lunedì 18 agosto 2025

La maternità secondo Fiorella Mannoia

Di recente mi sono imbattuta su Facebook in un estratto di un'intervista rilasciata un anno fa da Fiorella Mannoia al Corriere. La fonte originale non l'ho trovata, ma le stesse frasi sono riportate, con qualche parola di commento, su Fanpage. Chi conosce le mie recenti vicende potrà capire come mai le parole della cantante, classe 1954, mi abbiano colpita così tanto.

Non ho mai accettato lo stereotipo per cui se una donna non fa figli, è come se fosse una donna a metà. Io non ne ho. C'è stato un periodo in cui ne avrei voluto ma non sono arrivati. Oggi non mi mancano.
Non ho fatto nessun percorso alternativo: sono dolorosi fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Mi sono detta: ‘Se questo è il mio destino, lo accetto'. E l'ho accettato. In alcune donne, com'è successo in me, il senso del limite naturale supera e ferma quello del desiderio.
Tutto quello che c'era da dire l'ho messo in un brano, scritto pensando di dialogare con una ragazza immaginaria, mia figlia che non esiste. S'intitola In viaggio. E lo dico ai concerti, lo credo davvero. Non c'è bisogno di essere madri di fatto per sentircisi. Noi donne siamo già madri, perché è scritto nel nostro dna, e che ci siano poi figli o meno, quel sentimento rimane vivo in noi.

Qui di seguito riporto il testo di In viaggio, a quanto pare scritto dalla stessa Mannoia con musiche di Cesare Chiodo e Bungaro.

Domani partirai
Non ti posso accompagnare
Sarai sola nel viaggio
Io non posso venire
Il tempo sarà lungo
E la tua strada incerta
Il calore del mio amore
Sarà la tua coperta
Ho temuto questo giorno
È arrivato così in fretta
E adesso devi andare
E la vita non aspetta
Guardo le mie mani
Ora che siamo sole
Non ho altro da offrirti
Solo le mie parole
Rivendica il diritto ad essere felice
Non dar retta alla gente
Non sa quello che dice
E non aver paura
Ma non ti fidare
Se il gioco è troppo facile
Avrai qualcosa da pagare
Ed io ti penserò in silenzio
Nelle notti d'estate
Nell'ora del tramonto
Quando si oscura il mondo
L'ora muta delle fate
E parlerò al mio cuore, più forte
Perché tu lo possa sentire
È questo il nostro accordo
Prima di partire
Prima di partire
Domani non ti voltare
Ama la tua terra
Non la tradire
Non badare alle offese
Lasciali dire
Ricorda che l'umiltà
Apre tutte le porte
E che la conoscenza
Ti renderà più forte
Lo sai che l'onestà
Non è un concetto vecchio
Non vergognarti mai
Quando ti guardi nello specchio
Non invocare aiuto nelle notti di tempesta
E non ti sottomettere, tieni alta la testa
Ama la tua terra
Ama, non la tradire
Non frenare l'allegria
Non tenerla tra le dita
Ricorda che l'ironia ti salverà la vita
Ti salverà
Ed io ti penserò in silenzio
Nelle notti d'estate
Nell'ora del tramonto
Quella muta delle fate
E parlerò al mio cuore
Perché, domani partirai
In silenzio
Ma in una notte d'estate
Io ti verrò a cercare
Io ti verrò a parlare
E griderò al mio cuore
Perché tu lo possa sentire
Sì, lo possa sentire
Tu lo possa sentire

Leggendo queste righe trovo che si avverta fortissimo come la maternità possa essere un'inclinazione innata, a prescindere dal fatto di mettere o meno al mondo dei figli.

Nessun commento:

Posta un commento