domenica 21 settembre 2008

Il referendum elettorale, ve lo ricordate?

All'inizio dell'anno si parlò molto dell'opportunità di cambiare la legge elettorale, definita "una porcata" dalla stessa persona che l'aveva scritta, prima di tornare alle urne. Erano state raccolte firme a sufficienza per indire un referendum. Poi l'esecutivo cadde e, fallito il tentativo di costituire un governo di transizione incaricato di realizzare le riforme istituzionali, vennero sciolte le camere e ci furono le elezioni anticipate... e così il referendum dovette slittare. Da allora sembra che non ne parli più nessuno: a voi sembra normale? Io dico che l'opposizione dovrebbe essere più incisiva: ogni tanto Veltroni si ricorda di dire la sua, ma Berlusconi lo definisce inesistente (e per una volta devo ammettere che non ha proprio tutti i torti) e neppure i sondaggi gli sono favorevoli.
Qualcuno affermerà che migliorare la legge elettorale non è urgente perché le prossime elezioni politiche si terranno nel 2013, a meno di clamorosi colpi di scena... ma, se tanto mi dà tanto, non è così improbabile che la situazione rimanga immutata fino ad allora.
Vabbe', per farla breve... ricevo e volentieri pubblico integralmente (giacché riassumendola temo di alterarne il senso) la Lettera di Giovanni Guzzetta Presidente Comitato Promotore Referendum Elettorali, confidando nel fatto che il comitato (che ho provato a contattare tre giorni fa via e-mail ottenendo soltanto una notifica di lettura) non avrà nulla in contrario, anzi.

Carissima/o,
Mancano meno di 300 giorni alla data limite per l'indizione del referendum per il quale, anche con il tuo aiuto, abbiamo raccolto 820.916 firme.
Come sai il referendum è stato rinviato perché la legge prevede che ciò accada nel caso di elezioni anticipate. La ragione del rinvio è quella di consentire al nuovo Parlamento di intervenire tempestivamente.
Purtroppo il nuovo Parlamento a tutto pensa tranne che ad intervenire. Nessun dibattito serio sulla legge elettorale è stato avviato. Il ceto politico ha incassato il bonus di un anno per prendere tempo, schiaffeggiando impunemente tutti quei cittadini che hanno raccolto le firme ed i tanti milioni che, se si andasse a votare, sommergerebbero di sì i tanti burocrati della politica che lucrano su una legge che ha espropriato i cittadini di ogni potere di scelta.
Ovviamente, a costo di sfiorare il ridicolo, da una parte e dall'altra si adducono scuse più o meno risibili per eludere il problema. Ne cito solo due.
La prima: "Ormai la semplificazione del quadro politico determinatasi con le ultime elezioni ha reso il referendum inutile".
La seconda: "Le riforme istituzionali non interessano a nessuno, la priorità è l'economia".
Si tratta di argomenti uno più pretestuoso dell'altro.
Il referendum è oggi ancora più utile di prima. Innanzitutto perché la semplificazione è già stata in parte abiurata dagli stessi che l'avevano auspicata. In secondo luogo perché anche le mini-coalizioni che si sono formate esibiscono gli stessi difetti di quelle di prima. Non passa giorno in cui tra Lega e PDL e tra PD e IDV non emergano conflitti, ricatti e divergenze. L'ultimo ricatto è quello della Lega che ha di fatto imposto ad An di mollare il proprio sostegno al referendum. Più chiaro di così?
Il nostro obiettivo "una lista, una maggioranza, un governo stabile" rimane perciò ancora da raggiungere.
A ciò si aggiunge che nessuno parla del secondo referendum. Quello sulle pluricandidature. Anche questo referendum è, nella sua formulazione, condizionato dalla logica impostaci dalla natura abrogativa del quesito. Esso tuttavia ci consente di intervenire, ancorché parzialmente, sul secondo limite del "Porcellum": la sottrazione ai cittadini della possibilità di eleggere i propri rappresentanti. Se fosse nella nostra disponibilità noi saremmo intervenuti sulla lista bloccata. Essa infatti mette nelle mani dei politici la nomina dell'intero corpo parlamentare. Anche se parziale, il quesito sulle candidature multiple ha un'importanza concreta fondamentale. Vuole evitare la possibilità di candidature civetta: presento Tizio, ma poi viene eletto Caio perché Tizio ha optato per un altro seggio. E così dietro ai candidati più popolari spuntano sconosciuti uomini di apparato, che non avrebbero mai avuto la forza di farsi eleggere da soli. Le candidature plurime impediscono di conoscere quali sono i candidati effettivamente destinati alla elezione.
Anche alle ultime elezioni più di cento parlamentari "trombati" sono stati ripescati con il sistema delle candidature multiple. Questo bubbone, l'unico sul quale la forma abrogativa del referendum ci consente di intervenire, fa il paio e perfeziona la logica della blindatura delle liste (le liste bloccate). Abbiamo un Parlamento in cui si accede non perché si è scelti dai cittadini, ma perché si è "graditi" e ci si è piegati ai voleri di cinque o sei capi partito, il cui obiettivo è avere persone fedeli e ubbidienti, che diano il meno fastidio possibile.
I nostri non sono parlamentari eletti, sono dei "prescelti" sulla testa dei cittadini. Nominati al posto dei cittadini.
Non abbiamo difficoltà a riconoscere che il voto di preferenza non è il metodo per consentire la selezione dei rappresentanti. Esso è sicuramente di qualità inferiore al collegio uninominale non foss'altro che per la maggiore prossimità che questo assicura tra elettori ed eletti in ordine alla possibilità di conoscenza e riconoscimento reciproco. Eliminarlo a favore di una lista bloccata che, senza trasferire ai partiti un potere che non appartiene loro (e senza primarie obbligatorie per legge), è tuttavia un sicuro e grave restringimento della democrazia. Anche per questo guardiamo con allarme e apprensione ai contatti tra i principali partiti che si propongono di introdurre la lista bloccata anche nelle elezioni europee con l'obiettivo di rafforzare il potere di organi quali quelli di vertice dei partiti privi spesso di adeguata legittimazione democratica.
L'argomento della priorità economica è il più insidioso. Nessuno dubita che la crisi economica sia la priorità. Il problema è però un altro. Le nostre istituzioni e una classe politica così selezionata, sono in grado di affrontare adeguatamente questa crisi? Forse, sull'onda dell'emergenza, si riuscirà a realizzare qualche soluzione tampone, che ci faccia andare avanti qualche mese, ma i problemi di fondo di un paese bloccato dall'immobilismo e dalle caste di ogni genere certamente non potranno essere risolti.
Se vi dicono che la riforma delle istituzioni non è una priorità, perché il problema è l'economia, domandate come mai abbiamo la classe politica più pagata dell'occidente e il paese più povero tra quelli industrializzati! Domandate perché, di fronte alla crisi economica globale che colpisce tutti, l'Italia è il paese che se la passa peggio! Domandate perché, benché la crisi sia la stessa per tutti, gli altri paesi continueranno comunque a crescere almeno il doppio dell'Italia!
Non riceverete nessuna risposta perché il vero problema è che se la politica non funziona, l'economia andrà sempre peggio e chi lo nega mente, sapendo di mentire...
Entro 300 giorni il referendum si dovrà fare. È iniziato il conto alla rovescia. Stiamo predisponendo una serie di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e confutare la disinformazione dilagante.
Ti scrivo perché ho bisogno del tuo aiuto. Riattivare la rete di sostenitori del referendum è fondamentale, anche perché, purtroppo, non possiamo contare sull'informazione pubblica che è complice della congiura del silenzio intorno al referendum.
Quando i cittadini vengono esclusi, solo i cittadini possono riprendersi lo spazio che è loro negato.
Per questo è importante sapere se possiamo contare su di te. Molti in questi giorni, a destra e a sinistra, si stanno dimenticando il referendum, dopo averlo sostenuto, alcuni purtroppo un po' opportunisticamente. Me lo aspettavo. Così come mi aspetto che molti torneranno non appena fiuteranno che il tema riprende vigore nell'opinione pubblica.
Adesso chiedo a te: DIMMI SE HAI CAMBIATO IDEA! Dobbiamo rimboccarci le maniche ed avere quella pazienza lunga che possa farci arrivare al voto con il sostegno di tanti ai quali possiamo arrivare solo grazie all'impegno capillare dei cittadini comuni che ci hanno sostenuto.
Dicci che non hai cambiato opinione e che anche tu non sei tra quelli che hanno voluto dimenticare questa battaglia. L'unica che possa dare uno scossone alla nostra Italia così sciupata.
Abbiamo anche bisogno di un sostegno finanziario. Non ti chiedo una grande somma, ma se ciascuno potesse dare un contributo potremmo raccogliere quanto ci serve per andare avanti nei prossimi mesi. ANCHE PERCHÉ, COME SAI, IL COMITATO PROMOTORE NON HA RICEVUTO IN PASSATO E NON RICEVE ATTUALMENTE NESSUN TIPO DI FINANZIAMENTO PUBBLICO. Sul sito del referendum (www.referendumelettorale.org) troverai tutte le informazioni.
Fai circolare questa lettera a tutti i tuoi conoscenti.
IMPEGNAMOCI INSIEME PER VINCERE INSIEME.
IL CONTO ALLA ROVESCIA È INIZIATO.

Giovanni Guzzetta

2 commenti:

  1. sai come la peno io?

    lasciamo legge elettorale come sta ma...

    gli eletti non i primi della lista ma a sorteggio

    cioè:
    ad un partito toccano per esempio 6 deputati in quella regione?
    ok ... non i primi 6 ma sorteggiati tra tutti i candidati nelle lista per quella regione del partito stesso.

    - non vengono garantiti amici e parenti

    - non è avvantaggiato chi tra i candidati ha più soldi

    - sparisce la clientela

    - i cittadini votano "l'idea"

    - i giovani ritornerebbero a far politica apendo che se la potrebbero giocare

    - sparirebbero quelli che lo fanno solo per tornaconto personale

    ecc ecc

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  2. La tua idea è interessante, probabilmente preferibile alla situazione attuale, ma a me non piace l'idea di mettere tutto nelle mani del caso: credo che la cosa migliore sia restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti... anche se a dire il vero molti finiranno per votare il nome, l'immagine, piuttosto che la sostanza, com'è sempre successo.

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