sabato 31 ottobre 2015

Contro l'intolleranza ad "Aulin"

Stasera si festeggia Halloween. Come al solito me ne starò a casa, tanto più che questa festività non mi affascina granché... (perché mi pare un'americanata prettamente consumistica, non certo perché io la reputi una festa demoniaca come la definisce l'esorcista padre Amorth) Ma alcuni spunti che ho raccolto in Rete mi piace condividerli! :-)
Mancano poche ore alla festa alla quale ti hanno invitato, e non hai ancora deciso come vestirti?
Ad Halloween vestitevi da libri, la cultura a tanti fa ancora paura...
Insomma, per terrorizzare la gente ad Halloween, travestitevi da insaccato.
Passando a idee un pochino più concrete, eccone due irresistibili per i travestimenti delle bambine accompagnate da un cane: Cappuccetto Rosso...


... e la Bella con la Bestia.


[Poveri cagnoloni, però..]
Ma chi l'ha detto che le femminucce debbano per forza vestirsi da personaggi femminili, e i maschietti da personaggi maschili? Applausi a Paul Henson, un papà ventottenne della Virginia che, quando il figlioletto Caiden ha manifestato il desiderio di travestirsi da Elsa di Frozen, anziché mettersi le mani nei capelli come farebbero tanti genitori al posto suo, lo ha assecondato in pieno e ha pubblicato su Facebook la foto del bimbo che indossa l'agognato costume...


... corredata dalle parole di cui riporto qui di seguito la traduzione.
Chiunque ci conosca sa che generalmente lasciamo che Caiden faccia le sue scelte, in una certa misura. Beh, lui ha scelto il suo costume per Halloween. Lui vuole essere Elsa. Vuole anche che io sia Anna. E sia...
Tenetevi le vostre stronzate da maschi e i costumi da sgualdrinelle, Halloween è per i bambini che fanno finta di essere i loro personaggi preferiti. È così che va, questa settimana il suo è una principessa.
Dopo il successo di Inside Out, è di gran moda – oltre che perfetto per Halloween – travestirsi da Tristezza.
Qui c'è una galleria fotografica con alcune idee di costumi faidaté per ingegneri.
Fra intolleranze alimentari e nuovi regimi dietetici, anche fare dolcetto o scherzetto non è mica semplice com'era un tempo... :-) (via @uffait)


[L'immagine che apre il post è tratta da LIGHT WORDS]

venerdì 30 ottobre 2015

Ancora bellezze d'Abruzzo

[Dopo il post dello scorso marzo, faccio il bis...]
Oggi mi va di condividere due video che mostrano la bellezza della regione in cui vivo.
Questo qui sotto è stato realizzato con le foto dei temi L'Abruzzo e le stelle ed Eremi, castelli e abbazie del contest fotografico La Notte dei Ricercatori organizzato da Paesaggi d'Abruzzo per valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale della regione.


Quest'altro, invece, è un timelapse girato da Davide Severi nei pressi del Parco Regionale del Sirente-Velino tra le località di Castello (?), Casentino, Sant'Eusanio Forconese e l'inconfondibile Rocca Calascio.

giovedì 29 ottobre 2015

Oltre il tempo e le distanze

Tra meno di un mese si svolgerà la cinquantottesima edizione dello Zecchino d'Oro, il festival canoro per bambini che ero solita seguire avidamente, non soltanto quando ero in età per parteciparvi, ma pure un pochino più grandicella! :-) Poi crescendo ho perso interesse... ma quest'anno sono proprio curiosa di ascoltare uno dei brani in gara, Zombie vegetariano, scritto da un certo Francesco Di Gesù, meglio noto come Frankie hi-nrg mc. :-)
Facciamo ora un salto nel passato, per la precisione indietro di trent'anni. Nel 1985 il brano primo classificato della ventottesima edizione fu Riprendiamoci la fantasia, cantato da un'adorabile brunetta di Alessandria, di nome Alice Lenaz e dal soprannome che era tutto un programma: "Tornado".



Un altro dei brani in gara era Un due tre, siam trentatré, interpretato da Wouter Bongaerts, un grazioso biondino belga soprannominato dal canto suo "Il pensatore" per via dell'atteggiamento riflessivo.



Durante l'esperienza all'Antoniano di Bologna Alice e Wouter sembrano inseparabili, ma quando lui torna al suo Paese i due bambini fatalmente si perdono di vista: all'epoca non esisteva ancora internet, che oggi rende facilissimo mantenere i contatti anche a distanza.
Un anno fa, come riferito da La Stampa, Alice, che oggi vive di musica e di pittura, «organizza un ritrovo a Bologna fra i concorrenti di quell’edizione. E rivede Wouter, pescato su Facebook, che insegna musica e arte in una scuola olandese. È concertista, pianista, compone».
Per farla breve, questa volta "Tornado" e "Il pensatore" non hanno lasciato che la distanza l'avesse vinta sui sentimenti: dopo «un anno di delirio, mille telefonate, lettere, aerei», Alice ha deciso di fermarsi a vivere in Belgio con quello che è diventato il suo compagno d'arte oltre che di vita. Suo padre, scomparso a maggio, prima di morire le aveva detto «Prendi, vai, non sei un albero. Le radici le hai nel cuore, la fortuna è dove la trovi».
E niente, questa storia mi ha colpita talmente tanto che mi faceva piacere condividerla... <3

mercoledì 28 ottobre 2015

Siamo poi così diversi?

In principio fu il video Questions AMERICANS have for ITALIANS, realizzato da BuzzFeed e sparito in men che non si dica dal relativo canale YouTube – io l'ho recuperato qui – e dalla pagina Facebook [EDIT: invece qui c'è ancora, ero io che non lo trovavo] suppongo in seguito alle polemiche che erano sorte. Peccato, perché le domande che gli americani hanno posto a noi italiani mi sembravano tutt'altro che offensive, anzi alcune tradivano una sorta di venerazione per il Belpaese! :-)
Ben presto è arrivata la replica dei ragazzi di The Jackal, che su certi stereotipi hanno calcato un po' troppo la mano... ma simpatici come sono gli si perdona tutto, no? ;-)
A questo punto è sceso in campo Il terrone fuori sede ponendo alcune domande a quelli del Nord (Italia, s'intende), e sollecitando la risposta de Il milanese imbruttito. La quale si è fatta attendere una settimana buona, ma ieri finalmente è arrivata, grazie anche all'amichevole collaborazione de Il Terzo Segreto di Satira.
Adoro quando i creatori di video virali interagiscono in questo modo! :-D

martedì 27 ottobre 2015

Basta non esagerare...

Da ieri non si parla d'altro: l'agenzia intergovernativa IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), facente parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha decretato che le carni lavorate come wurstel e bacon sono cancerogene – fanno parte dello stesso gruppo di sostanze che comprende il fumo e le bevande alcoliche – mentre le carni rosse, al pari dei fritti, sono probabilmente cancerogene. La notizia ha suscitato reazioni di vario genere: c'è chi l'ha presa con ironia, come Satiraptus (1 e 2)...


[Colgo l'occasione per far notare che in realtà quella dei 4 veleni bianchi è una bufala]
... Falce e Rostello...
L'OAS (Organizzazione Abruzzese per la Sanità) smentisce categoricamente le illazioni provienienti dall'OMS e ribadisce che chi non mangia almeno 50 rostelli a settimana ha il 72,4% di probabilità in più di ammalarsi di veganismo o peggio.
... e ‏@Zziagenio78...
In pratica carne, pesce, verdura e frutta son tutte potenzialmente nocive.
Ora ho capito a cosa serve la preghiera prima di mangiare.
... mentre al contrario molti altri, preoccupatissimi, già manifestano l'intenzione di rinunciare del tutto ai cibi incriminati, o quantomeno di ridimensionarne drasticamente il consumo. Io, che come forse immaginerai sono piuttosto sensibile all'argomento, trovo che quest'ultima di per sé non sia affatto una cattiva idea, specie per chi era solito eccedere nel consumo di bistecche e salsicce. Che mangiare troppa carne rossa facesse male alla salute era già cosa nota, come ricorda l'oncologo Umberto Veronesi, vegetariano per motivi etici più che medici... ma, come diceva già cinque secoli fa Paracelso, «è la dose che fa il veleno» – o più estesamente «Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto» – e insomma, un consumo moderato permette di minimizzare i rischi assicurando un apporto nutrizionale equilibrato e accontentando allo stesso tempo il palato. Quest'articolo di Wired e quest'altro di Focus.it mi sembrano un buon punto di partenza per farsi un'idea in proposito senza lasciarsi prendere da allarmismi ingiustificati oltre che inutili, per non dire dannosi.

lunedì 26 ottobre 2015

Sono fatta così...

Sono sempre stata una fanciulla tendenzialmente introversa; essere un pochino più socievole non è che mi dispiacerebbe, ma cosa posso farci? A tal proposito, trovo geniale la raccolta 17 Graphs That Are Way Too Real For Introverts (17 grafici che sono fin troppo veri per gli introversi) pubblicata su BuzzFeed, dalla quale ho selezionato alcune immagini.

Cos'è che la gente pensa che voglia dire "introverso"
  • Socialmente impacciato
  • Odia le persone
  • Timido
  • Secchione
  • Troppo serio
  • Uno che non ha le capacità per essere estroverso
Cosa significa "introverso" in realtà
  • Un termine ampio che fa riferimento a un gruppo eterogeneo di persone che sono galvanizzate dal tempo trascorso in solitudine
Perché porti sempre con te un libro
  • Perché ami da morire la lettura
  • Per dissuadere la gente dal rivolgerti la parola in pubblico
Perché fai quella faccia
  • Sei concentrato
  • Stai pensando
  • Stai sognando ad occhi aperti
  • Te ne stai seduto qui, come mai la gente si preoccupa così tanto del fatto che tu stia sorridendo o meno?
  • Sei veramente di cattivo umore
Il tuo calendario sociale
  • Frequentare gli amici
  • Tempo per riprenderti dopo aver frequentato gli amici
Semplici piaceri per un introverso
  • Cibo
  • Sesso
  • Andare a un incontro senza dover parlare
  • Relazionarsi con un piccolo gruppo di persone splendide
  • Tornare a casa dopo una lunga giornata trascorsa in mezzo alla gente e stare da solo con te stesso
In ordinata "Quanto sei scontroso", in ascissa "Quanto tempo è passato dall'ultima volta che hai avuto del tempo da passare da solo"
Con quanta chiarezza e concisione riesci ad articolare i tuoi pensieri
  • Quando parli
  • Quando scrivi
Questa poi... Mi ci riconosco talmente tanto che me la farei stampare su una maglietta da indossare tutti i giorni a tutte le ore! :-)
Quante sono le situazioni sociali che gli introversi non riescono a gestire? Questo articolo di Higher Perspective ne elenca cinque: i colloqui di lavoro (cielo, per me è inconcepibile che si possa NON esserne terrorizzati!), le riunioni di famiglia, gli ascensori (a meno che non siano vuoti), le feste, conoscere gente nuova.

sabato 24 ottobre 2015

Per un'ora di luce in più

Questa notte dovremo spostare indietro di un'ora le lancette dei nostri orologi... un'immagine che nell'era del digitale, in cui molti dispositivi sono in grado di "rimettersi" da sé, suona sempre più spesso puramente metaforica, ma tant'è. Termina infatti il periodo di validità dell'ora legale, e ritorna l'ora solare, che dovrebbe essere – prego notare il condizionale ;-) – quella standard.
Magari questo post avrebbe avuto più senso in occasione del passaggio all'ora legale, il 29 marzo scorso... ma all'epoca, pur avendo già sottomano le relative fonti, non riuscii a prepararlo in tempo utile. E così lo pubblico adesso che sta per verificarsi la transizione opposta da me tanto detestata: che strazio, proprio adesso che le tenebre calano sempre prima, vedersi privare di colpo di un'ora intera di luce la sera! L'unico lato positivo è che avrò un'ora in più di sonno da trascorrere col mio amore... <3
La sottoscritta non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo all'effettiva utilità dell'alternanza ora solare/ora legale... e a quanto pare erano tutt'altro che infondate. A marzo, in occasione del passaggio all'ora legale, mi colpi in modo particolare un paragrafetto di questo articolo...
Si è scoperto però che il cambiamento d'orario, che avrebbe lo scopo principale di risparmiare energia, non era basato su alcuna prova. "Abbiamo obbedito a questa regola per un secolo ma nessuno sa spiegare il perché", osserva Downing: il primo tentativo concreto di misurare il risparmio di energia attraverso l'ora legale è avvenuto nel 1966.
... e quindi, volendo saperne di più, ho trovato questo articolo pubblicato il 4 marzo 2014 che riporta più nel dettaglio le affermazioni del summenzionato Michael Downing, insegnante alla Tufts University. Ne riporto qui di seguito la traduzione, dopodiché ciascuno potrà trarne le conclusioni che reputa più giuste. Io dico soltanto che leggendolo mi son sentita girare gli ammennicoli! :-/
Il costo dell'ora legale
La ragione per cui mettiamo l'orologio un'ora avanti ogni anno ha più a che fare con quello che spendiamo per il divertimento estivo che con la riduzione del nostro consumo di energia.
Con il passaggio all'ora legale ormai prossimo, ci si potrebbe domandare come mai ci prendiamo la briga di mettere l'orologio un'ora avanti e poi indietro ogni anno.
Si dà il caso che avere più luce del giorno ci dà più tempo per fare acquisti, andare in giro in macchina, cucinare grigliate e perfezionare la nostra pratica del gioco del golf. Quello che non fa è tagliare il nostro consumo di energia, come dovrebbe essere nelle intenzioni, afferma Michael Downing, un docente di inglese e autore di Spring Forward: The Annual Madness of Daylight Saving Time.
Di fatto, quando perdiamo un'ora di sonno all'inizio del periodo di ora legale che dura otto mesi, ciò riduce il nostro consumo di energia elettrica di meno di metà dell'1 per cento, dice Downing, contrariamente al più recente studio del Dipartimento dell'Energia.
Mentre il governo continua a sostenere che il paese riduce il consumo di energia elettrica per ciascun giorno di validità dell'ora legale, Downing afferma che non ci si avvicina neppure a questo obiettivo. Alcuni studi riferiscono piccole riduzioni nel consumo di energia elettrica, ma lo studio più completo della domanda di energia delle famiglie e molti altri riportano un aumento del consumo globale di energia che va dall'1 al 4 per cento durante il periodo di validità dell'ora legale.
«Le industrie del barbecue e del carbone affermano di fatturare 200 milioni di dollari aggiuntivi con un mese in più di ora legale, ed esse sono state tra le più grandi lobby a favore dell'estensione dell'ora legale da sei a sette mesi nel 1986», sostiene lui. A fare pressione insieme a loro quell'anno è stata l'industria del golf, la quale dice che il mese aggiuntivo di luce ha significato più tempo sui campi da golf e altri 400 milioni di dollari di entrate.
Ma ciò che è un bene per il commercio è un male per il consumo complessivo di energia, afferma Downing. «Se c'è luce quando usciamo dal lavoro e decidiamo di andare al centro commerciale o al ristorante o in spiaggia per una nottata estiva, non ci andiamo a piedi, ma in macchina», dice lui.
Il consumo di carburanti aumenta nel periodo di validità dell'ora legale, «qualcosa che l'industria dei carburanti sa dagli anni '30», dice Downing. Ecco perché essa ha esercitato forti pressioni per reintrodurre l'ora legale dopo due esperimenti a breve termine per conservare energia elettrica e altre risorse energetiche durante la prima e la seconda guerra mondiale.
Ma più tempo trascorso al volante significa anche più anidride carbonica nell'atmosfera, che aggrava il cambiamento climatico, dice Downing. Inoltre la riduzione dei costi di illuminazione degli interni nei soleggiati pomeriggi primaverili ed estivi è compensata da maggiori costi per il condizionamento degli uffici, delle fabbriche e dei centri commerciali.
«Ogni volta che il governo studia [l'ora legale], si scopre che in realtà non stiamo risparmiando nulla quando tutto è stato detto e fatto», afferma Downing.
Eppure, sotto la spinta di molte lobby di settore, il governo ha esteso la durata dell'ora legale più volte. Nel 1966, il presidente Lyndon B. Johnson firmò lo Uniform Time Act, che istituì l'ora legale, la quale cominciava l'ultima domenica di aprile e terminava l'ultima domenica di ottobre: sei mesi in tutto. Questa legge ha standardizzato delle usanze che variavano da stato a stato fra il 1945 e il 1966.
Poi, nel 1986, la legge federale è stata modificata per aggiungere un intero mese all'ora legale, facendola iniziare la prima, non l'ultima, domenica di aprile. «Questo cambiamento è stato stimolato da un gran numero di lobby: quelle del golf e delle attrezzature da golf, quella della ristrutturazione di case, la Hearth, Patio and Barbecue Association e le industrie dei carburanti e dei combustibili, che hanno visto un potenziale vantaggio per le loro vendite», afferma Downing. «C'è stato poco interesse per coloro che vivevano nelle zone occidentali di ciascun fuso orario, dove in certi mesi il sole potrebbe sorgere dopo le 8:30».
«Questo cambiamento standardizzato dell'ora non è stato a favore degli agricoltori, che adesso avevano un'ora in meno di luce al mattino per mungere le mucche e preparare la merce da portare al mercato, per non parlare dei pendolari o dei bambini in attesa dello scuolabus al buio», dice lui.
Nel 2005, i sette mesi di ora legale sono diventati otto con il passaggio dell'Energy Policy Act, che ha spostato la data di inizio alla seconda domenica di marzo e quella di fine una settimana più tardi, la prima domenica di novembre. La variazione dalla fine di ottobre all'inizio di novembre non è stata trainata dal risparmio energetico, ma dalla National Association of Convenience Stores (NACS), la quale ha voluto che Halloween cadesse durante l'ora legale.
«Ciò ha dato ai bambini più tempo per fare "dolcetto o scherzetto" e mangiare più dolci», dice Downing. Naturalmente, oltre alle barrette di Snickers, gli americani acquistano l'80 per cento della loro benzina presso i convenience store, e il NACS attribuisce a quel mese in più di ora legale un incremento di un miliardo di dollari nelle vendite annuali.
«Così oggi abbiamo otto mesi di ora legale e solo quattro mesi di ora solare», afferma. «Sai dirmi quale ora è quella standard?».
Aspetti positivi sul commercio a parte, Downing concede che l'ora legale faccia qualcosa di buono per l'anima: «Può essere basata su un falso mito di risparmio energetico, ma chi vuole rinunciare a godersi quelle lunghe, calde serate estive?».
Più o meno gli stessi argomenti, con qualche dato extra, sono contenuti in quest'altro articolo a firma dello stesso Downing.

venerdì 23 ottobre 2015

Sapori "antichi" dalla Sicilia

Oggi ti propongo una ricetta riportata su un ritaglio ingiallito del quotidiano Il Messaggero che mia madre conserva gelosamente da una trentina d'anni: le olive schiacciatelle siciliane, una prelibatezza che mi lega al ramo paterno della mia famiglia. Le sto mangiando proprio in questi giorni, perché è questo il periodo in cui è più facile trovare quelle del tipo adatto: la campagna abruzzese è talmente ricca di oliveti... ;-)
Come devono essere, le olive giuste, lo spiegava l'autore del trafiletto, Andrea Rapisarda.
devono essere ancora verdi; se nel mucchio ce ne fosse qualcuna rossiccia, poco danno, ma non c'è più nulla da fare quando sono state rese nere dalla maturazione compiuta.
Si tratta di una ricetta vecchia ops, antica di un paio di millenni: la mise per iscritto, ovviamente in latino, nientepopodimenoché Catone il Censore nel suo trattato De re rustica, o più propriamente De agri cultura.
Oleae albae quo modo condiantur. Antequam nigrae fiant, contundantur et in aquam deiciantur. Crebro aquam mutet. Deinde, ubi satis maceratae erunt, exprimat et in acetum coiciat et oleum addat, salis selibram in modium olearum. Feniculum et lentiscum seorsum condat in acetum. Si una admiscere voles, cito utito. In orculam calcato. Manibus siccis, cum uti voles, sumito.
Ma passiamo alla versione del Rapisarda, che dovrebbe essere un tantino più abbordabile... ;-)
Si schiacciano delicatamente le olive fino a spaccarle senza rompere i noccioli, e a questa operazione si adattano bene tanto un ciottolo quanto un martello purché usato con mano leggera. Se ne devono preparare solo quante ne potranno servire in famiglia per una settimana o poco più. Fatto questo, non resta che metterle in acqua e aspettare finché abbiano perduto quasi completamente l'amaro, tre giorni all'incirca se tenute sotto un filo di acqua corrente, cinque se in acqua ferma cambiata tutti i giorni. La maturazione è raggiunta quando le olive hanno preso un colore piuttosto bruno e qualcuna comincia a galleggiare.
A questo punto, non resta che prendere dalla pentola tante olive quante ne bastano per l'uso immediato lasciando le altre nell'acqua che non dovrà più essere cambiata, snocciolarle e condirle con sale, olio, aceto, aglio e peperoncino. [I parenti siculi ci mettono pure del peperone fresco e del sedano bianco, un'aggiunta che ha il suo bel perché, :-P NdC] Catone prescriveva qualche semetto di anice, forse perché non conosceva ancora l'origano attualmente usato in Sicilia, che a me sembra migliore.
[La prima razione l'ho fatta fuori così in fretta da non aver avuto il tempo di immortalarla... ma la foto che apre il post, tratta da FraGolosi, ne riproduce l'aspetto abbastanza fedelmente! :-P]

giovedì 22 ottobre 2015

Povera scacchiera...

Con oltre una settimana di ritardo, ti propongo l'enigma pubblicato lunedì 12 ottobre da Alex Bellos nel suo blog Monday Puzzle, con il titolo Can you solve it? Are you smarter than a maths jammer? (Riesci a risolverlo? Sei più intelligente di un maths jammer?). Se ti stai chiedendo cosa sia un maths jammer, lo capirai poco dopo che avrai iniziato a leggere quanto segue.
Quello della scacchiera mutilata è un enigma classico. Ma si può ricavare una soluzione per l'altro problema?
Il nostro maestro di cerimonie è Colin Wright, organizzatore della conferenza annuale MathsJam. Uno degli interessi di Colin sono gli altri enigmi. Vale a dire, altre versioni di enigmi classici.
Puoi avere familiarità con l'enigma della scacchiera mutilata. Oggi Colin ti sfida all'altro enigma della scacchiera mutilata.
Per prima cosa, quello classico. Immagina di avere una scacchiera e 32 tessere da domino. Ciascuna tessera ha esattamente le stesse dimensioni di due caselle adiacenti sulla scacchiera, il che significa che c'è un modo di porre le 32 tessere da domino in modo tale che coprano tutte e 64 le caselle della scacchiera.
Ora mutila la scacchiera tagliando via due caselle agli angoli diagonalmente opposti, come da immagine seguente, e lascia da parte una delle tessere.
È possibile posizionare le 31 tessere sulla scacchiera in modo tale che tutte e 62 le caselle rimanenti siano coperte? Mostra in che modo si può fare, oppure dimostra che è impossibile.
Passiamo adesso all'altro enigma di Colin. Questa volta devi mutilare la scacchiera tagliando via due caselle qualsiasi, una per ciascun colore.
Vale la stessa domanda. È possibile posizionare le 31 tessere sulla scacchiera in modo tale che tutte e 62 le caselle rimanenti siano coperte? Mostra in che modo si può fare, oppure dimostra che è impossibile.
La vuoi, la soluzione? Allora non devi far altro che scorrere la pagina un po' più in basso... :-)











































  1. La scacchiera alla quale mancano due angoli opposti non può essere coperta con 31 tessere da domino.
    Ciascuna tessera coprirà sempre due caselle adiacenti della scacchiera. Poiché caselle adiacenti hanno colori differenti, ciascuna tessera posta sulla scacchiera deve quindi coprire due colori differenti.
    Immagina che sia possibile coprire la scacchiera mutilata. Tu disponi le tessere e arrivi al punto in cui ci sono solo due caselle libere rimanenti. L'intuizione qui è rendersi conto che queste due caselle rimanenti
    devono essere dello stesso colore. (Questo perché i due angoli opposti che sono stati tagliati via erano dello stesso colore, quindi la scacchiera mutilata non ha più un egual numero di caselle di ciascun colore.) Se le due caselle rimanenti sono dello stesso colore, esse non sono adiacenti e non possono essere coperte dall'ultima tessera.
  2. La scacchiera alla quale mancano due caselle, una di ogni colore, può essere coperta con 31 tessere da domino.
    In primo luogo, considera un percorso attraverso la scacchiera che visita ogni casella una sola volta.
    Ecco un possibile percorso attraverso ogni casella. Ce ne sono molti, e sono tutti validi.
    Adesso rimuovi una casella di ciascun colore.
    Ho scelto queste due caselle, ma il ragionamento è valido con due caselle qualsiasi di colore differente.
    Quello che hai fatto è stato tagliare il percorso in due pezzi. Ogni percorso deve essere di lunghezza pari, e può quindi essere coperto. Il ragionamento vale per tutti i percorsi e tutte le scelte di due caselle di colore diverso.
Se hai trovato questi problemi troppo facili, Colin Wright ti propone le seguenti sfide extra:
  1. Puoi coprire la casella con le tessere se tagli via due caselle di ciascun colore?
  2. Puoi coprire la casella con le tessere se tagli via tre caselle di ciascun colore?
In entrambi i casi le caselle rimanenti devono essere collegate, in modo che nessuna casella singola o gruppo di caselle sia tagliato fuori dal resto.
La matematica che c'è dietro è interessante, e Colin ha gentilmente fornito le risposte e una discussione sul suo sito web.

mercoledì 21 ottobre 2015

Il futuro è arrivato

Oggi è il fatidico 21 ottobre 2015; se ciò non ti dice niente di particolare – eppure oggi sui social non si parlava d'altro... – sappi che è questa la data che Marty McFly e Emmett "Doc" Brown raggiungevano a bordo della mitica DeLorean nel secondo episodio della trilogia cinematografica di Ritorno al futuro. Era il 1989, e gli sceneggiatori fecero del loro meglio per immaginare come sarebbe potuto essere il mondo nel 2015; alcune previsioni risultano grosso modo azzeccate, altre decisamente meno...
Ma vabbè, lasciamo perdere il film, che confesso di aver visto una sola volta tanti anni fa, mentre il primo capitolo l'ho visto più e più volte... e, dal momento che si parla di futuro, diamo un'occhiata all'articolo These awesome 17 gadgets prove that the future has arrived (Questi diciassette fantastici gadget dimostrano che il futuro è arrivato) pubblicato su Million Pictures. I ritrovati in questione li trovo tutti fighissimi, tranne forse il cheeseburger in lattina... ;-) ma per non farla troppo lunga ne ho selezionati giusto alcuni.
Si può controllare il mondo digitale "con la sola imposizione delle mani"...


... tradurre un testo scritto in una lingua straniera semplicemente inquadrandolo con lo smartphone...


... imparare a cucinare senza sprecare cibo grazie a un apposito simulatore...


... e con questo cestino controllato da un PC via wireless è impossibile mancare il bersaglio, perfino per chi come me ha una mira disastrosa! :-)


Infine, ti rendi conto di quanto è aumentata la capienza dei dispositivi di memorizzazione nel giro di neppure un decennio?! Oggigiorno disponiamo di schede di memoria talmente minuscole che bisogna star bene attenti a non smarrirle, ma con una capienza oserei dire mostruosa...


martedì 20 ottobre 2015

La gente mormora...

C'è del tenero tra il comico livornese Paolo Ruffini e la youtuber e cantante Diana Del Bufalo? Galeotta fu la co-conduzione della penultima edizione di Colorado...? Imbattendomi in questo pettegolezzo l'estate scorsa, rimasi piuttosto interdetta: ma come, Paolino non era felicemente sposato con Claudia Campolongo?!
Per smentire queste voci sempre più insistenti, l'altro giorno Paolo ha pubblicato su Instagram il selfie qui sotto, nel quale compaiono pure Diana e Claudia...


... corredato dalla seguente didascalia:
"Mormora, la gente mormora, tu falla tacere praticando l'allegria"... Non c'è disarmonia, quando i sorrisi si intonano #sologioie e #solocosebelle ... "Chi" vorrebbe vedere solo conflitti...
"Chi" scambia la stanchezza per rabbia...
"Chi" parla di bufere e tempeste...
"Chi" ... mi fa il solletico, e mi ricorda quanto sono fortunato, lieve, e soprattutto LIBERO DI ESSERE FELICE... #lafelicitàstasulcazzoatutti
#lavitaèunopportunità
#sempremeglio
E per rendere ancor più chiaro il concetto, le due donne hanno pensato bene di registrare un video ironico e spiritoso che è stato pubblicato nella pagina Facebook di Diana Del Bufalo e poi condiviso con entusiasmo dallo stesso Paolo Ruffini.


Dopo tutti i pettegolezzi che ci sono stati in questi giorni su "Chi" e compagnia bella, io e Claudia Campolongo vi vogliamo finalmente dire la verità...
Posted by Diana Del Bufalo on Lunedì 19 ottobre 2015


Applausi!!! :-D
[Fosse per me, devo dire, le riviste di gossip fallirebbero tutte, a cominciare proprio da Chi. Quelle già stampate, se non altro, si possono sempre riciclare in maniera creativa... :-)]

lunedì 19 ottobre 2015

Chi ha paura dei vaccini?

Vaccinare sì/vaccinare no? è il dibattito del momento, e mi sento in dovere di ritornare per l'ennesima volta sulla questione condividendo alcuni spunti che ho raccolto nei giorni scorsi.
  • Non so se e fino a che punto la petizione di cui parlavo lunedì scorso abbia avuto un ruolo in questo, ma si sta lavorando per subordinare l'ammissione a scuola dei bambini al fatto di essere in regola con le vaccinazioni. La senatrice pentastellata Paola Taverna, che per giunta fa parte della Commissione Sanità, si dice contraria – perché la medicina preventiva non è basata (anche e soprattutto) sui vaccini, nooooo... ;-) – e ci sono già frotte di genitori che sbraitano «Vorrà dire che ai miei figli farò lezione io a casa»... Povera Italia...
  • È al vaglio anche l'ipotesi di sanzionare i medici che sconsigliano le vaccinazioni.
  • La risposta definitiva da dare a chi sostiene che le case farmaceutiche "spingono" le campagne vaccinali perché per loro la vendita dei vaccini è un business enorme: l'industria farmaceutica farebbe più affari vendendo i medicinali che servono a curare le malattie per le quali non ci si vuole immunizzare. Ad affermarlo è il presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello.
  • Anche UNICEF Italia ha usato un argomento analogo rispondendo su Facebook a un utente che accusava le cause farmaceutiche di speculare sulla nostra salute a fini di lucro.
  • Su VaccinarSI è linkata e spiegata un'interessante animazione che chiarisce come funziona l'immunità di gregge, e perché è così importante che chiunque non ha serie controindicazioni mediche si vaccini.
  • Come ha scritto uno che seguo su Facebook, il vaccino del quale il Paese ha più bisogno è quello contro l'ignoranza...
[La vignetta che apre il post è opera di Joshua Held]

domenica 18 ottobre 2015

Pasta Rummo, accattatevilla!

Ieri pomeriggio ho visto condiviso da un paio di mie "facciamiche" uno status che documentava la situazione critica del pastificio Rummo, dopo che le forti piogge che si sono abbattute nei giorni scorsi su Benevento hanno seriamente danneggiato la struttura produttiva dell'azienda, costringendo addirittura i dipendenti a rifugiarsi sul tetto per salvarsi dalla furia delle acque. Io la pasta Rummo la conoscevo di fama – dicono che sia ottima, grazie anche all'esclusivo metodo Lenta Lavorazione che assicura una pasta sempre al dente – ma siccome in famiglia siamo fedeli alla De Cecco non credo di averla mai mangiata. Comunque lo farò quanto prima: oggi ho colto l'occasione del mio giro di compere all'ipermercato per infilare nel cestello il pacco di fusilli e quello di farfalle che puoi vedere qui sotto.


E conto di fare lo stesso le prossime volte... Già, perché il modo più immediato che abbiamo noi consumatori per sostenere lo storico pastificio Rummo – fu fondato da Antonio Rummo nel lontano 1846 – e aiutarlo a superare questo difficile momento è acquistare i suoi prodotti: non vorremo mica che duecento persone rimangano senza lavoro?! Oggi una webstar del calibro di Selvaggia Lucarelli ha formulato un appello analogo... e pur avendo una sfera di influenza infinitamente più ridotta della sua anch'io, nel mio piccolo, ci tengo a dare il mio contributo alla causa. :-)
Oggi ho visto pubblicata su Facebook l'immagine qua sotto, che mi pare positiva e di buon auspicio.

sabato 17 ottobre 2015

#sapevatelo

Per quest'oggi prendo spunto dal post Science facts that will make you feel better (Fatti scientifici che ti faranno sentire meglio), che ScienceDump ha "riciclato" a sua volta da Interessante wetenschappelijke feitjes (Fatti scientifici interessanti) pubblicato sul sito olandese Froot.nl. Ecco la traduzione in italiano, corredata nella maggior parte dei casi da una fonte per approfondire. Me ne mancano giusto un paio, per cui, se tu volessi essere così gentile da aiutarmi a completare l'opera... ;-)
  • Le tue cellule probabilmente non sono più vecchie di 10 anni. (fonte)
  • C'è un intero pianeta fatto di diamante. (fonte)
  • Il tuo corpo contiene abbastanza ferro per fare un chiodo da tre pollici. (fonte)
  • C'è un tipo di medusa che vive per sempre. (fonte)
  • Una lumaca può dormire per tre anni. (fonte)
  • Su Nettuno e Urano piovono diamanti. (fonte)
  • Il cervello umano, quando è sveglio, produce elettricità sufficiente ad alimentare una lampadina da 40 watt per 24 ore.
  • Le lontre si tengono per mano durante il sonno, in modo da non allontanarsi mentre galleggiano. (fonte)
  • Nello spazio sei più alto. (fonte)
  • Ogni minuto viaggi per oltre dodicimila miglia nello spazio. Questo soltanto stando fermo.
  • L'azoto nel nostro DNA, il calcio nei nostri denti, il ferro nel nostro sangue, il carbonio nelle nostre torte di mele si sono formati all'interno di stelle che collassavano. Noi siamo fatti di materia stellare. (Carl Sagan) Tu sei letteralmente fatto di stelle. [Toh, allora diceva bene Moby! ;-), NdC]
Al contrario, sempre in ambito scientifico ci sono affermazioni comunemente date per certe, mentre invece si tratta di bufale: ad esempio non è vero che la Luna abbia una faccia costantemente al buio, né che il giovane Einstein a scuola andasse male in matematica. Queste ed altre otto false credenze sono elencate qui.

venerdì 16 ottobre 2015

Errori di gioventù

Per un genitore deve essere uno strazio inimmaginabile salutare il figlio adolescente in partenza per l'agognata gita scolastica, e non vederselo tornare mai più a casa perché è rimasto vittima di un misterioso incidente; eppure quest'anno è accaduto per ben due volte, entrambe nella zona di Milano in occasione di una visita all'Expo (non che questo significhi qualcosa, sia chiaro). A maggio è stato Domenico Maurantonio, un diciannovenne di Padova, a cadere dalla finestra dell'albergo in cui alloggiava, e ieri la stessa identica cosa è successa a Elia Barbetti, diciassettenne di Cecina. In entrambi i casi sarebbe implicato il consumo di alcol e droghe leggere. Sia a maggio sia adesso, nelle discussioni sorte sui social in calce alla notizia, ho notato due fazioni contrapposte: da una parte chi sostiene che i giovani d'oggi siano ben più scapestrati rispetto a un tempo, dall'altra chi li difende affermando cose del tipo «Chi non ha fatto qualche cavolata da adolescente?».
Alla domanda pseudo-retorica di questi ultimi vorrei rispondere: beh, io... e forse è stata proprio quella, la mia "cavolata". Non rimpiango di certo di non essermi mai fatta una canna – la mia idea di divertimento non prevede l'assunzione di sostanze che alterino la percezione – ma forse sarebbe stato giusto che mi concedessi qualche piccola trasgressione in più. Nulla di trascendentale, sia chiaro: semplicemente chiudere i libri un po' prima per trascorrere più tempo in compagnia dei miei coetanei. Sigh! Perfino alla gita del quinto liceo a Berlino rinunciai, perché preferii partecipare alle Olimpiadi della Matematica che si tenevano negli stessi giorni... e non mi sono neanche classificata un granché bene. Chi mi ridarà indietro quegli anni, non soltanto quelli dell'adolescenza ma pure quelli dell'università?! :'-(
[L'immagine che apre il post è tratta da Dagospia]

Una vita da vegano

La timeline di Facebook è quel posto dove ti può capitare di vedere l'uno di seguito all'altro contenuti accomunati dalla medesima tematica, ma in qualche modo contrastanti:
  • il link alla notizia che un bimbo di due anni è stato ricoverato in ospedale in stato di grave denutrizione perché sottoposto fin dallo svezzamento a una dieta vegana, ovvero priva non soltanto di carne e pesce come quella vegetariana, ma pure di qualsiasi prodotto di origine animale, dalle uova al latte e derivati;
  • uno status di Paola Maugeri con qualche consiglio che può essere utile ai vegani come lei quando mangiano fuori.
Se è vero che una dieta vegana studiata con criterio non comporta rischi per la salute delle persone adulte, non credo si possa pensare di privare un bambino di tutti quei principi nutritivi di cui ha bisogno per crescere bene.
Ma se pensavi che questi due contenuti rappresentassero due facce opposte della medaglia della filosofia di vita vegana, allora devi sapere che esistono esternazioni ancora più estreme. Sempre su Facebook ho visto lo screenshot del post di un tizio che annunciava la nascita di un'«angioletta vegana» in casa propria, «senza il bisogno della levatrice» e «senza aiuto di ginecologi di merda, che sanno fottere solo soldi !!!», e a una donna "rea" di aver osato commentare che non tutte le partorienti hanno la fortuna di poter fare un parto naturale in casa senza complicazioni, perché in certe condizioni senza un'adeguata assistenza medica sarebbe a rischio la vita sia della madre sia del bambino, è stato risposto con insulti irripetibili e assurdità, tipo che il parto crea problemi solamente alle donne che non sono "pulite" e in armonia con la natura. Voglio sperare che si tratti di un troll, perché sennò è davvero allucinante! :-/
[La foto che apre il post è tratta da Panino Vegano Gluten Free]

giovedì 15 ottobre 2015

È arrivata la "tredicesima"?!

A luglio ho condiviso sul mio tumblr la notizia che i gestori telefonici si apprestavano a far pagare il canone ogni quattro settimane anziché una volta al mese, il che si sarebbe tradotto di fatto in una mensilità extra, una sorta di tredicesima al contrario, visto che in un anno di settimane ce ne sono 52 = 13×4; ma in questi mesi il mio operatore, Wind, ha continuato ad addebitarmi il rinnovo dell'offerta All Inclusive Gold ogni 30 giorni, il che dal mio punto di vista è pur sempre un pochino più svantaggioso rispetto a un ipotetico rinnovo lo stesso giorno di tutti i mesi, dal momento che in un anno ci sono ben sette mesi da 31 giorni e soltanto uno da 28/29... ma vabbè, nun stamo a guarda' er capello. ;-)
Insomma, nessuna novità... fino a domenica scorsa, quando ho ricevuto il seguente SMS:
La informiamo che il 15/10/15 All Inclusive Gold si rinnova al costo di 6 euro per una durata di 30 giorni. Successivamente l'opzione si rinnovera' ogni 4 settimane invece che ogni 30gg. Costo e contenuti dell'offerta restano invariati. Puo' recedere dai servizi Wind senza costi di disattivazione entro 30gg. Info su 155 o Wind.it
E oggi puntualmente è arrivato l'SMS di conferma dell'addebito.
Intendiamoci, non ho alcuna intenzione di esercitare il diritto di recesso, considerato che, sebbene le condizioni cambino a mio sfavore, per l'uso che faccio io del cellulare l'offerta di cui usufruisco continua a non avere rivali... ma colgo l'occasione per rilanciare la petizione che ho firmato a suo tempo: "No" alla tredicesima sulle tariffe dei cellulari. Vuoi vedere che, se li sommergiamo di proteste, quei furbacchioni dei gestori ci ripensano? ;-)
[Il disegnino che apre il post è tratto da Soldiblog.it]

mercoledì 14 ottobre 2015

L'eclissi come non l'avevi mai vista

Come avevo preannunciato, l'ultima eclissi lunare totale non l'ho ammirata con i miei occhi, accontentandomi di sfogliare alcune delle tante splendide foto condivise online, come questa... mentre quella a cui dedico il post di oggi, pubblicata come Astronomy Picture of the Day il 9 ottobre scorso con il titolo The Moon Entering Earth's Shadow, è notevole non soltanto dal punto di vista prettamente astronomico, ma pure da quello della tecnica fotografica utilizzata dall'autore, Thodoris Tzalavras.


Ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Tra il 27 e il 28 settembre, da tutto il lato notturno del pianeta gli osservatori della Luna hanno goduto di un'eclissi lunare totale. Lo straordinario spettacolo celeste è stato ampiamente ripreso, ma quest'immagine dell'eclissi lunare può sembrare un po' strana e inconsueta, essendo stata scattata con una fotocamera compatta di un'epoca passata. Caricata con un foglio di pellicola da 4×5 pollici, la fotocamera Speed Graphic è stata fissata a un treppiede sull'isola di Cipro. Con l'otturatore lasciato aperto per 90 minuti, essa ha registrato la traccia della Luna piena al perigeo dall'inizio della fase di eclissi parziale (in alto) fino a metà della totalità, quando la Luna si trovava vicino all'orizzonte occidentale. Entrando nell'ombra della Terra, la Luna è divenuta meno luminosa e la sua traccia più stretta man mano che l'eclissi progrediva.

martedì 13 ottobre 2015

Che bello fare programmi!

Oggi si festeggia l'Ada Lovelace Day, celebrazione internazionale delle conquiste delle donne nella scienza, nella tecnologia, nell'ingegneria e nella matematica (l'acronimo inglese è STEM). La ricorrenza rende omaggio alla matematica inglese Ada Lovelace, nota per aver lavorato alla macchina analitica ideata da Charles Babbage e considerata la prima programmatrice di computer al mondo [la sottoscritta col suo caro vecchio Commodore 64 è venuta mooooolto dopo... ;-)], anche se a giudicare dal ritratto qui accanto forse non si direbbe. :-) Il linguaggio di programmazione Ada si chiama così in suo onore.
Come mai si è scelta proprio la data odierna, 13 ottobre, e non per esempio l'anniversario della nascita (10 dicembre 1815) o al limite della prematura scomparsa (27 novembre 1852) di Ada Lovelace? Beh, come spiegato nelle FAQ gli organizzatori hanno preferito optare per una data che potesse andar bene per il maggior numero possibile di persone e non si sovrapponesse ad altre festività o eventi.
Colgo l'occasione per commemorare un altro celebre programmatore, di epoca contemporanea; è scomparso il 12 ottobre di 4 anni fa. E il suo contributo allo sviluppo dell'informatica lo reputo senza dubbio più significativo rispetto a quello del ben più acclamato Steve Jobs, deceduto una settimana prima. Sto parlando di Dennis Ritchie, inventore tra l'altro del linguaggio C e di UNIX, nonché coautore del fondamentale libro Il linguaggio C, noto agli studenti come "il Kernighan e Ritchie". Ieri ho condiviso sul mio tumblr un'immagine di 9GAG che pone a confronto Ritchie con il fondatore della Apple.
Sempre a proposito di programmazione, mesi fa grazie alla pagina Facebook I fucking love science ho scoperto che l'Università di Harvard ha reso disponibile un corso online di informatica per principianti completamente gratuito: per chi non ha problemi con l'inglese, è un'opportunità da non perdere.
Infine, hai dei bambini – di tutte le età, magari anche te stesso ;-) – che vuoi introdurre nel meraviglioso mondo dell'informatica? Questo e quest'altro post di Girl Geek Life ti offriranno dei validissimi spunti.

lunedì 12 ottobre 2015

Ebbene sì, di pertosse si può morire

A meno di un mese di distanza dal mio ultimo post sui vaccini mi tocca tornare sull'argomento, perché davanti all'assurda notizia della morte di una neonata affetta da pertosse non si può restare indifferenti. La bimba non aveva neppure un mese, perciò era troppo piccola per sottoporsi al vaccino; la cosiddetta immunità di branco o di gregge avrebbe potuto proteggerla dal contagio, ma purtroppo così non è stato, perché a causa del calo delle vaccinazioni la pertosse, che sembrava praticamente debellata, è ritornata in auge. La situazione è stata spiegata bene dal professor Giacomo Faldella, primario del reparto di neonatologia al Sant'Orsola di Bologna.
Scegliere di non vaccinare i propri figli è un abuso di libertà. Ma anche in termini egoistici e individuali è una scommessa, perché se la maggior parte della popolazione è vaccinata un obiettore non corre troppi rischi, mentre se cresce la quota di bimbi non vaccinati cala l'immunità di gregge.
Copincollo altresì quanto scritto ieri su Facebook da MedBunker al riguardo.
Quando qualcuno dice "ma se non vaccino i miei figli, perché gli altri si preoccupano? È un problema mio", cerco di spiegare che vaccinare tante persone è una protezione per chi non si può vaccinare (persone con malattie gravi, bambini troppo piccoli, chi non ha raggiunto la protezione nonostante il vaccino, ecc..). Per questo si dice che vaccinarsi sia un diritto per proteggere i propri figli ed un dovere per proteggere gli altri e la propria comunità.
Domenica scorsa è morta una bambina a Bologna. Di pertosse.
La pertosse è una malattia molto drammatica (le crisi sono impressionanti, il bambino sembra soffocare continuamente) ma con una bassa mortalità. In alcuni casi si complica e può essere letale.
È successo una settimana fa.
Non aggiungo altro perché immagino il dramma della famiglia della piccola alla quale siamo tutti vicini ma che ogni mamma si faccia un esame di coscienza e cominci a capire che chi cerca di convincere a non vaccinare non sta proteggendo i suoi figli ma i suoi interessi. Cari genitori, pensateci bene e pensate ai vostri figli, i genitori dei bambino morto di difterite in Spagna hanno detto di sentirsi "profondamente in colpa, ingannati e male informati.", pensateci in tempo.
Il post ha scatenato una ridda di polemiche tali da mettere a dura prova la pazienza del titolare della pagina, il buon Salvo Di Grazia, il quale oggi ha pubblicato un altro post per chiudere la questione in modo spiritoso ma fermo.
A proposito di vaccini, ho scoperto che su tale argomento la piattaforma Change.org ospita appelli dalle finalità decisamente in conflitto tra di loro: per una petizione denominata Vaccinazioni obbligatorie nelle comunità scolastiche ce n'è un'altra di segno opposto, Le Vaccinazioni obbligatorie sono anticostituzionali. Indovina quale delle due ho firmato io...? ;-)

domenica 11 ottobre 2015

Vivere con un cromosoma in più


Oggi è la giornata nazionale delle persone con sindrome di Down. Purtroppo leggi notizie come questa e ti rendi conto che c'è ancora molta strada da fare per integrare in maniera ottimale queste persone nella società, vincendo pregiudizi troppo spesso infondati; sul settimanale satirico Charlie Hebdo è uscita una sgradevolissima vignetta in cui l'essere Down è usato a mo' di offesa. Trovo comprensibile che una donna incinta, scoprendo di avere in grembo un figlio con sindrome di Down, si domandi cosa ne sarà di lui quando i parenti più stretti non dovessero esserci più, e addirittura valuti l'eventualità di interrompere la gravidanza; terribile, ma comprensibile. In realtà le persone con sindrome di Down, se seguite nel modo giusto, sono in grado di rendersi autonome e perfino di guadagnarsi da vivere svolgendo un lavoro, ovviamente secondo le loro capacità individuali come avviene per chiunque altro: pensiamo a Pablo Pineda, l'attore protagonista del film Yo, también, che non era un semplice film. Ma se vengono ostacolate nei loro obiettivi di inserimento, come si fa?!
Qualche settimana fa ho notato questo messaggio di stato sulla pagina Facebook Buone notizie secondo Anna, alla quale ho già dedicato un post, e ho voluto saperne di più su cosa mai stessero combinando i "civilissimi" danesi. Ho trovato questo articolo del Washington Post scritto dall'olandese Renate Lindeman, madre di due figlie Down e portavoce del gruppo di genitori Downpride, dal titolo «Lo screening per la sindrome di Down non riguarda la salute pubblica. Riguarda l'eliminazione di un gruppo di persone» e con sottotitolo «La vita con la sindrome di Down è ancora degna di essere vissuta». Poiché l'ho trovato particolarmente significativo, ne riporto qui di seguito la traduzione quasi integrale.
Quando partorii la mia prima figlia 11 anni fa, udii le parole "sindrome di Down" e mi crollò il mondo addosso. Visioni di bambini seduti passivamente in un angolo a guardare la vita che passa, senza partecipare, mi tennero sveglia in quelle prime notti da mamma.
Non mi ci volle molto, però, per capire che le mie idee erano basate su informazioni negative obsolete che non avevano niente a che fare con la realtà odierna della vita con la sindrome di Down. Mia figlia April è una ragazza attiva e socievole. [...] Benché usi poche parole, lei è una comunicatrice nata. Grazie a lei ho imparato che la sindrome di Down non è la condizione terribile che comunemente si crede.
Ma mentre i governi (giustamente) vietano la selezione di genere, l'aborto selettivo continua ad essere incoraggiato per i bambini con sindrome di Down. Negli Stati Uniti e all'estero gli screening sono una parte di routine dei programmi di assistenza sanitaria, e il risultato è la quasi-eliminazione di questi bambini.
Quando ero incinta di mia figlia Hazel, le analisi mostrarono che anche lei sarebbe nata con la sindrome di Down. Rimasi scioccata quando un conoscente mi chiese perché non avessi scelto l'aborto, come se lei fosse un errore da poter cancellare facilmente. Sebbene i miei pregiudizi personali siano cambiati radicalmente dalla nascita della mia prima figlia con sindrome di Down, mi sono resa conto che gli atteggiamenti negativi nei riguardi di tale condizione [perché la sindrome di Down è una condizione cromosomica, non una malattia, NdC] restano profondamente radicati. Per molti, le mie figlie e quelli come loro sono esempi di sofferenze umane evitabili, nonché un onere finanziario. Sapere che la gente guarda le mie figlie in questo modo fa male, ma vedere i governi e gli operatori sanitari di tutto il mondo rafforzare questi pregiudizi promuovendo la selezione è abominevole.
La Danimarca è stata il primo Paese europeo ad introdurre lo screening di routine per la sindrome di Down nel 2006 come programma di assistenza sanitaria pubblica. La Francia, la Svizzera e altri Paesi europei l'hanno seguita a ruota. Il messaggio implicito ma ovvio è che la sindrome di Down è qualcosa di così indegno che non la vorremmo mai per i nostri figli o per la società. Con un livello di screening tra le donne danesi in gravidanza fino al 90 per cento, il Copenhagen Post ha riferito nel 2011 che la Danimarca «potrebbe essere un Paese senza un solo cittadino con sindrome di Down in un futuro non troppo lontano».
Nel 2011 è stata introdotta un'innovazione nelle analisi prenatali: il NIPT (Non Invasive Prenatal Test, test prenatale non invasivo). Questo test del DNA può, con ragionevole precisione, individuare la sindrome di Down all'inizio della gravidanza da una sola goccia di sangue prelevata dalla madre. Salutato da medici professionisti come il Santo Graal delle analisi prenatali, il NIPT si è diffuso velocemente in tutto il mondo.
Recenti ricerche in Gran Bretagna indicano che l'introduzione del NIPT conduce ad una maggiore diffusione dello screening. Con percentuali di aborto che variano in tutto il mondo dal 67 per cento circa negli Stati Uniti a una media del 92 per cento in Europa, questo promuoverà una de-selezione ancora più intensiva di feti con sindrome di Down, il che a sua volta influenzerà negativamente la loro posizione nella società.
Io non giudico le donne che scelgono di abortire. Dev'essere difficile affrontare i pregiudizi di medici professionisti, le persone di cui ti fidi di più riguardo alla salute e al benessere, quando sei incinta e vulnerabile. Uno studio del 2013 mostra che è 2,5 volte più probabile che i genitori abbiano un'esperienza negativa ricevendo la diagnosi iniziale di sindrome di Down, piuttosto che averne una positiva. Un partecipante su quattro ha detto di essere stato incoraggiato da un medico ad abortire, e molti hanno ricevuto informazioni inadeguate e ben poca compassione.
Con i test del DNA chiamati MaterniT21 che vengono comunemente denominati "Down test", l'obiettivo primario dell'analisi non necessita di ulteriori spiegazioni. Detesto la paura che viene alimentata da medici professionisti, dal settore medico e dai politici nei confronti dell'eventualità di dare alla luce un bambino con sindrome di Down. La sindrome di Down non provoca sofferenza umana. Il vero pericolo sta nelle voci che sostengono che i nostri bambini abbiano bisogno di essere testati prima di poter decidere chi è degno di vivere. Le donne non sono incubatrici di discendenti socialmente preferibili.
In qualità di mamma, di ex presidente di una società per la sindrome di Down e di portavoce del gruppo di genitori Downpride, trovo che la maggior parte delle persone con sindrome di Down possieda un entusiasmo enorme per la vita, il che le rende una compagnia molto piacevole, e ci sono molti resoconti di prima mano che descrivono la capacità delle persone con sindrome di Down di portare semplicità ed apertura nelle comunità. Ma questi aspetti della condizione rimangono poco studiati. Uno studio del 2011 ha mostrato che i fratelli e le sorelle di persone con sindrome di Down sentono un amore e un orgoglio enorme nei confronti dei loro cari; i partecipanti hanno anche attribuito al fatto di avere un fratello con sindrome di Down un miglioramento nelle loro vite e un aumento della loro empatia.
Tuttavia, come altri governi europei, i Paesi Bassi al momento stanno valutando di includere permanentemente il NIPT, mirato soprattutto alla sindrome di Down, nel loro programma di screening prenatale. Quest'anno sul New England Journal of Medicine è stato pubblicato uno studio americano-europeo-canadese sullo screening del DNA per la sindrome di Down. Dick Oepkes, presidente del consorzio olandese per il NIPT, ha definito i risultati "positivi", affermando in una recente intervista: «I sondaggi mostrano che per le donne è arduo attendere i risultati delle analisi. Offrire il test del DNA come primo passo permetterà alle donne disposte ad interrompere la gravidanza di fare la loro scelta prima di aver sentito il feto muoversi».
Il fatto ironico è che, per un bambino con sindrome di Down che nasce oggi, la prospettiva di vita non è mai stata migliore. I progressi medici e sociali hanno cambiato radicalmente cosa significa vivere con la sindrome di Down. La maggior parte delle persone con sindrome di Down sono incluse nelle scuole e nelle comunità. Vivono una vita più sana e più lunga, e molti adulti vivono in modo indipendente, hanno un lavoro e godono di una ricca vita sociale. Nel 2013 una giovane donna con sindrome di Down è diventata consigliere comunale in Spagna. Uno studio ha mostrato che la maggior parte delle persone con sindrome di Down riferisce di essere felice e soddisfatta, indipendentemente dalle loro capacità funzionali. Questo è il motivo per cui Downpride chiede all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani di fermare lo screening sistematico per la sindrome di Down nel quadro di programmi di sanità pubblica e di regolamentare l'introduzione dei test genetici prenatali: i test dovrebbero essere utilizzati per migliorare la salute e il benessere, invece di discriminare le persone in base alla loro predisposizione genetica.
Lo screening e la selezione non dicono nulla riguardo al valore intrinseco delle persone con sindrome di Down. [...] Le mie figlie sono affascinanti, esigenti, deliziose, presenti, fastidiose, dipendenti, affettuose, coccolone, differenti, imprevedibili e assolutamente umane, proprio come gli altri bambini. Non sono un errore, un peso o un riflesso della mia "scelta personale", bensì parte integrante della società.