giovedì 30 marzo 2023

Sogno una carne sintetica

Stasera ti propongo alcuni link relativi a un paio di notizie assai discusse che riguardano l'alimentazione e il suo rapporto con la politica e con le tradizioni gastronomiche.

  • Come riporta Il Post, «Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che vieterebbe la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, cioè quelli che vengono prodotti a partire da cellule animali ottenute attraverso biopsie indolori su animali vivi. Queste cellule vengono poi “allevate”, ovvero nutrite in vitro, con sieri di origine vegetale e animale, grazie ai quali crescono fino a diventare tessuto muscolare, carne “vera” che non comporta enormi emissioni di CO2, deforestazione e sofferenza degli animali». Peccato, perché io un alimento che ha lo stesso apporto nutrizionale, e magari pure lo stesso sapore, della carne senza porre problemi etici e producendo un impatto ambientale di gran lunga inferiore rispetto agli allevamenti intensivi, per tacere dell'assenza di microorganismi nocivi, antibiotici e ormoni, lo mangerei molto volentieri. Qui c'è il parere della dottoressa Alice Rotelli, medico chirurgo, mentre il mio "facciamico" Luca Simonetti, avvocato di professione, ha esposto le ragioni per cui il divieto in questione è semplicemente ridicolo. Vale la pena di sottolineare che l'espressione "carne sintetica" è impropria, come hanno spiegato Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti in un episodio del loro podcast Ci vuole una scienza uscito a dicembre.
  • I paladini dell'Autentica Tradizione Gastronomica Italiana sono insorti leggendo – ma secondo me ne hanno solo sentito parlare, o se l'hanno letta non l'hanno capita – l'intervista rilasciata al prestigioso Financial Times da Alberto Grandi, professore di Storia dell'alimentazione e preside del corso di laurea in Economia e management all'Università di Parma. La sua colpa? Aver "osato" affermare "eresie" come quella che la celeberrima pasta alla carbonara, vessillo della cucina romana, in realtà è una ricetta americana, e che fino agli anni '50 del secolo scorso la maggioranza degli italiani la pizza non la conosceva proprio. Affermazioni altrettanto scomode Grandi le dispensa con cadenza settimanale nel suo podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata, che ho scoperto per l'occasione, e del quale proprio oggi è uscito un episodio nel quale il professore discute col suo "socio" Daniele Soffiati dell'"inferno" scatenato dall'intervista. Eppure, indovina un po'?, si dà il caso che abbia ragione il prof. Questo riepilogo stilato da Marco Ferrari è assai esauriente al riguardo.

P.S.: La "colonna sonora" di questo post, che ne ha ispirato il titolo, è Aurora sogna dei Subsonica, tratto dal memorabile album Microchip emozionale uscito – urka!!! – nel lontano 1999.

1 commento:

  1. Chissà cosa direbbero i Paladini di cui sopra (in particolare uno) se sapessero che neppure il mitico risotto allo zafferano è italiano, tanto meno milanese, visto che il riso è arrivato in Italia nel XIII secolo, sotto la dominazione musulmana, e lo zafferano è una pianta originaria del medio oriente. E si potrebbe continuare con tanti altri cibi, eh...

    RispondiElimina