Oggi pomeriggio sono rimasta come tutti, immagino, agghiacciata dalla notizia dell'ospedale pediatrico bombardato a Mariupol. Proprio prendendo spunto da questo fatto Alessandro Gilioli, in qualità di giornalista nonché direttore di Radio Radicale, ha esternato in un post la difficoltà di raccontare questa guerra su un medium qualsiasi, visto che non è per niente banale accedere a fonti affidabili, e si rischia pertanto di fare disinformazione.
Questa mattina Paolo Attivissimo ha esposto in una serie di tweet – per poi raccogliere il tutto in un post pubblicato su Bufalopedia, dove sono elencate le risorse a cui fare riferimento per trovare debunking – le "dieci cose da fare invece di stare sui social e ossessionarsi sulla guerra".
1. Qualunque video o audio o messaggio riguardante il conflitto, di qualunque fonte (anche giornalistica o governativa), va considerato con estrema prudenza e in mancanza di conferme FORTI non va condiviso, neanche per criticarlo.
2. Se qualcuno vi manda video / audio / messaggi non verificati sulla guerra, ditegli di piantarla di diffondere allarmi o almeno di smettere di mandarli a voi.
3. Se vedete notizie che sospettate già che siano false, NON MANDATELE PUBBLICAMENTE AI DEBUNKER. Regalereste solo visibilità: cancellatele e basta. Se proprio dovete segnalarle a un debunker, usate mail o messaggi privati.
4. Tutto quello che viene affermato senza prove può essere liquidato senza indagine. Non sta a noi debunker smentire: spetta a chi fa l’affermazione portarne le prove. Niente prove? niente fonti? Allora niente clic, niente inoltri, niente condivisioni, niente commenti.
5. Non scrivetemi chiedendo un mio parere su una notizia di guerra. Se non è legata all'informatica, non sono qualificato a dirne nulla e quindi sto zitto. Fate altrettanto.
6. Se avete letto su un sito (anche di giornale o emittente TV) una scemenza sulla guerra: A) PIANTATE DI LEGGERLO; B) NON CITATELO, neanche per contestarlo. Link che contestano o elogiano aumentano comunque visibilità, ranking e incassi pubblicitari.
7. Se frequentate gruppi social nei quali circolano allarmi sulla guerra, SMETTETE DI FREQUENTARLI. Non state facendo altro che rincoglionirvi e farvi venire ansie. PIANTATELA DI FARVI OSSESSIONARE DALLA GUERRA E DAI COMPLOTTISMI.
8. Invece di perdere tempo e alimentare paranoie sui social, fate altro. Leggete un libro. Riordinate la casa. Guardate un film. Cucinate. Tenete un diario privato. Staccatevi dallo schermo del telefonino e parlate con gli esseri umani che avete intorno. Aiutate chi ha bisogno.
9. Se avete figli, giocate con loro. Aiutateli con i compiti. Imparate una lingua straniera. Trovatevi con gli amici. Se avete un partner, fate l’amore (in sicurezza). Se non l’avete, siate creativi.
10. Parlate d’altro. Fate piani per il futuro, perché la guerra prima o poi finirà. Ma soprattutto, NON CONDIVIDETE CAZZATE.
Grazie.
Comunque Il Sole 24 Ore ricorda mediante un'infografica che, sebbene per noi italiani sia abbastanza naturale "sentire" di più la guerra in Ucraina anche per ragioni geografiche e culturali, ci sono altri conflitti in corso nel mondo. In questo preciso momento.
P.S.: La prima delle due vignette di David Sipress che aprono questo post (il cui titolo, in italiano "Come rimanere sani di mente quando si passa senza soluzione di continuità da una pandemia a una guerra", è ispirato al relativo articolo), l'avevo già condivisa l'anno scorso, ma oggi mi sembra più attuale che mai.
Nessun commento:
Posta un commento