Su Threads ho letto un post che ho trovato particolarmente condivisibile... per cui lo condivido. :-)
-Le persone che decidono di avere figli avendo le possibilità di crescerli le chiamo: persone mature.
-Le persone che decidono di non avere figli perché non vogliono fare sacrifici o assumersi responsabilità o, banalmente, non ne sentono il bisogno, le chiamo: persone mature.
-Le persone che decidono di non avere figli perché non hanno le possibilità di dargli una vita dignitosa le chiamo: persone mature.
-Le persone che decidono di avere figli solo per pressione sociale: loro sono il problema.
Di mio aggiungo: le persone che di fatto rinunciano ad avere figli perché non se la sentono di affrontare le conseguenze fisiche, pratiche, psicologiche ed emotive che ciò comporterebbe nella loro situazione e alla loro età sono persone mature.
E poi ci sono persone che mandano all'aria relazioni decennali per ostinarsi a perseguire il desiderio di genitorialità, quando poi non sono in grado neppure di prendersi cura di gatti semirandagi... Come le vogliamo chiamare, quelle?
[A questo punto ho maturato la consapevolezza che per me è stato solo un bene, meglio tardi che mai, e che è il momento di guardare avanti. Ma quante lacrime e quanto dolore mi è costata, questa consapevolezza?]
Così, ad occhio, non mi pare che tu riesca a guardare avanti ma che invece continui a recriminare sul passato cercando di giustificare e trovare aspetti positivi su quanto è successo. Ovviamente tutto pienamente comprensibile!
RispondiEliminaDa ingegnere my two cents: non ho mai provato nel corso della mia lunga, ahimè, vita una cosa come la tua quindi non posso capire in pieno la situazione ma continuare ad esprimere giudizi fortemente negativi sul tuo ex non mi sembra il modo migliore per migliorare il tuo stato d'animo per un motivo molto semplice: se era una persona così "pessima" come mai non te ne sei accorta?
Con stima e simpatia.
GiuseppeG
Eh, caro Giuseppe, "come mai non me ne sono accorta" è la domanda delle domande. Provo a rispondere. In primis, com'è ovvio, ha influito il coinvolgimento sentimentale. In secundis, anche se c'erano stati segnali che le cose non andavano ma ammetto di averli gravemente sottovalutati, la situazione è degenerata in maniera oserei dire catastrofica a marzo, non ricordo neppure la causa scatenante, ma probabilmente si è trattato di un pretesto. Mai mi sarei aspettata una roba del genere, e ti assicuro che una mia amica, che lo conosceva e che ci ha visti insieme l'ultima volta a febbraio, non si capacita che sia andata a finire così. Ovviamente lei è al corrente di dettagli dell'accaduto che ho evitato di riportare nel blog.
EliminaQuanto al fatto che non ti sembra che io riesca a guardare avanti, l'impressione è lecita e non proprio priva di fondamento, lo ammetto... ma ti garantisco che va mooooolto meglio rispetto ad appena tre mesi fa! :-)
Devo dire, cara Gwendalyne, che in un certo senso concordo con Giuseppe, essendo già stata sfiorata anch'io, leggendoti, da alcuni pensieri simili ai suoi.
RispondiEliminaMi ero allora chiesta se tutto ciò non potesse ascriversi al lasso di tempo se vogliamo ancora non troppo lungo trascorso dalla rottura ad oggi; però, come dire... forse non sarebbe male pensarci su, e magari in qualche modo darti una scossa psicologica per uscirne, per non restare invischiata soffermandoti troppo a lungo su scorie del passato che non avrebbero comunque ormai il minimo effetto positivo.
Ciao, un abbraccio!
Ciao siu, ti rimando in parte alla risposta al commento di Giuseppe. Quanto al resto sì, sicuramente è passato ancora troppo poco tempo, soprattutto in rapporto alla durata della relazione, perché io possa dire di averla superata. Quando ci sarò riuscita magari vedrò tutto nella giusta prospettiva, e i momenti belli che abbiamo vissuto tornerò a riconoscerli come tali; il fatto è che adesso, se mi guardo indietro, mi sembra tutta una colossale illusione.
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