sabato 5 marzo 2022

Il centenario di Pasolini

La storia della mia famiglia è legata in qualche modo alla figura di Pier Paolo Pasolini, del quale ricorre oggi il centenario della nascita. I miei genitori infatti abitarono per qualche anno, fino al 1976, in via Pasolini – ma non si trattava di Pier Paolo, morto assassinato nel 1975, bensì di qualche suo familiare – nella cittadina friulana di Casarsa della Delizia, che ebbe un ruolo importante nella vita del grande scrittore e cineasta. E se non ci fosse stato il terremoto, che spinse mia madre a trasferirsi dai suoi a Fabriano per portare a termine la gravidanza più serenamente, è probabile che sarei nata da quelle parti.

Devo ammettere di non aver mai letto nulla di Pasolini – la collana di libri allegati al Corriere di cui ha parlato Andrea può essere un'occasione per colmare questa lacuna – ma intanto inizio col condividere un elenco di sue frasi, citazioni e aforismi tratti da Aforisticamente che denotano una perspicacia non comune nell'interpretare la realtà con lungimiranza, nonché una notevole capacità di leggere dentro di sé.

La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.
Lo sapevi, peccare non significa fare il male: non fare il bene, questo significa peccare.
Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.
Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui.
La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi.
Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto.
Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.
Non esiste razionalità senza senso comune e concretezza. Senza senso comune e concretezza la razionalità è fanatismo.
Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole.
Solo nell'attimo in cui si è a tu per tu con la regola da infrangere si può sfiorare la rivelazione della verità.
Nessuna maggioranza potrà mai abolire dalla propria coscienza il sentimento della "diversità" delle minoranze.
Sei così stupido che quando la tua stupidità ti avrà ucciso e sarai all'inferno, crederai di essere in paradiso.
Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
Finché il "diverso" vive la sua "diversità" in silenzio, chiuso nel ghetto mentale che gli viene assegnato, tutto va bene: e tutti si sentono gratificati della tolleranza che gli concedono. Ma se appena egli dice una parola sulla propria esperienza di "diverso", oppure, semplicemente, osa pronunciare delle parole "tinte" dal sentimento della sua esperienza di "diverso" si scatena il linciaggio, come nei più tenebrosi tempi clerico-fascisti. Lo scherno più volgare, il lazzo più goliardico, l'incomprensione più feroce lo gettano nella degradazione e nella vergogna.
Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso... Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.
Lo schema delle crisi giovanili è sempre identico: si ricostruisce a ogni generazione. I ragazzi e i giovani sono in generale degli esseri adorabili, pieni di quella sostanza vergine dell'uomo che è la speranza, la buona volontà: mentre gli adulti sono in generale degli imbecilli, resi vili e ipocriti (alienati) dalle istituzioni sociali, in cui crescendo, sono venuti a poco a poco incastrandosi.
Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.
Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro.
Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell'imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione.
La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.
Lei non ha capito niente perché è un uomo medio. Un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista, qualunquista.
La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia
Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori?
Sono vent'anni che la stampa italiana, e in primo luogo la stampa scritta, ha contribuito a fare della mia persona un controtipo morale, un proscritto. Non c'è dubbio che a questa messa al bando da parte dell'opinione pubblica abbia contribuito l'omofilia, che mi è stata imputata per tutta la vita come un marchio d'ignominia particolarmente emblematico nel caso che rappresento: il suggello stesso di un abominio umano da cui sarei segnato, e che condannerebbe tutto ciò che io sono, la mia sensibilità, la mia immaginazione, il mio lavoro, la totalità delle mie emozioni, dei miei sentimenti e delle mie azioni a non essere altro se non un camuffamento di questo peccato fondamentale, di un peccato e di una dannazione.
Il moralista dice di no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso.
Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità.
Noi intellettuali tendiamo sempre a identificare la "cultura" con la nostra cultura: quindi la morale con la nostra morale e l'ideologia con la nostra ideologia. Questo significa che esprimiamo, con questo, un certo insopprimibile razzismo verso coloro che vivono, appunto, un'altra cultura.
Chi non ha pretese non ha neanche dispiaceri.
La serietà è la qualità di coloro che non ne hanno altre: è uno dei canoni di condotta, anzi, il primo canone, della piccola borghesia.
Chi dice che io sono uno che non crede, mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Io posso essere uno che non crede, ma uno che non crede che ha nostalgia per qualcosa in cui credere.

1 commento:

  1. Grazie della citazione :-) In realtà di Pasolini non è che abbia letto molto neppure io. Di libri scritti da lui ho letto solo, recentemente, il bellissimo Scritti corsari. Precedentemente avevo invece letto un libro-inchiesta sul suo assassinio. Conto comunque di rifarmi con quelli che usciranno i prossimi sabati.

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