Proprio ieri la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli è intervenuta al riguardo, sottolineando che la legge è legge – in genere sono io la prima a dirlo, ma le leggi non sono eterne ed immutabili, e quando è il caso si possono sempre correggere e migliorare – e concludendo che «è anche un grande piacere per i nonni andare a prendere i nipotini», un piacere che purtroppo lei non può concedersi a causa dei suoi impegni istituzionali. Evidentemente, nel mondo fatato della ministra Fedeli, tutti gli altri nonni sono abbastanza anziani da essere già in pensione, ma al contempo abbastanza giovani e in buona salute da poter badare ai nipoti. (Proprio l'altroieri Dania ha raccontato la sua esperienza al riguardo) L'eventualità che vivano in un'altra città, o che non ci siano più, sembra non passarle neanche per l'anticamera del cervello. Lia Celi ha definito Valeria Fedeli «l'unico ministro capace di far incazzare studenti, genitori e nonni»... e aggiungerei chi genitore non lo è ancora, come la sottoscritta. :-/
Rimanendo nell'ambito delle questioni che rientrano nelle competenze del Ministero dell'Istruzione, particolarmente discussa negli ultimi tempi è l'alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell'ultimo triennio delle scuole superiori, e introdotta dal governo Renzi con la riforma della Buona Scuola approvata nel 2015. Premesso che personalmente l'idea non mi convince granché, negli ultimi giorni ho letto due opinioni abbastanza favorevoli e piuttosto ben argomentate, e desidero condividerle qui di seguito. C'è l'articolo scritto da Alessandro Maggioni per Gli Stati Generali, dal quale estrapolo alcuni passaggi chiave...
Poi, al tempo dell'Università, mi son messo a fare il furgonista. Ritiravo materiale elettrico un giorno a settimana a Milano e nel suo hinterland. Anche qui mi divertivo dannatamente; imparavo strade nuove, scorciatoie, percepivo "le strutture dello spazio antropico" e la morfologia urbana reali che intanto studiavo sui libri di Gianfranco Caniggia e di Aldo Rossi, conoscevo posti belli e altri di merda, capivo che il "lavoro" non di concetto o intellettuale ha una sua grande, sconfinata, nobiltà. E, soprattutto, insegna molto: organizzazione, resistenza alla fatica, necessità di adattamento, pragmatismo e pazienza.
[...]
A questi giovani, che usano la parola "operaio" come se fosse uno stigma, che non lavano i piatti perché non sanno manco come si inizia a farlo e che si riempiono la bocca di frasi fatte dico solo una cosa: rivendicare diritti – sacrosanti – è il termine di un percorso che vede prima lo sforzo di praticare doveri.
E io oggi, tra un laureato che ha fatto prima il lavapiatti e uno che spiattella dodici titoli, senza aver capito un accidente della vita, non ho dubbi: scelgo il primo.... e il post di Carolina Ballada, del quale riporto qui di seguito la prima parte.
E INVECE LAVARE I PIATTI È FORMAZIONE, ECCOME.
Lo dice una che i piatti li ha lavati, all'estero, di notte e per meno di 4 pound all'ora.
Cosa potrebbero imparare gli studenti lavando qualche piatto a gratis da Mc Donald?
In breve:
E in effetti io stessa, essendo stata indotta dalle circostanze a svolgere per nove anni un lavoro da impiegata che aveva ben poco a che vedere con la mia maturità scientifica e ancor meno con la mia laurea in ingegneria, devo riconoscere che mi è servito al di là delle mie aspettative, anche se non ho mai smesso di aspirare a qualcosa di meglio. Rimane il fatto che nel caso dell'alternanza scuola-lavoro si tratta di lavoro gratuito, assimilabile quindi a una forma di sfruttamento. Molti hanno osservato, ironicamente ma non troppo, che in questo modo i ragazzi si abituano per tempo all'andazzo che troveranno quando finiranno gli studi, e nel mondo del lavoro cercheranno di entrarci per davvero... ;-)
- Quanto poco ne sanno del mondo del lavoro e delle sue dinamiche.
- L'umiltà.
- Come ci si comporta sul posto di lavoro
- Il rapporto con il cliente, con i colleghi e con i superiori.
- Il rispetto.
- La puntualità.
- La responsabilità.
- Che nella vita per ottenere qualsiasi cosa ci si deve fare il mazzo.
- Che non esistono pasti gratis.
- Che la vita è migliore se hai ambizione.
- Che buona parte di tutto quello che hai studiato a scuola, nella vita reale, è praticamente inutile.
- Che la cosa che conta di più, nel mondo del lavoro, è saper imparare. E saperlo fare in fretta.
- Cosa sia un business di successo.
- Che cosa significhi partire dal basso.
- Che stare in basso non è il massimo e quindi è meglio se ti applichi e ti impegni per migliorare.
- Che oggi lavori gratis perché sei studente e che domani, se non saprai fare un cazzo, lavorerai gratis (o quasi) comunque, nonostante i tuoi titoli accademici.
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