lunedì 4 agosto 2025

Ogni scelta va rispettata

Provo un certo imbarazzo al pensiero di aver pubblicato tre giorni fa questo post in cui trattavo il tema della (mia futura) morte con più leggerezza del dovuto, dopo che ho guardato il video registrato dall'architetta triestina Martina Oppelli, morta in Svizzera ricorrendo al suicidio assistito a cui non aveva potuto accedere in Italia, poco prima di porre fine alle sofferenze sempre più intollerabili che la sclerosi multipla, di cui era malata dal 1999, le procurava.

Qui di seguito la trascrizione del suo discorso, pronunciato con voce flebile ma ferma. Parole che non possono lasciare indifferenti, a meno di non essere senza cuore.

Gentili parlamentari e concittadini tutti, non so se vi ricordate di me, sono Martina Oppelli. Più di un anno fa feci un appello a tutti voi affinché venisse promulgata e approvata una legge, una legge sensata che regoli il fine vita, che porti ad un fine vita dignitoso tutte le persone malate, anziane, ma non importa, prima o poi tutti noi dobbiamo misurarci con la fine della nostra vita terrena. 
Sì, questo appello è finito nel vuoto. Io all'epoca, ormai due anni fa, mi appellai alla sentenza Cappato per poter accedere al cosiddetto suicidio assistito presso l'azienda sanitaria della mia regione. Per ben tre volte mi è stato negato, benché io ne avessi il diritto, ma chissà, forse non abbastanza, forse, non lo so perché, io non ho tempo per aspettare un quarto diniego, ma anche se fosse un assenso, io ero allo stremo delle mie forze.
Sono in Svizzera. Sì. Forse una fuga, direte voi. No, no, no, è un ultimo viaggio. Ho pensato che forse avrei dato meno fastidio, meno problemi fuggendo all'estero, come la cosiddetta fuga di cervelli all'estero, ma non importa, sono qui e voglio restare qui e morire dignitosamente qui in Svizzera.
Ma perché? Perché dobbiamo andare all'estero? Perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io oggi ho fatto un viaggio lunghissimo dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre 11 anni. È stato veramente uno sforzo titanico, ma l'ho fatto per avere una fine dignitosa alla mia sofferenza.
Per piacere, io non voglio che questo iter si ripeta per altre persone. Non potete rimandarci sempre a settembre, ogni anno a settembre, perché ci sono urgenze più grandi. Sappiate che sono pienamente consapevole che esistono tragedie enormi, genocidi, terremoti, alluvioni, e che magari la misera vita di una singola persona e la sua sofferenza appaiono troppo piccole in confronto ad una guerra. Ma il macrocosmo è fatto da infiniti microcosmi. Già. E ogni microcosmo ha un proprio dolore, e ogni dolore è assoluto nel momento in cui viene vissuto, e va rispettato. 
Quindi, per piacere, ascoltate anche noi. Non accomunate immagini di guerre, battaglie, terremoti anche alla mia immagine o all'immagine di altri malati, come se fosse quasi offensivo. Sì, è offensivo pensare o sperare di porre fine alle proprie sofferenze quando altre persone fanno di tutto per vivere. Anche noi abbiamo fatto di tutto per vivere, credetemi. Io è 30 anni che mi arrampico sugli specchi pur di conservare questo sorriso che si sta lentamente spegnendo. Rispettate ognuno di noi. 
Simone Weil, grande filosofa francese, scriveva: "Ognuno ha il proprio olocausto privato". Così il fine vita tocca a tutti, prima o poi. Può accadere a 120 anni, può accadere a 50, può accadere prima. Ogni scelta va rispettata. Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione.
In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato. Io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare, delle volte. Perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere adesso, vescicale, ho un tubo, ecco, un tubo di scappamento come una macchina, al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano. Io non funziono, io vivo, e voglio vivere dignitosamente fino alla fine. O desideravo, adesso desidero morire dignitosamente. 
Per piacere, fate una legge sensata. Cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque. Non esiste nessuna guerra utile in questo mondo. Ogni battaglia è inutile. Mettiamo da parte le diatribe politiche, perché non esiste destra o sinistra o centro. Siamo tutti esseri umani. Tutti. Per piacere, per piacere. Legiferate, ma legiferate con buon senso.
Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio. Io miro all'oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese, onestamente. Perché sono dovuta venire qui all'estero? Perché non ce la facevo più di aspettare. No, non ce la facevo più. Per piacere, fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo.

Finché al governo ci sarà questa maggioranza mi pare assai improbabile che si raggiunga un accordo sulla legge "sensata" auspicata da Martina Oppelli... ma non è che le molteplici maggioranze che si sono susseguite nel corso degli anni abbiano raggiunto risultati degni di nota in tal senso.

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