Il destra-centro è terrorizzato di poter perdere alle elezioni regionali di domenica prossima in Abruzzo come ha perso la scorsa settimana in Sardegna – lo spoglio per sancire l'elezione di Alessandra Todde, che comunque deve essere ancora ufficializzata, si è concluso poco fa, con un ritardo inconcepibile – e così, come fa notare Andrea, i suoi leader stanno battendo a palmo a palmo la mia regione di provenienza e spargendo promesse a pioggia nella speranza di raccattare voti. Spero tanto che gli abruzzesi non si lascino infinocchiare, e che il candidato del centro-sinistra Luciano D'Amico, nativo di Torricella Peligna (CH), professore ordinario di economia aziendale all'Università degli Studi di Teramo di cui è stato anche rettore dal 2013 al 2018, abbia la meglio sul presidente uscente. A me Marco Marsilio non è mai andato giù per un sacco di motivi: perché è di Fratelli d'Italia, perché è de Roma e con l'Abruzzo c'azzecca poco o niente, e un pochino anche perché, incredibile ma vero, è convinto – se non lo pensa davvero, dovremmo forse credere che gli sia scappato di dirlo? – che l'Abruzzo si affacci su tre mari (oltre all'Adriatico, pure il Tirreno e lo Ionio) e che Lanciano faccia provincia.
[La cartina dell'Abruzzo è tratta dall'Enciclopedia Treccani]
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