La notizia della scomparsa di Maurizio Costanzo per quanto non del tutto inaspettata – il giornalista e conduttore televisivo era anziano e non sembrava granché in salute – mi ha suscitato un certo smarrimento, come mi succede ogniqualvolta muore una persona che ha (quasi) sempre fatto parte della mia vita, anche solo sul piano mediatico. Infatti mia madre era un'assidua telespettatrice del Maurizio Costanzo Show, che andava in onda da quando io avevo sei anni. Molto ci sarebbe da dire su Costanzo, ma in questa sede mi limiterò a riferire il modo che non esito a definire fuori luogo – e infatti successivamente è stato modificato – in cui è stata data la notizia su Repubblica: «è stato un gigante della televisione, e non solo per la sua mole».
(Volendo essere pignoli, lui era alto solo 164 centimetri, pur essendo indubbiamente sovrappeso. E pensare che i coccodrilli in genere si preparano con largo anticipo...)
In questo ci vedo un nesso con un'altra notizia di cui si è molto discusso negli ultimi giorni: Puffin Books, l'editore britannico dei libri per ragazzi dello scrittore britannico Roald Dahl (1916-1990) che fa parte del gruppo Penguin Random House, in accordo con i detentori dei diritti ha deciso di introdurre una lunga serie di piccole modifiche nelle più recenti edizioni destinate ai giovanissimi. «Dahl aveva uno stile irriverente e nei suoi libri le caratteristiche morali dei personaggi negativi sono spesso associate a caratteristiche fisiche, come la bruttezza e la grassezza», ricorda Il Post. E quindi, bando a parole come "grasso" e "brutto". Ma il rimaneggiamento è andato ben oltre:
Ad esempio, nella vecchia edizione [di Le Streghe, NdC], a un certo punto la nonna spiega al nipote che le streghe indossano guanti per nascondere di avere «lunghi artigli aguzzi e ricurvi» al posto delle unghie e parrucche per nascondere di essere calve. Lui le risponde che quindi tirerà i capelli a tutte le donne per riconoscere le streghe, e la nonna replica:
Non dire stupidaggini. Non puoi tirare i capelli a tutte le donne che incontri, anche se portano i guanti. Provaci e vedrai.
Nella nuova edizione britannica la risposta è diventata:
Non dire stupidaggini. Peraltro ci sono molte altre ragioni per cui una donna potrebbe indossare una parrucca senza che ci sia nulla di sbagliato.
Qui non si tratta soltanto di evitare termini "politicamente scorretti": per non rischiare di urtare la sensibilità di qualcuno, si è stravolto completamente il senso della frase.
Nelle nuove edizioni c'è una nota che dice «Le parole sono importanti. Le magnifiche parole di Roald Dahl possono trasportare in mondi diversi e far conoscere personaggi meravigliosi. Questo libro è stato scritto tanti anni fa e quindi ne rivediamo regolarmente il linguaggio per assicurarci che possa essere apprezzato da tutte le persone anche oggi».
A tal riguardo mi sembra che valga la pena di riportare il parere della scrittrice Licia Troisi: «preferisco passare in futuro per fascista, razzista, retrograda, o che i miei libri non se li legga più nessuno, piuttosto che qualcuno ci metta mano senza il mio consenso. E no, il fatto che Dahl abbia da vivo cambiato cose non implica che accetterebbe questo».
Oggi, a porre (forse) fine alla diatriba, è arrivato il comunicato della casa editrice: con buona pace di chi già se la stava prendendo con la famigerata cancel culture, le edizioni originali continueranno a essere pubblicate accanto a quelle rimaneggiate, per la gioia dei lettori adulti, e pure di quelli più giovani, ma già sufficientemente maturi e consapevoli da avere gli strumenti per comprendere e contestualizzare quello che leggono, magari con l'aiuto dei genitori o degli insegnanti.
In conclusione, a proposito di Roald Dahl, guarda caso i Ricordi di Facebook mi fanno notare che esattamente 8 anni fa condividevo questo post di MedBunker.
"...una mattina, mentre già iniziava a stare meglio, ero seduto sul suo letto e le facevo vedere come fare dei piccoli animali con degli scovolini colorati, e quando era il suo turno ho notato che le sue dita e la sua testa non stavano lavorando le une con l’altra, e che lei non riusciva a fare niente.
«Ti senti bene» le ho chiesto?
«Mi sento assonnata», mi ha risposto.
Nel giro di un’ora aveva perso conoscenza. Dodici ore dopo era morta”.
Roald Dahl (scrittore).
Questo succedeva nel 1962 all'autore de "La fabbrica di cioccolato" e di "Gremlins". Ha perso una figlia per il morbillo.
In questi giorni in Germania è in corso un'epidemia, 574 casi solo a Berlino e purtroppo un decesso, un bambino di 18 mesi.
Deve succedere anche da noi?
Forse molti non sanno che l'ultima epidemia importante di morbillo in Italia non è avvenuta nel 1800 ma nel 2002.
Nella sola Campania (regione con bassa copertura vaccinale ai tempi) si sono avuti 40.000 casi di morbillo, 600 ricoveri, 16 casi di encefalite e 4 morti.
Non facciamo soffrire i nostri figli per colpa dell'ignoranza.
E già, l'antivaccinismo non è mica nato col COVID, ma esisteva già da un bel po'.
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