Protagonista del film è l'undicenne Riley, ma soprattutto le cinque emozioni personificate che albergano nella sua mente e che la aiuteranno ciascuna a modo proprio ad affrontare il trauma del trasloco della sua famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura. A pensarci bene anch'io, quando avevo un anno meno di Riley, vissi un'esperienza in qualche modo analoga: in effetti si trattò di andare ad abitare ad appena un paio di chilometri di distanza, ma dovetti cambiare scuola e non riuscii mai a integrarmi davvero nella nuova classe... :-/
Le emozioni umane si possono suddividere in un numero di categorie ben superiore a cinque – pensiamo alla ruota di Plutchik – ma gli sceneggiatori di Inside Out hanno ritenuto non a torto che sul grande schermo potesse funzionare meglio una classificazione semplificata, messa a punto consultando esperti del settore. Ho trovato particolarmente affascinante il modo in cui è stato spiegato il funzionamento della memoria e il pensiero astratto, interessanti le isole della personalità, toccante la vicenda dell'amico immaginario di Riley; benché non mi mancasse la fantasia, io non ne ho mai avuto uno... che infanzia pessima! :-/
È valsa la pena di rimanere in sala fino alla fine dei titoli di coda per leggere la seguente dicitura: «Questo film è dedicato ai nostri bambini. Per favore non crescete. Mai». E invece purtroppo si cresce – figurati quanto è stata dura per me, che la smania di diventar grande non ce l'ho mai avuta – e si fanno i conti con situazioni e dolori che richiedono la forza di un adulto... ma l'importante è tenere sempre vivo il proprio lato infantile (che non vuol dire rimanere immaturi a vita, eh!). E, come osservato da Massimo Gramellini, è fondamentale dare ascolto anche alla tristezza per andare avanti...
Guardando Inside Out si ride – il record di risate in sala si è registrato al momento in cui [INNOCUO SPOILERUCCIO] Gioia e Tristezza rientrano al Quartier Generale – e ci si commuove... ma, sarà che sono una romanticona, io avevo gli occhi pieni di lacrime già alla fine del cortometraggio che precede il film, intitolato Lava. Adoro il motivo musicale, dall'arrangiamento che mi ricorda tanto la cover di Somewhere Over The Rainbow interpretata da Israel Kamakawiwo'ole, e che nella versione italiana è cantato da Giovanni Caccamo e Malika Ayane. Il ritornello mi è entrato subito in testa, e lo dedico al mio amore, con il quale sarebbe stato tanto bello vedere il film insieme... <3
La cosa che io sogno di piùIn originale:
è che qui con me ci sia anche tu
Io chiedo un amore che il cuore mi avvolga
e come lava lo sciolga
I have a dream I hope will come trueVabbè, in italiano va a a farsi benedire il gioco di parole tra lava e love, amore... ;-)
(Ho un sogno che spero si avvererà)
that you're here with me and I'm here with you
(che tu sia qui con me e io sia qui con te)
I wish that the earth, sea, and the sky up above
(Desidero che la terra, il mare e il cielo sopra di me)
will send me someone to LAVA
(mi mandino qualcuno da amare)
I have a dream I hope will come true
(Ho un sogno che spero si avvererà)
that you'll grow old with me and I'll grow old with you
(che tu invecchierai con me e io invecchierò con te)
We thank the earth, sea, and the sky we thank too
(Noi ringraziamo la terra, il mare, pure il cielo ringraziamo)
I LAVA you!
(Io ti amo!)
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