Si è svolta oggi l'uscita-laboratorio del corso avanzato di fotografia che sto frequentando, dedicata alla post-produzione digitale con Lightroom. L'incontro era fissato per le nove di stamattina presso la Cremeria Bresciana, praticamente un'istituzione per i ragazzi pescaresi... di tutte le età! ;-) Sono arrivata là digiuna appositamente per concedermi una colazione a base di maritozzo con la panna e cioccolata calda anch'essa con panna: non proprio un toccasana per il mio colesterolo, ahimè... ma suvvia, semel in anno licet insanire! ;-) Mentre divoravo l'ipercalorica pagnottella ripensavo ai tempi del liceo, quando i miei compagni che facevano filone (marinavano la scuola, per i non "abruzzesofoni") si ritrovavano pressoché immancabilmente alla Bresciana. E io? Macché: se ero assente da scuola potevi scommettere che mi trovavo a casa, o perché ero malata oppure perché, con il consenso dei genitori, ero rimasta in camera mia a studiare... oppure entrambe le cose. Quel che è certo è che, se tornassi indietro, l'adolescenza e la post-adolescenza le vivrei ben diversamente: adesso ho capito che lo studio è importante, sì, ma non bisogna trascurare i momenti ricreativi, anch'essi fondamentali per la crescita. Considerata la mia situazione attuale, mi tormenta l'amara sensazione che non valesse affatto la pena di fare tutte le rinunce che ho fatto in nome di una brillante carriera scolastica. Anche se non so più neanch'io cosa sperare, cosa aspettarmi dal domani, conservo ancora un pizzico di fiducia che un giorno riuscirò a realizzarlo, questo mio sogno dai contorni sempre più vaghi...
Ma ora bando alla malinconia, e torniamo alla giornata di oggi. Dopo il raduno alla Bresciana ci siamo sparpagliati per ogni dove, e la mattinata è stata dedicata a scattare foto in giro per la città; in teoria avremmo dovuto privilegiare la street photography e il reportage – approfittando del fatto che stamattina era in programma la gara podistica Vivicittà – ma personalmente non sono riuscita a combinare granché di buono, anche perché i generi summenzionati non mi risultano granché congeniali: riesco a farmi guardare in cagnesco perfino... dai gatti, vedere per credere! ;-)
Nel compito di scattare foto capaci di emozionare, di comunicare qualcosa, temo di avere ancora parecchio da imparare... o, peggio ancora, ho paura che a differenza della capacità di "leggere" le immagini – corso Gamma, aspettami! :-) – questo talento non si possa imparare, ma che sia necessario averlo dentro innato. Comunque pure in questo contesto non intendo disperare: chissà, magari con il tempo e l'esperienza troverò la mia strada... :-)
Nel pomeriggio ci siamo ritrovati nello studio del prof per elaborare i nostri scatti mediante il modulo Sviluppo di Lightroom. Beh, che dire? Fino a poche settimane fa ero più o meno convinta che la post-produzione fosse il Male, in pratica la falsificazione della realtà, e che il bravo fotografo si riconoscesse dalla capacità di scattare foto già perfette, senza bisogno di correggerle una volta uscite dalla fotocamera: non avevo idea di quanto fossi fuori strada! Una buona post-produzione fornisce risultati tali da superare gli inesorabili limiti intrinseci della fotocamera, e da restituirci sensazioni paragonabili a quelle che proviamo osservando il mondo con i nostri occhi: tutto il contrario della falsificazione a cui accennavo prima, insomma. Certo, c'è sempre il rischio di esagerare, di calcare troppo la mano generando immagini assurde che non hanno alcun senso né legame con la realtà: l'effetto del "funghetto", come lo chiama il prof! ;-)
Ho scoperto che usando Lightroom si possono ottenere risultati analoghi a quelli per cui immaginavo che ci volesse un vero e proprio software di fotoritocco, come Photoshop, della stessa Adobe, o GIMP, che ne è l'equivalente gratuito, libero, open source e multipiattaforma: ad esempio cancellare elementi indesiderati, come pali e cavi della luce, mediante lo strumento Rimozione macchie (il secondo da sinistra qui sotto)...
... oppure affinare la grana della pelle nei ritratti, fantastico! :-) Esistono almeno due modi per farlo (ma, anche in questo caso, attenzione agli eccessi): spostare verso sinistra il cursore della Chiarezza nel pannello Base...
... oppure ridurre il disturbo di Luminanza nel pannello Dettagli.
Inoltre ho imparato a usare la livella, che si trova sotto lo strumento Sovrapposizione ritaglio (il primo da sinistra nella seconda immagine di questo post, accanto a Rimozione macchie), per raddrizzare le foto: un'operazione assai più semplice e rapida di quella che descrissi a suo tempo qui.
Con Lightroom si può fare tutto questo e mooooolto altro: insomma, è un vero portento! :-) Il suo più grosso difetto? Beh, si tratta di un software proprietario che per giunta costa bei soldini... ma non mi risulta che esistano programmi open source dalle prestazioni paragonabili. Ne ho annotati un paio, digiKam e LightZone, e ho tutta l'intenzione di metterli alla prova... ma tanto ormai la licenza di Lightroom ho dovuto acquistarla, ché mi erano scaduti i trenta giorni di prova gratuita. :-/
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