Pietro (Edoardo Leo) è un qualificato neurobiologo trentasettenne che si vede negare i finanziamenti per proseguire la sua attività di ricerca. Trovandosi con l'acqua alla gola, l'ormai ex ricercatore raduna una banda di suoi simili, brillanti laureati che adesso vivono più o meno ai margini della società:Il giovane cineasta salernitano Sydney Sibilia (32 anni) non avrebbe potuto puntare a un esordio migliore alla regia di un lungometraggio: il film è davvero ben congegnato, con un irresistibile susseguirsi di situazioni al limite del paradosso, ottimamente recitato e molto divertente. Si ride amaro, ma si ride eccome... e si riflette.
Ed ecco il piano criminale di Pietro per "svoltare": sintetizzare, produrre in grandi quantità e spacciare una rivoluzionaria droga sintetica da lui stesso teorizzata, e che essendo di nuova concezione non risulta ancora inclusa nell'elenco delle sostanze illegali censite dal Ministero della Salute. I nostri (anti)eroi spendono ognuno le proprie competenze per la buona riuscita del piano, e ben presto arrivano soldi a palate... solo che dopo un po' la situazione sfugge loro di mano; tanto, come Pietro assicura alla sua preoccupatissima compagna Giulia (Valeria Solarino), «Smetto quando voglio». Ma sarà davvero così semplice uscire dal giro?
- i latinisti Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia) si sono ridotti a fare i benzinai di notte alle dipendenze di un cingalese, per giunta in nero;
- l'economista Bartolomeo (Libero De Rienzo) si ingegna a sbarcare il lunario applicando nozioni matematiche al gioco del poker;
- l'archeologo Arturo (Paolo Calabresi) assiste gli operai che effettuano gli scavi nei centri storici, nell'eventualità che venga rinvenuto qualche antico reperto;
- l'antropologo Andrea (Pietro Sermonti) cerca sempre di dissimulare i propri titoli accademici, dal momento che i laureati sono malvisti per svolgere i lavori più umili;
- il chimico Alberto (Stefano Fresi) fa il lavapiatti in un ristorante cinese, e la sua massima aspirazione è essere promosso cameriere.
Non mi aspettavo di vedere un mio "collega" fra i laureati vittime del precariato... e invece a un certo punto ecco che fa la sua comparsa un ingegnere costretto diciamo così a reinventarsi. Solo che io non ho mai neanche lontanamente pensato di darmi al crimine, sia ben chiaro! ;-) Certo però che, con un po' di intraprendenza e di determinazione in più, avrei potuto aspirare a una carriera ben diversa... Chissà se sono ancora in tempo per puntare in alto? :-)
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