L'altro giorno ho condiviso su Facebook il post di un'insegnante con la foto di lei che teneva tra le mani un foglio recante una scritta del tipo «Condividi questo post, voglio dimostrare ai miei alunni quanto può diffondersi facilmente una foto su internet». Quando sono andata a recuperarlo per scriverne qua sul blog, non l'ho più trovato: si vede che era stato rimosso, e stranamente non ce n'era traccia neppure nella cache del browser. Cercando con Google ho individuato su Daily Mail Online una versione molto simile risalente a novembre 2013, segno palese che le cose non sono migliorate granché sotto quel punto di vista.
Sto parlando ai miei studenti di quinta elementare della sicurezza in Internet e di quanto velocemente una foto può essere vista da molte persone. Se stai leggendo questo, fai clic su "MI PIACE". Grazie!
A suo tempo la foto dell'insegnante in questione, Julie Anne Culp, divenne virale non soltanto nella sua versione originale, ma anche nelle innumerevoli rielaborazioni fatte con Photoshop. Spero che i suoi alunni – e non solo loro – abbiano imparato la lezione! (Peraltro l'età minima per creare un account su Facebook o su Instagram dovrebbe essere 13 anni, ma tanto chi controlla? Spesso sono proprio i genitori, che dovrebbero tenere i propri pargoli il più a lungo possibile al sicuro dalle insidie della Rete, ad introdurceli regalando loro smartphone o tablet per non farli sentire inferiori ai coetanei che già li possiedono)
Ma c'è di peggio, almeno dal punto di vista di chi come me sui social non pubblica quasi mai le proprie foto. Se mi capitava di scrivere un post più intimo e personale del solito non mi preoccupavo particolarmente, «tanto possono vederlo solo le persone a cui ho dato l'amicizia». È vero che un amico non degno di tale nome potrebbe sempre fare uno screenshot di un mio post e divulgarlo per prendersi gioco di me... macometeva? ;-) (cit.) Ebbene, da quando ho letto questo articolo non sono più così tranquilla. A quanto pare esiste un'app, chiamata Lightshot, che permette non solo di fare screenshot e personalizzarli, ma anche di caricarli online con un URL pubblico che è composto come segue: prnt.sc/
seguito da una sequenza di 6 caratteri alfanumerici. Ho fatto pochissime prove senza trovare nulla di strano, almeno in apparenza... ma temo che di cose potenzialmente compromettenti ce ne siano eccome. Quindi, aggiornando la lezione delle insegnanti di cui sopra, ti consiglierei di fare più che mai attenzione non solo alle foto che pubblichi, ma anche a quello che scrivi in Rete, visto che è così facile diffonderlo a tua insaputa.
Nessun commento:
Posta un commento