio, soprattutto fuori casa... ma tanto il cibo si digerisce lo stesso, eh?! ;-)
Però i selfie al gabinetto no, non me li sono mai fatti: quelli li lascio volentieri ad Arisa! ;-)
Un tempo per intrattenere un bambino si usava ogni sorta di giocattolo... Al giorno d'oggi gli metti in mano un tablet e hai risolto!
«Com'è andata oggi a scuola, tesoro?». «Lo puoi leggere sul mio blog, papà!». Bene, i blog esistono ancora, meno male... ;-)
«Rallentare, pericolo bambini che messaggiano».
«Parlo fluentemente sei lingue diverse, ma non ho idea di cosa scriva nei messaggi mia figlia adolescente». :-)
Sarà mica quello lì, il famoso gap generazionale...?! ;-)
Chi se li fila più, i libri? Oggi c'è WhatsApp... :-/
Il lessico delle nuove generazioni si impoverisce sempre di più, se si va avanti così verrà il giorno in cui si comunicherà solo con le emoticon...
Sarà davvero così che gli studenti prendono appunti a lezione...?!
«Sei su Facebook?» è come chiedere «L'acqua è bagnata?».
Questo l'ho lasciato per ultimo perché lo trovo il meno veritiero: conosco almeno DUE persone, peraltro munite di smartphone, che NON sono su Facebook né hanno la benché minima intenzione di iscriversi... :-)
Sono Ajit Johnson, uno studente di dottorato che si occupa di genetica del cancro e di genomica, e quando non analizzo la complessità del cancro (o almeno questo è quello che dico a me stesso) mi piace raccontare storie per mezzo della mia arte per diffondere l'amore, la speranza e l'incoraggiamento.:-D
Era uno di quei giorni improduttivi quando mi sono reso conto che guardo il mio cellulare o apro pagine web molto più del necessario, il che mi ha ispirato a raccogliere la sfida di non usare il cellulare per un giorno. È stato estremamente difficile, ma ben presto mi sono reso conto di come posso essere più produttivo e di quanto tempo avevo che non pensavo nemmeno esistesse.
#This_Generation è una serie di poster minimalisti che ho disegnato per sottolineare la necessità di riconoscere l'invasione della dipendenza tecnologica senza che neppure ce ne rendiamo conto. L'uso della tecnologia è ovviamente divertente ed estremamente utile, ma non essere consapevoli del suo lato oscuro (cyberbullismo, privacy, ecc.) può essere altrettanto pericoloso. Inoltre, secondo alcuni studi, trascorrere molto tempo connessi influisce enormemente sulle nostre relazioni.
Comunque, essendo "colpevole" io stesso di molti di questi poster, spero che questa serie faccia riflettere in maniera spassosa. Adesso lasciatemi andare a farmi un selfie con Snapchat.
Per prima cosa, un'aurea regoletta: se una volta si era soliti raccomandare «Pensa prima di parlare», oggi è tempo di «Gùgola prima di postare». :-)
Essere a corto di batteria e con problemi di copertura Wi-Fi... che incubo!!! :-O
E per certe persone una delle più grandi paure è quella che i loro post non raccolgano abbastanza like: in un futuro prossimo qualcuno la studierà, la nolikeophobia... ;-)
Sui social molte persone tendono a presentare una versione di sé più attraente rispetto alla realtà...
Anch'io ho l'abitudine di instagrammare quello che mangio, soprattutto fuori casa... ma tanto il cibo si digerisce lo stesso, eh?! ;-)
Però i selfie al gabinetto no, non me li sono mai fatti: quelli li lascio volentieri ad Arisa! ;-)
Un tempo per intrattenere un bambino si usava ogni sorta di giocattolo... Al giorno d'oggi gli metti in mano un tablet e hai risolto!
«Com'è andata oggi a scuola, tesoro?». «Lo puoi leggere sul mio blog, papà!». Bene, i blog esistono ancora, meno male... ;-)
«Rallentare, pericolo bambini che messaggiano».
«Parlo fluentemente sei lingue diverse, ma non ho idea di cosa scriva nei messaggi mia figlia adolescente». :-)
Sarà mica quello lì, il famoso gap generazionale...?! ;-)
Chi se li fila più, i libri? Oggi c'è WhatsApp... :-/
Il lessico delle nuove generazioni si impoverisce sempre di più, se si va avanti così verrà il giorno in cui si comunicherà solo con le emoticon...
Sarà davvero così che gli studenti prendono appunti a lezione...?!
«Sei su Facebook?» è come chiedere «L'acqua è bagnata?».
Questo l'ho lasciato per ultimo perché lo trovo il meno veritiero: conosco almeno DUE persone, peraltro munite di smartphone, che NON sono su Facebook né hanno la benché minima intenzione di iscriversi... :-)