Ho già
accennato su questo blog al fatto che (da analfabeta del diritto quale sono! :-)) vedrei di buon occhio l'
abolizione del quorum per i referendum, o quantomeno un
ridimensionamento della soglia richiesta perché una consultazione referendaria possa essere considerata valida. Un momento, prima che qualcuno obietti «Ma come ti viene in mente che una legge possa essere cambiata senza l'assenso della maggioranza dei cittadini? Sarebbe antidemocratico!», è il caso di aggiungere qualche timida precisazione.
Gli elettori che scelgono l'
astensionismo affidandosi alle indicazioni del loro
leader politico (o religioso) di riferimento si sommano inevitabilmente a coloro che
non vogliono o non possono per le ragioni più disparate recarsi alle urne, a coloro ai quali
non può fregar di meno delle questioni in ballo, e a coloro che semplicemente
non hanno capito di cosa si tratti (leggere il
testo dei prossimi quesiti referendari non è di grande aiuto in tal senso, mentre un post come
questo è decisamente più illuminante). Stando così le cose,
diviene praticamente impossibile farsi un'idea sulle opinioni maturate al riguardo dai cittadini sinceramente interessati... e quel che è peggio, alla fine accade quasi sempre che
il quorum non venga raggiunto: insomma, l'unico risultato concreto che si ottiene è
un enorme spreco di denaro pubblico. Se invece non fosse previsto alcun quorum, i fautori del no non potrebbero sfoderare l'arma quasi sempre vincente dell'astensionismo:
l'opinione dei cittadini che hanno realmente a cuore la questione in oggetto e che quindi sono incentivati ad andare a votare peserebbe di più, come (a mio modestissimo parere) è giusto che sia.
Domani e dopodomani si voterà per il
referendum elettorale, anch'esso condannato con ogni probabilità al fallimento, ahimè. :-( Fin da quando ho raggiunto la maggiore età, ho sempre votato... tranne quella volta che dovetti trascorrere il fine settimana lontano da Pescara perché stavo preparando un esame (anche allora si trattava di un referendum, e anche allora il quorum non fu raggiunto, sia pur
di poco). Ho deciso che voterò pure questa volta e, sebbene non sia obbligatorio, ritirerò tutte e tre le schede (chi non lo fa, se non altro, può causare un po' di grane extra a chi lavora al seggio!).
Il fatto è che devo ancora chiarirmi le idee. Di certo voterò con convinzione
sì al
terzo quesito (scheda di colore
verde), quello che si prefigge l'
abrogazione delle candidature multiple. Avrei sicuramente votato sì anche a un eventuale quesito che prevedesse la reintroduzione delle preferenze, ma presumo che non sia stato possibile formularne uno del genere "in termini abrogativi". Per quanto riguarda il
primo quesito (scheda
viola, premio di maggioranza alla lista più votata alla
Camera) e il
secondo (scheda
beige, premio di maggioranza alla lista più votata al
Senato) sono ancora indecisa. Ero propensa a votare sì anche in questi casi, non certo per le ragioni espresse da
Berlusconi ma per le argomentazioni esposte da
Gad Lerner (chi l'avrebbe mai detto che i due si sarebbero trovati in un certo senso concordi su un punto così cruciale?). Un altro punto di vista ben argomentato in favore del sì è esposto
qua.
Stasera però ho dato un'occhiata a
questo articolo, segnalato da Marco Travaglio il quale
ha preannunciato la propria astensione... e ho le idee più confuse che mai, accidenti! :-S In fin dei conti, forse la cosa più saggia che io possa fare è votare
scheda bianca, una scelta che sostanzialmente significa «Non ho un'opinione ben definita in proposito, ma voglio che il referendum sia valido e che sia fatta la volontà della maggioranza».
In ogni caso temo che non cambierà un granché, poiché sono convinta che il referendum fallirà. La mia sola speranza è che, dando per scontata la prevedibile prevalenza dei sì, il quorum venga mancato di poco: soltanto in questo caso ai politici potrà arrivare il messaggio che
agli italiani il famigerato porcellum non piace, e così magari si decideranno una buona volta a metterci mano per migliorarlo... forse! ;-) In caso contrario, temo che l'attuale legge elettorale dovremo tenercela così com'è per chissà quanto tempo, a grave discapito del nostro diritto di decidere davvero chi ci rappresenterà.