E un mio "facciamico" – che avevo smesso di seguire, pur senza togliergli l'amicizia, perché mi davano troppo fastidio certi suoi post grondanti idee fasciste – ha commentato che lo ius soli, a differenza dello ius sanguinis attualmente in vigore in Italia, non è giusto perché «non è che se un gattino nasce in una stalla questo fa di lui un bue o un cavallo». Avrei voluto rispondergli «Che c***o dici?!», ma sono riuscita a replicare in maniera più civile: stiamo parlando di esseri umani, mica di specie animali differenti!
Di seguito condivido due video per riflettere sullo ius soli. Il primo è un breve documentario che dà voce ad alcuni bambini nati in Italia da genitori stranieri: per questo non potranno essere cittadini italiani fino al compimento della maggiore età. Mi è piaciuta in modo particolare la piccola Ghizlan, 8 anni, che vive a Roma ma è nata a Teramo e, se le chiedi «Di che nazionalità sei?», dopo un attimo di esitazione perché «Che vuol dire nazionalità?», nega con convinzione di essere italiana: «Sono abruzzese!». :-D
C'è poi un video condiviso da Lorenzo Baglioni, che ho imparato a conoscere per le sue canzoncine scanzonate ma che a quanto pare non disdegna affatto progetti ben più profondi. Si tratta di un monologo assai toccante tratto dal film Sta per piovere, nel quale Lorenzo impersona Said Mahran, un giovane di origine algerina dal forte accento toscano perché è nato e cresciuto a Firenze, e che ciononostante sarà a breve costretto insieme ai suoi genitori, in Italia da trent'anni, ad andarsene in Algeria, dove non ha mai messo piede in vita sua.
Ieri sera una "facciamica" dalla quale mi sarei aspettata ben altra sensibilità nei confronti di certi temi ha condiviso con mio grande sconforto l'immagine qua sotto prendendola palesemente per oro colato, senza rendersi conto neanche un po' della sua natura "trolleggiante".
A parte il fatto che la legge sullo ius soli, ahimè, è ben lungi dall'essere stata approvata, il refuso finale INFORNATEVI dovrebbe far suonare un campanello d'allarme. In realtà si tratta di un fotomontaggio fatto – nemmeno troppo bene, a dire il vero – a partire da una foto del Project Unbreakable dedicato a raccogliere testimonianze di vittime di abusi; ne ho già parlato qui.
A proposito del famigerato piano Kalergi – non KALENGI, nome curiosamente simile a quello di un marchio di articoli sportivi – che in realtà non è nient'altro che una squallida bufala razzista, condivido il post satirico di Gioacchino Cortese.
Attenzione! Il piano Kalergi prevede la sostituzione programmata dei popoli europei con quelli africani! Una volta svuotata l'Africa ci vanno i cinesi, mentre in Cina ci si mettono quelli dell'America Latina e così via. Quando Kalergi dice "STOP!" il popolo che resta in piedi senza un territorio viene eliminato.
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