Tra le tante cose difficili della vita c'è quella di riuscire a comportarsi in modo lecito senza destare sospetti. Se io entro in una libreria, evito di avere già un libro sottobraccio: mi sentirei osservato. Se un lunedì mi sento poco bene, evito di presentare il certificato medico e lavoro lo stesso, perché il lunedì è ormai per definizione il giorno in cui tutti stanno poco bene per allungare il weekend, e a me secca essere coinvolto in questa usanza.[Il brano di Luca Goldoni sul quale è basato il monologo, intitolato La minorenne, è questo, ancora attualissimo nonostante siano trascorsi quarant'anni esatti dalla pubblicazione del libro Cioè da cui è tratto]
È difficile, dicevo, comportarsi in modo lecito senza destare sospetti. Il mio rancore verso i disonesti non dipende solo dal fatto che ci danneggiano materialmente, ma che ci rendono complicata la nostra esistenza di onesti. I criminali o i deviati che rubano o violentano i bambini non colpiscono soltanto le loro vittime, ma danneggiano tutti noi, che dobbiamo rinunciare a delle azioni pulite perché loro le hanno sporcate.
Ma è notevole pure l'altro pezzo messo in scena da Edoardo nel corso della serata. Un uomo va a fare la serenata alla fidanzata Nina, ma non per chiederle di sposarlo come vuole la tradizione, perché non può, almeno per il momento: le confessa infatti che il supermercato dove lavorava, e che è appena passato a una multinazionale cinese, ha tagliato il personale incluso lui, e «senza stipendio fisso quello della banca ha detto che il mutuo non ce lo dà». L'amore non basta, purtroppo: per costruire una vita a due ci vogliono i soldi, e «i soldi li danno solo a chi i soldi già ce li ha».
Nessun commento:
Posta un commento