Vicenda di vita vissuta. A Pescara una donna, dovendo sottoporsi alla periodica mammografia di controllo, prenota l'esame tramite la mutua (ammesso e non concesso che sia lecito chiamarla ancora così); il Centro Unico di Prenotazione dell'ospedale glielo fissa dopo quasi un anno. La signora, essendo un po' anziana e alquanto incline al pessimismo, sospira: chissà se ci arrivo, all'anno prossimo. Allora decide di fare l'esame a pagamento, sempre all'ospedale: per la modica somma di 59 euro potrà effettuarlo appena due settimane dopo.
In questo caso la differenza di costo non è così rilevante, infatti per quanto ne so il ticket sanitario ammonta a 36,15 euro, perciò può valere la pena di sborsare qualche soldo in più per sottoporsi all'esame il prima possibile. Ma è inevitabile pensare ad esami diagnostici con liste d'attesa altrettanto lunghe, se non di più, e assai più costosi, come la TAC e la RMN: in tali casi la scelta di effettuarli a pagamento non è alla portata di tutti, e quindi bisogna rassegnarsi ad aspettare pazientemente... anche se ne va della salute delle persone. Sogno un sistema sanitario che sia organizzato e gestito in maniera più efficiente ed attenta ai pazienti: solo un'utopia?
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