La costruzione del ponte sullo Stretto di Messina è uno dei cavalli di battaglia dell'attuale maggioranza di destra-centro. Ma facciamo il punto della situazione, con l'aiuto di alcuni recenti articoli de Il Post.
- Articolo del 16 febbraio: il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina è stato approvato.
- Articolo del 14 marzo: il comitato tecnico scientifico, pur approvando il progetto, ha espresso i suoi dubbi al riguardo, facendo 68 richieste di aggiornamento sulla stabilità in caso di venti e terremoti; non dimentichiamo che nel 1908 Messina fu teatro di un terremoto di magnitudo superiore a 7 con decine di migliaia di morti. E trattandosi di una zona ad elevata sismicità, è pressoché inevitabile che un evento analogo prima o poi si ripeta.
- Articolo del 3 aprile, cioè ieri, che si ricollega a un altro pubblicato l'11 dicembre scorso: tra la Sicilia e la Calabria ci sono circa 450 persone a cui sarà chiesto di lasciare la loro casa o i loro terreni per fare spazio al ponte e ai cantieri.
Riguardo alla questione degli espropri, riporto questo post pubblicato su Instagram da La Stampa (il quale fa riferimento a un articolo la cui lettura è riservata agli abbonati).
Espropriare e demolire abitazioni per fare posto alla più ambiziosa delle infrastrutture mai realizzata in Italia: il Ponte sullo Stretto.
Gli espropriandi, che da tempo hanno annunciato battaglia tramite i movimenti No Ponte, sono scoraggiati ma non si arrendono. Tra loro c’è la signora Fiorella Pellegrino che ha origini calabresi ma vive a Messina da quando aveva 30 anni: oggi ne ha 80 e a lasciare la sua villetta immersa nel verde, con panorama mozzafiato sullo Stretto, non ci pensa proprio. «Questo per me è il luogo dell’anima. Lasciarlo sarebbe una violenza. Farò tutto ciò che è consentito per non andare via», giura. Nemmeno il pensiero di poter raggiungere più facilmente i figli che vivono a Reggio Calabria la persuade. In quella casa piena di ricordi e oggetti provenienti da viaggi in paesi lontani lei vuole restarci fino alla fine e non intende cedere ad un’opera che sbeffeggia: «C’è qualcuno che va a San Francisco per vedere il Golden Gate? Io e mio marito ci siamo andati ma non per quello! I turisti vengono già numerosi in Sicilia per le sue meraviglie naturali e storiche, non verrebbero certo per vedere il Ponte».
Per alleggerire – ma neanche tanto – il tono del post, condivido quello che ha pubblicato su Facebook un certo Gjuan Ueleòt.
L'utilità del ponte sullo Stretto di Messina, spiegato ai più piccoli.
Già, le infrastrutture stradali e ferroviarie, in Sicilia e in Calabria, notoriamente non sono certo all'avanguardia...
Per quanto mi riguarda, ho le mie idee sui motivi non troppo nobili che spingono il governo a insistere tanto su 'sta storia del ponte. Non posso far altro che sperare che il processo si areni al più presto facendo meno danni possibile sul piano economico, ambientale e sociale... comunque secondo me, magari mi sbaglierò, "loro" per primi sono consapevoli che in fin dei conti l'opera non vedrà mai la luce.
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