Piccola disavventura, per fortuna a lieto fine, oggi al lavoro.
Devi sapere – vabbe', è un modo di dire ;-) – che questa settimana in ufficio siamo veramente in pochi: ai tre che eravamo ieri si sono aggiunti oggi due colleghi che sono soliti lavorare in presenza dal martedì al giovedì, e il resto del tempo fanno "smart working", se così si può chiamare. Tutti gli altri sono in ferie.
Ieri mi ero portata la "schiscetta", così quando gli altri due sono andati a mangiare fuori io sono rimasta in ufficio, e ho aperto loro la porta quando sono tornati.
A quel punto mi sono detta: basta fare l'asociale, oltretutto c'è già un'atmosfera decisamente vacanziera... Domani e dopodomani niente schiscetta, esco a pranzo con gli altri. E stamattina ho comunicato che intendevo unirmi a loro.
Dopo una discussione vagamente estenuante su dove andare, all'una meno un quarto ci dirigiamo verso l'uscita. Mentre esco noto fuori dalla porta il mio responsabile, che stamattina aveva aperto l'ufficio con le chiavi in suo possesso, e mi domando: le avrà prese, le chiavi? Cosa faccio, provo ad accennarglielo? Ma figurati, meglio se evito, mi risponderebbe «Certo, per chi mi hai preso?».
Pochi istanti dopo che la porta si è inesorabilmente chiusa dietro di noi, lui si rende conto di aver dimenticato le chiavi dentro.
Telefona agli altri due colleghi – oltre ai titolari, già partiti per chissà dove – che dovrebbero essere in possesso delle chiavi: una gli risponde che è ancora in zona ma purtroppo le chiavi le ha restituite da un pezzo, l'altro ce le ha ancora, solo che al momento si trova in montagna, ad almeno un paio d'ore di strada da noi. Fortunatamente c'è suo padre che, liberatosi da un impegno, entra in casa del figlio per recuperare il prezioso mazzo, permettendoci di rientrare in ufficio dopo le 15, oltre un'ora più tardi rispetto al dovuto.
Tutto è bene quel che finisce bene, no? Peccato che – pensa te come sono fatta – io mi sia sentita in colpa per non aver rivolto al mio responsabile quella domanda che mi sembrava tanto sciocca, ma che in fin dei conti non lo era affatto. Mentre pranzavamo, lui mi ha detto con tono indubbiamente scherzoso «Accidenti agli automatismi mentali, non mi è proprio venuto in mente di prendere le chiavi, perché ieri ci avevi aperto tu... Vedi, è colpa tua!». Ma io ho tagliato corto replicando «Senti, non ti ci mettere pure tu, ché già mi sento sempre in colpa di default!».
P.S.: La foto che ho scelto per illustrare il post capita a fagiuolo, nella giornata mondiale del gatto! :-)
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