venerdì 22 novembre 2024

Quotes of the day

Piccola rassegna di citazioni tutte (tranne una) sotto forma di immagine/meme da condividere, con traduzione dall'inglese a cura della sottoscritta.

L'istruzione non è qualcosa che puoi completare.
(Isaac Asimov)
Penso che rischiamo di diventare la società meglio informata che sia mai morta di ignoranza.
(Rubén Blades)
L'invecchiamento è un processo straordinario in cui diventi la persona che avresti sempre dovuto essere.
(David Bowie)
Un corpo in forma, una mente calma, una casa piena d'amore. Queste cose non si possono comprare, si devono guadagnare.
(Naval Ravikant)
Un uomo che non ha tempo libero, che per tutta la vita, a parte le pause puramente fisiche per dormire e mangiare e così via, è preso dal suo lavoro, è meno di una bestia da soma. Non è altro che una macchina per produrre ricchezza per gli altri, è fisicamente distrutto e spiritualmente brutalizzato. Eppure, l'intera storia dell'industria moderna dimostra che il capitale, se non viene controllato, lavora senza scrupoli e pietà per far precipitare l'intera umanità a questo livello di profonda degradazione.
(Karl Marx)
Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce.
Se viene rotto da una forza interna, la vita comincia.
Le grandi cose cominciano sempre dall'interno.

(Jim Kwik, come ho scoperto googlando)

Concludo con qualche altra frase interessante ancorché priva di attribuzione.

Non aggrapparti a uno sbaglio soltanto perché hai impiegato molto tempo a commetterlo.
Se ti concentri sul dolore, continuerai a soffrire.
Se ti concentri sulla lezione, continuerai a crescere.
Il mondo ti giudicherà indipendentemente da quello che fai, quindi vivi la tua vita come c***o ti pare.

Oooh... quanno ce vo', ce vo'! ;-)

giovedì 21 novembre 2024

Io, correttrice di bozze incompresa

Poiché sul lavoro una delle mie specialità è fare la correttrice di bozze sui documenti tecnici redatti dai colleghi che mi capitano sottomano – anche se quasi nessuno mi chiede di farlo ;-) – oggi ho avuto l'occasione per rivendicare due questioni che mi stavano abbastanza a cuore... se di cuore si può parlare per delle pignolerie! :-)

La prima: tra il valore di una misura e l'unità di misura ci va lo spazio, con un'unica eccezione (no, non è il simbolo di percentuale %, pure quello va staccato... Qui sbagliavo anch'io).

Mi dà ragione nientepopodimenoché il Sistema Internazionale di Unità di Misura (SI): come spiegato a pagina 8 di questa guida del National Institute of Standards and Technology (NIST)...

There is a space between the numerical value and unit symbol, even when the value is used as an adjective, except in the case of superscript units for plane angle.

ovvero

C'è uno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità, anche quando il valore è usato come aggettivo, tranne nel caso di unità in apice per l'angolo piano.

e a pagina 28

In the expression for the value of a quantity, the unit symbol is placed after the numerical value and a space is left between the numerical value and the unit symbol.
The only exceptions to this rule are for the unit symbols for degree, minute, and second for plane angle: °, ', and ", respectively, in which case no space is left between the numerical value and the unit symbol.

ovvero

Nell'espressione per il valore di una quantità, il simbolo dell'unità è posizionato dopo il valore numerico e viene lasciato uno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità.
Le uniche eccezioni a questa regola sono per i simboli dell'unità per grado, minuto e secondo per angolo piano: °, ' e ", rispettivamente, nel qual caso non viene lasciato alcuno spazio tra il valore numerico e il simbolo dell'unità.

La collega che mi ha fornito lo spunto per chiarire questo aspetto non se ne faceva una ragione: «Nel mio posto di lavoro precedente due persone, tra cui un ispettore certificato ACCREDIA, mi hanno addirittura cazziata perché ci mettevo lo spazio: mi hanno assicurato che non ci va». Eh oh, che ti devo dire...

La seconda: la kappa del prefisso kilo (chilogrammo, chilometro...) è minuscola; la K maiuscola denota invece i gradi Kelvin.

Come da tabella a pagina 19 della suddetta guida (cliccare per ingrandire)...

Anche in questo caso il collega che sistematicamente usa la K maiuscola era convinto di essere nel giusto: «La M di mega e la G di giga sono maiuscole perché sono unità grandi, quindi secondo me anche la K di kilo deve essere maiuscola».

Bah, io la mia l'ho detta, e l'ho pure documentata... ma qualcosa mi dice che ognuno continuerà a fare di testa sua, confidando nel fatto che soltanto pochissime persone sono così precise da dar peso a certi dettagli come la sottoscritta. :-/

mercoledì 20 novembre 2024

Gesti all'italiana

Noi italiani siamo famosi nel mondo, tra le altre cose, per quel caratteristico gesto della mano che, secondo lo schema qui sotto, dovrebbe voler dire «Cosa? Dove? Perché?»...

... e che ha "contagiato" pure la tennista russa Anna Kalinskaya, fidanzata del nostro campione Jannik Sinner.

Ecco qualche altra immagine a tema: il gesto in questione riconosciuto nel tracciato del circuito automobilistico di Monza...

... il calciatore dell'Inter e della Nazionale Nicolò Barella colto in un momento concitato faccia a faccia con l'arbitro di una gara contro l'Austria...

... un meme un tantinello irriverente...

... e per finire la GIF animata: l'ho generata personalmente convertendo mediante Ezgif un video ricevuto su WhatsApp. :-)

martedì 19 novembre 2024

Goodbye Elon

All'indomani della rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca ho accennato che forse era giunto il momento di abbandonare Twitter, come hanno fatto moltissimi personaggi ben più in vista e influenti rispetto alla sottoscritta.

A frenarmi dal disattivare il mio account è la possibilità che, dopo che verrà chiuso, prima o poi qualcun altro si appropri del mio nome utente gwendalyne, al quale sono affezionata perché lo uso praticamente da quando mi sono affacciata su internet; benché sia una variante piuttosto rara del nome Gwendolyn – lo scelsi in omaggio al mitico Nonno Multimediale di Francesco Paolantoni – su alcune piattaforme non sono riuscita ad aggiudicarmelo perché ero stata preceduta da qualcuno.

Stamattina però è successa una cosa che ha fatto vacillare il mio proposito di temporeggiare: non appena ho preso in mano lo smartphone ho trovato una notifica di questo tweet del padrone di Twitter Elon Musk, che ovviamente mi guardo bene dal seguire, il quale ritwittava, con la semplice aggiunta di un irritante "Interesting", interessante, un tweet sull'opinione favorevole espressa dal dottor Robert Redfield, ex direttore del CDC (Centers for Disease Control and Prevention, in italiano "centri per la prevenzione e il controllo delle malattie"), nei confronti di Robert Kennedy Jr., nominato da Trump nuovo segretario alla Salute, l'equivalente del ministro della Salute, nonostante fossero tristemente note le sue posizioni antivacciniste e antiscientifiche. «Dracula alla direzione dell'AVIS», aveva scritto il professor Roberto Burioni quando la nomina era ancora soltanto un'ipotesi. Ora, io non so nulla di questo dottor Redfield, ma c'è solo da sperare che le dichiarazioni che gli sono state attribuite, sempre che non siano state manipolate, siano fondate.

Comunque Elon Musk non mi deve rompere i c***ioni. OK, l'account non lo disattivo, almeno per il momento, ma smetterò del tutto di usarlo – finora mi limitavo a esportarci i link ai post pubblicati su questo blog – e per non ricevere ulteriori notifiche moleste disinstallerò l'app.

domenica 17 novembre 2024

Il re dell'internet

L'algoritmo di Facebook oramai ha capito perfettamente – chissà come avrà fatto?! ;-) – che mi piacciono i gatti, e così mi propone di continuo immagini, video e pagine a tema. Stasera condivido una piccola selezione di immagini che ho trovato particolarmente simpatiche.

Ho comprato un portaciotole triplo per gatti, così quando i gatti mangiano possono allinearsi perfettamen...
Oh.
Gasp! Oh no, un gatto nero!
Gasp! Oh no, una brutta str***a!
Il mio gatto ha paura dei mandarini, quindi ho creato un campo di forza per proteggere l'albero di Natale.

[In vista dell'allestimento degli addobbi natalizi, l'idea di far leva su un eventuale punto debole del proprio micio può tornare utile in molte situazioni, in effetti]

Questa parodia "miciosa" della copertina del terrificante romanzo IT di Stephen King avrei potuto realizzarla io. Ci pensavo proprio l'altra sera, quando ho portato da mangiare alla "miciolanza" e sono arrivati in OTTO: tutti i cinque membri della famigliola arrivata quest'anno, più i tre che sfamavo in precedenza e che erano stati in pratica "sfrattati" dai nuovi occupanti. Per assurdo ho pensato: e se a forza di girarmi tra i piedi mi facessero inciampare e cadere fino a sbattere la testa? Potrebbero fare scempio del mio corpo privo di sensi, come in un horror! [Non so come mi sia venuto in mente: queste creature sono tutte quale più quale meno abbastanza irruenti, ma pucciosissime <3]

sabato 16 novembre 2024

Alla scoperta di Alfa

Come tutte le estati, anche quest'anno ad agosto ho trascorso qualche giorno di vacanza in Garfagnana. Memore del bellissimo concerto di Niccolò Fabi di tre anni fa, mi sono chiesta: vediamo un po' chi si esibisce quest'anno alla Fortezza di Mont'Alfonso? L'unico evento compatibile con le date della nostra permanenza in zona era il concerto di Alfa il 12 agosto, ma ho preferito lasciar perdere, ritenendola "musica per ragazzini" per quel poco che conoscevo del repertorio di Alfa, al secolo Andrea De Filippi: Vai, il brano che ha presentato all'ultimo festival di Sanremo, Bellissimissima... e poi basta, in pratica.

Ultimamente, però, ho avuto modo di rivalutare l'artista genovese nato nel vicino 2000, e mi sono pentita di non avergli dato una chance questa estate. Il primo spunto in tal senso me l'ha dato Emiliano Miliucci, che seguo su Facebook e che mi sa tanto aspiri a diventare scrittore, anche se di lavoro fa (ancora) l'operatore ecologico o, come preferisce definirsi lui che è di Latina, "monnezzaro". Emiliano, in qualità di papà di una preadolescente fan di Alfa, ha indirizzato al cantante una toccante lettera aperta che riporto qui di seguito, corredata da qualche link.

Caro Alfa,
Scopriamo subito le carte.
Io non sono un tuo fan.
Niente di personale sia chiaro ma cerca di capirmi.
Ho 45 anni e alla mia età si fa fatica ad abituarsi a musica nuova.
Noi “boomer” rimaniamo ben appiccicati agli idoli dei nostri tempi e cambiare è antropologicamente complicato.
Ovviamente ho apprezzato tantissimo il tuo duetto col prof Vecchioni che adoro.
Sai che mi avete fatto commuovere quando avete cantato “Sogna ragazzo sogna” a Sanremo?
E si, il tuo pezzo col quale chiudi la canzone di Vecchioni, è veramente bello.
Ho adorato anche la tua cover delle cose in comune di Daniele Silvestri altro baluardo dei tempi miei.
Non sono un tuo fan, dicevamo.
In compenso conosco molte tue canzoni a memoria perchè sei l’idolo del momento di mia figlia Carlotta, di anni 11 che non perde l’occasione di rubarmi il telefono e mettere la tua musica per casa.
Idolo del momento perchè mia figlia è volubile ma sto periodo va cosí.
Pensa che ho dovuto persino spiegarle cosa sono gli angeli del fango che citi nella tua ultima canzone “Il filo rosso” (veramente carina).
E sai cosa c’è, ragazzo?
Da padre, sono veramente contento che tu (almeno al momento) sia l’idolo di mia figlia.
Ti avverto.
Sto per fare un noiosissimo discorso da vecchio.
Ma io sono felice che a mia figlia piaccia uno come te.
Uno con la faccia da bravo ragazzo senza bisogno di esplosioni muscolari o tatuaggi che necessitano l’approvazione del genio civile.
Uno come te.
Che non ostenta ricchezze effimere, che non fa dissing da asilo nido e che non mette in piazza amori da copertina.
Uno che incredibile ma vero, non è passato per il tritacarne dei talent.
Uno che è persino capace a suonare degli strumenti.
Un cantante come te che incredibile ma vero, canta.
Canta canzoni che non entreranno mai nell’Olimpo delle mie canzoni preferita ma insomma sono canzoni che hanno un testo sensato, comprensibile e lineare senza bisogno di ricorrere a chissá quale abominio linguistico.
Canzoni che raccontano storie.
Ecco.
A mia figlia piaci te.
Uno con un faccione bello,simpatico e pulito.
Un ragazzo “normale” per quanto questa parola non significhi nulla credo che ci siamo capiti.
Sei il cantante che tutti i papá vorrebbero come idolo delle loro figlie.
E mi sembri un bicchiere di buon senso in un mare di esasperazione.
E io,pur rischiando di passare per vecchio, adoro molto questo tuo atteggiamento.
Perchè come diceva uno dei cantanti che piacciono a me, la vera impresa eccezionale è essere normale.
Grazie ragazzo.
Non sono un tuo fan.
Ma ti ammiro molto e spero che mia figlia continui a scegliere cantanti come te.
Sono un papà e a volte per capire le mie figlie ho bisogno di capire la loro musica che è il linguaggio universale per eccellenza.
E che siano benedetti i cantanti come te.
Cantanti che cantano e che raccontano storie belle.
E sapessi quanto è bello vedere mia figlia emozionarsi per le tue parole…
Una figlia che si emoziona è di gran lunga lo spettacolo piú bello del creato.
E quindi grazie per queste emozioni cosí genuine.
Con tanto affetto,
Un papà.

Il post è diventato virale a tal punto che l'emittente radiofonica Radio Kiss Kiss ha organizzato il collegamento di Emiliano e sua figlia, che erano a casa loro, con la trasmissione di cui era ospite proprio Alfa. E lui li ha invitati al suo concerto di Roma. Che si tiene stasera.

Di Alfa mi ha fatto un'ottima impressione pure l'ospitata al podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli (a proposito, il video di Cin Cin, uno dei brani di cui si parla nell'episodio, è questo). E ogni tanto ascolto la sua non proprio sterminata discografia. Certo, non avrà ancora scritto canzoni nemmeno minimamente all'altezza dei capolavori di suoi illustri concittadini del calibro di Fabrizio De André, Gino Paoli e Luigi Tenco... ma secondo me si sente che ci mette il cuore. E poi è talmente giovane: ha tutto il tempo per maturare! :-)

venerdì 15 novembre 2024

Uno spunto di riflessione per cristiani... e non

Una settimana fa Shirley Șerban ha pubblicato sul suo canale YouTube un video molto diverso dalle parodie musicali che propone di solito; lo si capisce fin dal titolo, One of the first ever songs I wrote! Worship - Song for Christians based on Isaiah 58 (Una delle prime canzoni che ho scritto! Adorazione - Canto per i cristiani basato su Isaia 58). Condivido il video...

... e la traduzione della relativa descrizione, perché contiene rivelazioni per me abbastanza inaspettate e mi ha dato di che riflettere (nulla su cui non avessi già lungamente ragionato per conto mio, in effetti).

Sono cresciuta da bambina missionaria, vivendo su una nave cristiana evangelica per 10 anni. Poi siamo emigrati in Nuova Zelanda quando avevo 12 anni perché mio padre dirigesse il lavoro lì oltre a predicare e aiutare a guidare le chiese locali. Ero proprio dentro! Immaginami con le mie felpe "Perché la gente ha bisogno del Signore" e "Soldati per Cristo". Sì, ero io, potresti dire che ero la cristiana più cristiana che ci fosse. 😆 Ho iniziato a scrivere canzoni quando avevo circa 17 anni, e la canzone che pubblicherò è stata una delle prime che ho scritto.
Per farla breve, sono stata coinvolta nelle missioni per circa 8 anni anche da adulta, ma quasi 10 anni fa ho lasciato il ministero cristiano e la chiesa. Sempre più spesso, vedevo persone cantare e pregare le parole cristiane, poi uscire dall'edificio e non preoccuparsi di nessuno se non di sé stesse e delle persone a loro vicine.
Mi sentivo come se stessi vivendo una bugia, e più tempo trascorrevo nei circoli cristiani evangelici, più ipocrisia trovavo, persino vedere crimini gravi essere insabbiati "in casa". Sentivo che qualsiasi desiderio avessi di vivere una vita buona e aiutare gli altri veniva schiacciato dalla chiesa, quindi era meglio per me andarmene.
Gesù ha ripulito il tempio dalle persone che cercavano di fare soldi con la religione. Ora, sembra che le persone abbiano ripulito Gesù dalla chiesa per trarne profitto.
Non mi definisco più una cristiana evangelica. Continuo a dare valore a Isaia 58 e al Discorso della Montagna. Mi interessa ancora la giustizia per tutti, indipendentemente dal colore, dalla razza, dall'orientamento, dalla convinzione religiosa e persino dall'affiliazione politica. Semplicemente non riesco a gestire l'ipocrisia.
Ecco perché pubblicherò la canzone che ho scritto quando avevo 20 anni. Guardo oltre il mio fervore di quei giorni (che era piuttosto pieno e arrogante, a guardarlo ora) e mi aggrappo al suo messaggio, e a Isaia 58. Penso che sia una cosa su cui molti cristiani del mondo occidentale oggi debbano riflettere: sto adorando Dio solo per me?
Grazie per aver scelto di guardare parte del mio lavoro, spero che ti abbia portato un po' di gioia. Non essere uno sconosciuto! Connettiti con un clic e un commento, iscriviti e unisciti al divertimento: mi piacerebbe sentire la tua opinione, e faccio davvero del mio meglio per rispondere ai commenti.
Ho MOLTE altre canzoni sul mio canale: vieni a trovarmi e divertiti!
[Qui comincia la parte più apertamente autopromozionale, NdC]
Se ti piace cantare e vuoi cantare a squarciagola alcuni dei miei testi alternativi, prendi la tua copia di "Jokey Karaoke: 50 Relyriced Song Lyrics To Wow Your Audience With!" da Amazon, qui.
Trova il post per ottenere questa canzone gratis per i membri Patreon, oppure puoi acquistare l'mp3 di questa canzone e molte altre nel mio negozio Patreon. Mentre sei lì, dai un'occhiata alle mie offerte di abbonamento e prendi in considerazione l'idea di unirti alla piccola comunità. Apprezzo molto tutti quelli che mi aiutano a vivere questo sogno di creare e di essere in grado di finanziarlo.
Grazie mille,
Shirley 😁

giovedì 14 novembre 2024

Come è potuto succedere?

Benché sia passata più di una settimana, non mi sono ancora fatta una ragione della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA. :-(

Ecco alcuni spunti per cercare di capire come sia potuto accadere; ammetto che devo ancora elaborarli.

  • Il video TRUMP ha vinto perché... di Massimo Polidoro.
  • L'episodio Perché Trump ha vinto? del podcast Globo di Eugenio Cau, che in questa occasione dialoga con Francesco Costa, esperto di questioni statunitensi. A proposito, Globo, che al momento è disponibile gratuitamente sulle principali piattaforme oltre che sul sito e sull'app de Il Post, da inizio gennaio entrerà a far parte dell'offerta riservata a chi si abbona al Post, assieme agli altri due podcast Ci vuole una scienza di Emanuele Menietti e Beatrice Mautino e Amare parole di Vera Gheno e alla newsletter Charlie. Il titolo scelto da Il Post per dare l'annuncio – L’abbonamento al Post si arricchisce – non è andato giù a tanti, abbonati compresi, perché di fatto per noi non cambia nulla (nemmeno il prezzo, che rimane di 80 euro l'anno, bisogna riconoscerlo); è l'offerta gratuita che si "impoverisce".
  • Proprio oggi Francesco Costa ha pubblicato sul suo canale YouTube Da Costa a Costa – lo stesso titolo della sua newsletter – un video lungo quasi 24 minuti, che non ho ancora avuto tempo di guardare, in cui cerca di prevedere come cambierà l'America con Trump.

Concludo linkando qualche altro video che prova a prendere la vittoria di Trump con leggerezza.

  • L'"analisi pacata" dei Contenuti Zero
  • Il mini-musical di Lorenzo Baglioni
  • La dimostrazione che Trump non perde mai; Andrea Lorenzon di CARTONI MORTI l'ha pubblicato prima delle elezioni, quindi chi dovesse essere così sciocco da credere a certe cose ne trarrebbe la conclusione che ha portato sfiga! ;-)

[La vignetta di Natangelo che apre il post l'ho trovata, insieme a molte altre vignette e memi, su Finestre sull'Arte]

mercoledì 13 novembre 2024

Ogni giorno è la giornata di qualcosa

Oggi è la Giornata Mondiale della Gentilezza, virtù che per quanto mi riguarda cerco di praticare ogni volta che posso ma che in generale sembra in via di estinzione... e probabilmente avrei scritto qualcosa in proposito, del resto l'ho già fatto un paio di volte in passato, se questo episodio del podcast Non hanno un amico ascoltato giorni fa non mi avesse fatto passare la voglia.

Luca Bizzarri parte dalle giornate mondiali per allargare il discorso, e vale la pena di ascoltarlo, tanto dura solo pochi minuti. Se non puoi o non vuoi, comunque, ti lascio qui di seguito la trascrizione.

Ogni giorno è la giornata di qualcosa, dalla giornata mondiale dell'habitat a quella della menopausa; erano tutte e due la settimana scorsa. Ma alla fine nessuna giornata è mai davvero rilevante, nessuna conta veramente qualcosa. Da poco, per esempio, è stata la giornata internazionale dell'eradicazione della povertà [toh, proprio l'ultima giornata mondiale a cui ho dedicato un post, NdC]: era proprio tra la menopausa e l'habitat. Ecco... ma ve ne siete accorti? La povertà è sempre lì, e ne riparliamo a ottobre prossimo. Tutti questi appuntamenti illusori e utopistici si susseguono nel calendario della politica, alcuni passando inosservati, altri facendo un gran baccano; penso al giorno dalla memoria, un baccano che si trasforma in silenzio, lasciando ogni cosa esattamente com'era prima del suo arrivo, quindi certificando ancora di più che il nostro entusiasmo nel dichiarare giornate dimostra solo la nostra costante ipocrisia.
Ma dopo aver scoperto l'inutilità delle giornate, che spesso sono espressioni dirette della politica, che le inventa e le sponsorizza, a ben vedere si può trovare qualcosa di altrettanto inutile in un parlamento in cui, giova ricordarlo, ci sono 14 club di tifoserie calcistiche, di cui due solo per il Calcio Napoli dopo la scissione tra il Napoli Club Parlamento e il Napoli Club Montecitorio. E cosa gli vuoi dire a questi, se non riescono nemmeno a mettersi d'accordo per andare alla partita, e poi hanno in mano le sorti del paese... Cosa gli vuoi dire? [pernacchia] Ma dici «Cosa potranno fare in quel palazzo per perdere ancora più tempo?»... e scopri il solito Borghi, economista della Lega con una dipendenza dai social che fa sembrare Christiane F. e i ragazzi dello zoo di Berlino un gruppo di consumatori responsabili. Ecco, Borghi, dicevo, ha inaugurato le dirette Instagram dall'aula durante le dichiarazioni di voto degli altri. «Siamo qua in Senato dove si sta chiudendo la trattazione del disegno di legge per il riconoscimento della maternità surrogata come reato universale». E non capisco perché agli adolescenti a scuola non venga permesso di fare la stessa cosa, se Borghi può tranquillamente raccontare le sue prodezze ai suoi follower durante i lavori del Senato. «In questo momento c'è, in questo momento c'è l'ultimo intervento da parte della collega di Fratelli d'Italia che prelude, prelude al voto finale». Perché non possono farlo i ragazzi durante le interrogazioni dei compagni?
Ma poi da quella meravigliosa cloaca che è Twitter spunta una foto del compagno di avventure di Borghi, tal Bagnai, anche lui economista, che pubblica orgoglioso una foto per farci vedere che sta lavorando... e dove sta lavorando? In un intergruppo parlamentare. E cosa sono gli intergruppi? Eh, quello è difficile dirlo, perché non c'è nulla che li regoli: vanno da cose serissime all'intergruppo per la dieta mediterranea, quello che vedeva tra i suoi consulenti la Maria Rosaria Boccia di Sangiuliana memoria. «Io se il ministro avesse detto la verità dal primo momento non starei qui». E Bagnai sta lavorando in un intergruppo essenziale: leggo direttamente dalla fotografia che lui ha pubblicato, eh? L'intergruppo dice così: «Scrivere a mano e leggere su carta: nell'era digitale nasce l'intergruppo in difesa della scrittura a mano e della lettura su carta». E io non riesco a non pensare: ma ci stanno davvero prendendo per il culo?! La difesa di cosa? Chi è che sta attaccando la lettura su carta? Ma poi come fanno a difenderla, vanno in giro a spaccare i Kindle sulle spiagge? E mi chiedo se le due cose siano anche strettamente collegate, perché a pensarci io scrivo sul computer, ma se posso leggo i libri di carta. Sono tra i buoni o tra i cattivi? Mi difenderà qualcuno? E mi chiedo, quando si vedrà questo intergruppo? Cosa si diranno i suoi partecipanti? Come si convocano? Con delle lettere trasportate da dei piccioni? Ma poi la meraviglia di Bagnai che va nell'intergruppo per leggere su carta e scrivere con la penna, e lo pubblica... su Twitter.
Ma davvero non si rendono conto di cose così banalmente assurde? Davvero la nostra classe dirigente ha perso totalmente il senso del ridicolo, che era proprio persino del Marchese del Grillo, che era prepotente, prevaricante, maleducato, sì, ma mai toccava le vette della ridicolaggine, perché era scaltro, intelligente, in maniera negativa ma intelligente. «Ci sarebbe di là Aronne Piperno l'ebanista, ha finito il suo lavoro e sarebbe giusto pagarlo». «Sarebbe giusto, dici? E allora facciamo giustizia». E mo' ci sono questi, che del Grillo hanno solo la mitomania, nel loro caso pure totalmente ingiustificata, perché se quello poteva non pagare il povero Aronne Piperno senza che nessuno facesse un plissé... «Il Marchese del Grillo non chiede mai sconti: paga o non paga. Io nun te pago»... questi hanno paura persino dei comici, rinchiusi come sono nel castello della loro vanità che teme così tanto il ridicolo da diventare essa stessa ridicola senza sapere nemmeno di esserlo.

[L'immagine che apre il post è tratta da Missione Insegnante]

martedì 12 novembre 2024

La scienza del buonumore in musica

Stasera sono un tantinello preoccupata – fingers crossed! – e giù di morale, per cui mi sembra il momento giusto per sfoderare un post pubblicato a fine agosto da un certo Thecomedy Guy. Ne riporto qui di seguito la traduzione.

7 maggio 2019
La scienza ha stabilito che
Don't Stop Me Now dei Queen è la canzone che può farti sentire meglio.
Don't Stop Me Now dei Queen si aggiudica il primo posto nella classifica delle canzoni che hanno un impatto positivo sull'umore.
Secondo uno studio condotto dal neuroscienziato cognitivo Jacob Jolij dell'Università di Groningen, questa famosa traccia è la più incoraggiante al mondo.
La ricerca, commissionata da un noto marchio di elettronica, ha analizzato vari fattori, tra cui i battiti al minuto, la tonalità e gli accordi della canzone. Secondo Jolij, la combinazione di questi elementi fornisce la formula per la perfetta "canzone che ti fa stare bene"
[chi fosse interessato la formula la può trovare qui, NdC].

Ero sul punto di andare su YouTube a pescare le canzoni una per una... ma ho trovato la playlist già bella e pronta, a parte la numero 9 che ho cercato per conto mio: qui di seguito trovi la classifica delle canzoni con i relativi link ai video.

  1. Queen, Don't Stop Me Now
  2. ABBA, Dancing Queen
  3. The Beach Boys, Good Vibrations
  4. Billy Joel, Uptown Girl
  5. Survivor, Eye Of The Tiger
  6. The Monkees, I'm A Believer
  7. Cyndi Lauper, Girls Just Want To Have Fun
  8. Bon Jovi, Livin' On A Prayer
  9. Gloria Gaynor, I Will Survive
  10. Katrina & The Waves, Walking On Sunshine

domenica 10 novembre 2024

Anxiety & pugs

Alla vigilia dell'inesorabile rientro in ufficio, dopo un weekend molto meno riposante di quanto sperassi, condivido tre vignette dell'illustratrice Gemma Correll, presente sia su Instagram che su Facebook, la quale fa «principalmente fumetti sull'ansia e sui cani carlini» (comics about anxiety & pugs mostly)... e il primo dei due temi mi riguarda in modo particolare!

Multitasking
  • Stressarsi
  • Tormentarsi
  • Andare in ansia
  • Rimuginare
  • Agitarsi
  • Preoccuparsi
  • Riflettere
  • Pensare troppo
  • Fissarsi su un pensiero
  • Bere tè

[A proposito, uno dei concetti più importanti che ho recepito seguendo il corso L'arte di gestire Tempo e Attenzione di Massimo Polidoro, ribadito anche durante il corso sulla Safety Culture che ho frequentato di recente al lavoro, è che il cervello umano non è proprio in grado di operare in multitasking]

Ho bisogno di riposo
Ho bisogno di portare a termine il lavoro
Farò un compromesso non facendo nessuna delle due cose e poi mi autoflagellerò per questo!
Dovrei mettere per iscritto questa idea
Nah, me la ricorderò
Attenzione spoiler: non se l'è ricordata

sabato 9 novembre 2024

Il mondo in sé e quello che osserviamo

Un paio di settimane fa, tramite la chat WhatsApp dei compagni di liceo, ho saputo che è venuta a mancare la nostra prof di Storia e Filosofia del triennio.

Non eccellevo in Filosofia, anzi la studiavo con una certa fatica e controvoglia, il che è strano essendo stata la sottoscritta una studentessa modello... ma ricordo che nel programma del terzo anno, i cui "protagonisti" erano Socrate, Platone e Aristotele, trovai parecchi elementi di interesse, in particolare tra i filosofi "minori". E soprattutto è grazie alle discussioni della professoressa D'Amico con noi studenti, che erano lezioni di educazione civica a tutti gli effetti, che ho maturato molte delle idee che porto avanti ancor oggi. In pratica la cittadina che sono diventata è in buona parte merito – o dovrei forse dire colpa? ;-) – suo.

Guardando il reel qua sotto, pubblicato da Eugenio Radin aka WhiteWhaleCafe e suggerito da Mattia Marangon nell'uscita del 10 ottobre della sua newsletter Edamame, ho fatto un rapido ma efficace ripasso dei concetti di fenomeno e noumeno (si pronuncia con l'accento sulla u, noùmeno) che affrontai studiando il pensiero di Immanuel Kant, se non sbaglio al quarto anno di liceo.

@whitewhalecafe 👉 Oggi ti spiego Kant usando dei colori 🎨 👉 L'epistemologia è una delle branche più interessanti della filosofia e all'interno dell'epistemologia è centrale l'opposizione tra fenomeno e noumeno, cioè tra il mondo come esso è e il mondo come noi lo conosciamo. 🧠 👉 Si piacciono questi contenuti filosofici segui la pagina e iscriviti alla newsletter dal link che trovi in bio! #filosofia #imparacontiktok #kant #scienza #conoscenza #scuola #filosofando #pensierocritico #perché #whitewhalecafe ♬ suono originale - WhiteWhaleCafe

Ecco la trascrizione del breve discorso, corredata da alcune note mie.

Come posso essere sicuro che quando guardiamo questo pennarello [mostra un pennarello rosso, NdC] vediamo lo stesso colore? E se in realtà vedessimo due tonalità diverse ma le chiamassimo entrambi rosso? Dietro a questa domanda apparentemente infantile si nasconde un'importante riflessione: quella della differenza tra fenomeno e noumeno. Con "fenomeno" in filosofia si intende il mondo come esso ci appare, la rappresentazione che ci facciamo di un oggetto, insomma il colore che vediamo quando guardiamo il pennarello. Con "noumeno" invece intendiamo il mondo in sé e per sé, l'aspetto di questo pennarello a prescindere dalla nostra osservazione. Già molto tempo fa i filosofi hanno iniziato a chiedersi se fenomeno e noumeno fossero uguali, cioè se il mondo in sé sia oppure no uguale a come noi lo osserviamo. La risposta più importante l'ha data Immanuel Kant [del quale fa vedere il volume della Critica della ragion pura, NdC], e purtroppo è negativa: noi non potremo mai, ci dice Kant, sapere com'è il pennarello in sé e per sé, perché nel momento stesso in cui lo osserviamo le categorie della nostra mente danno una certa forma a quell'osservazione. Un po' come se avessimo degli occhiali da sole che fanno da filtro tra la realtà e la nostra mente. E l'osservazione di Kant non è affatto stupida! [Lungi da me permettermi di pensarlo, NdC] La scienza del '900 mostrerà come la presenza di un osservatore modifichi il sistema fisico che si sta osservando. [Mi son tornati in mente il principio di indeterminazione di Heisenberg e il paradosso del gatto di Schrödinger, NdC] Dunque non possiamo essere certi di quale sia l'aspetto puro di questo pennarello, ma possiamo essere comunque ragionevolmente certi che la mia e la tua osservazione siano simili, e questo perché le categorie mentali non sono soggettive, ma sono strutture presenti in tutti i cervelli umani. Anche se probabilmente il nostro dubbio non svanirà del tutto.

Trovo che questo rappresenti un interessantissimo spunto di riflessione, alla portata pure di chi la filosofia la mastica poco come me o anche meno, e con svariate applicazioni alla vita di tutti i giorni.

venerdì 8 novembre 2024

Planiamo sul mondo!

Oggi su Facebook mi sono imbattuta nella splendida foto qui sotto; essa mostra in maniera particolarmente evidente la regolarità delle strade di Barcellona, una delle pochissime città che ho avuto il piacere di visitare fuori dall'Italia finora.

E Google Maps conferma.

Una pianta analoga, sia pur su scala molto più piccola, ce l'ha Belpasso (CT).

Nella stessa città metropolitana – è dal 2015, in virtù di questa legge dell'anno precedente, che quella di Catania non si chiama più provincia – si trova anche Grammichele, la cui pianta è ancora più notevole perché esagonale; se ne parla qui in italiano e qui in inglese.

Infine, sempre per la serie "il mondo visto dall'alto", tramite questo articolo ho scoperto che il lago Neitokainen, in Finlandia...

... ha una forma quasi identica a quella della Finlandia medesima.

giovedì 7 novembre 2024

Distrazioni

Oggi cambio nettamente argomento, e tono, rispetto ai post degli ultimi tre giorni... perché, sai com'è, sento il bisogno di pensare ad altro! ;-) Lo spunto è un post di Recensioni Malsane Reloaded pubblicato qualche mese fa.

In questi giorni stanno circolando, in tutto il mondo, due filmati italiani risalenti più o meno allo stesso periodo. Il primo è il quasi disturbante “chi chi chi co co co” con Pippo Franco che fa il verso al gallo, con quelle stesse “mosse" apprese probabilmente per il film “Basta Guardarla” e mai più abbandonate, e con le ballerine ragazzine che ballano con una serietà che manco stessero mettendo in scena “il lago dei cigni”
Il secondo (qui un estratto) ha lasciato di stucco anche me.
Io adoro la musica di Bruno Lauzi, conosco alcuni suoi album letteralmente a memoria, ritengo inoltre sia stato uno dei più importanti autori italiani, anche di canzoni per bambini. Vederlo ballare in stile “charleston" su un pezzo “disco", con una nonchalance divertita e una scioltezza che lasciano trapelare una grande passione per il ballo, non so, ha un ché di dissonante rispetto a come lo conosciamo, ma anche di irresistibile.
Il reperto in questione risale al 1981, ed è tratto da "Ric e Gian Show” andato in onda su Antenna 3 Lombardia.
La canzone, che si intitolava “Il vecchiaccio”, è un pezzo “disco” piuttosto catchy, con un testo che è un delirio da crisi di mezza età. All’epoca fu pubblicato su 45 giri per la Numero 1 di Battisti, (con una copertina non proprio elegantissima) e presumo non ottenne nessun successo.

L'esibizione di Bruno Lauzi in questione l'ho trovata anche su YouTube: stupefacente! :-D

Sul "tubo" ho trovato pure quella di Pippo Franco...

... ed ho scoperto che sembra un plagio a dir poco sfacciato di questo brano.

E adesso ti saluto e vado a dormire che è meglio... :-)

mercoledì 6 novembre 2024

Al peggio non c'è mai fine

A quasi otto anni di distanza, gli USA e Donald Trump mi hanno "regalato" un altro risveglio a dir poco spiacevole.

@insopportabile, veterano di Twitter, piattaforma che con ogni probabilità è stata determinante nella rielezione di Trump, ha indirizzato al suo proprietario Elon Musk, trumpiano di ferro, questo tweet...

... e poco prima aveva pubblicato quest'altro.

Paolo Attivissimo, che a settembre aveva annunciato di aver mollato Twitter, oggi ha scritto in un post dal titolo Risolto il Paradosso di Fermi. Non troviamo gli alieni perché non vogliono farsi trovare dai cretini

Mi trattengo dal dire altro a proposito del risultato elettorale americano.
E non è il caso di dire “eh ma sono americani”. La stessa coglionaggine c’è ovunque.

[Se vuoi saperne di più sul paradosso di Fermi ti rimando a Wikipedia]

Un certo Ezaj Hossain, content creator e video editor, ha pubblicato su Threads, piattaforma alternativa a Twitter, il post qui sotto.

Post di @ezaj_hossain
Visualizza su Threads

Per restare in tema, se sei abbonato a Il Post – e se non lo sei, cosa aspetti ad abbonarti? ;-) – vale la pena di ascoltare l'episodio di ieri del podcast Tienimi Bordone, emblematicamente intitolato Il giorno in cui andarsene da Twitter.

Concludo con alcune immagini che descrivono il mio stato d'animo odierno: un disegno che vorrebbe descrivere la reazione della Statua della Libertà...

... due vignette evergreen di Altan...


... e un meme confezionato dalla sottoscritta, sperando che nessuno si offenda!

martedì 5 novembre 2024

Chi venderà più gelati?

In occasione dell'Election Day, mi sembra che tornino di particolare attualità due post pubblicati da .mau. riguardo al paradosso dei gelatai, che a dispetto del nome c'entra moltissimo con la politica e in particolare con un sistema elettorale come quello statunitense, nel quale si sfidano due soli candidati. Il primo risale al lontano 2005...

Si stanno di nuovo avvicinando delle elezioni. Non so se sia capitato di sentire anche a voi questa “dimostrazione matematica” che porta in uno schieramento bipolare entrambi i candidati verso il centro dello schieramento.
Supponiamo di avere una lunga spiaggia (le posizioni politiche, da sinistra a destra) dove i vari bagnanti sono variamente distribuiti. Questa spiaggia non ha venditori ambulanti: gelati aranciate cocco e quant’altro si possono comprare solo da due banchetti, che hanno l’esclusiva. Si può immaginare che ognuno vada a prendersi il gelato da quello che è più vicino, e che all’inizio siano uno più o meno a sinistra e uno a destra. Però il primo può pensare “se mi spostassi un pochino a destra, continuo ad essere il più vicino per quelli alla mia sinistra; continuo ad essere il più lontano per quelli alla destra del mio collega; ma per alcuni di quelli in mezzo divento io il più vicino. Quindi ci guadagno: domani mi posiziono più a destra”. Il gelataio di destra fa naturalmente il discorso simmetrico, e così per Ferragosto ce li troviamo in mezzo schiena contro schiena.
Cosa c’è di sbagliato in questo ragionamento? Matematicamente, nulla. Fila perfettamente qualunque sia la distribuzione degli elettori, pardon dei bagnanti, sulla spiaggia. Funzionerebbe perfino con una spiaggia non lineare ma planare, se lo spostamento avviene in direzione dell’altro. L’errore è molto più sottile: viene fatto l’implicito assunto che tutti prendano necessariamente il gelato. Se qualcuno decidesse che non vale la pena fare tutta quella strada, e quindi si astenesse, il ragionamento viene subito inficiato. Il problema non è quindi sul ragionamento, ma molto più alla base, sul modello; qualcosa che non sembra però essere compreso da molta gente, che non solo si rifiuta di capire la matematica ma ha un atteggiamento fideistico che forse è ancora più pericoloso.
Aggiornamento: temo di essere stato troppo nebuloso: provo ad aggiungere un esempio con i numeretti. (ancora modificato… l’ho sempre detto io che è difficilissimo divulgare la matematica)
La nostra spiaggia ha cento persone. In questo momento, la situazione è simmetrica: ci sono 30 persone a sinistra del gelataio S divise in due gruppi di 20 e 10 persone, 15 un pochino a destra di S, 10 più o meno equidistanti tra S e D (che divido in 5+5 per far vedere meglio la simmetria… pensateli comunque tutti come pencolanti da una parte all’altra), 15 un po’ a sinistra di D, 30 a destra di D. Tutti inoltre si comprano un gelato. Graficamente:
20 10 S 15 S1 5 X 5 D1 15 D 10 20
Supponiamo che D decida di spostarsi verso il centro e andare a piazzarsi al punto D1, in modo che le cinque persone all’immediata sinistra e destra del centro X trovino più comodo andare da lui piuttosto che da S; il tutto mentre S se ne sta fermo. Così ad occhio sembrerebbe che S rimarrà con solo 45 clienti mentre D ne avrà 55. Se però i venti all’estrema destra decidessero che tanto a questo punto sia S che D sono due gelatai comunisti, e quindi preferiscono non degnarsi di andare a prendere un gelato, abbiamo che S continuerà ad avere 45 clienti, ma D ne avrà solamente 35. Ergo, l’imprenditore con maggior successo sarà S, nonostante D abbia più persone nel suo bacino di utenza.
Intendiamoci, anche questo è un modello estremamente semplificato, e che fa delle assunzioni molto forti sulla distribuzione dell’elettorato, pardon dei bagnanti: ma il mio punto è proprio che occorre studiare attentamente il modello.

... mentre il secondo all'anno scorso.

Un paio di giorni fa, parlando della vittoria di Elly Schlein, avevo accennato al paradosso dei gelatai 2.0, suscitando un certo qual interesse nei mio socialcoso di nicchia. Ecco qua cosa intendo!
Il paradosso dei gelatai è piuttosto noto, e lo si trova anche su Wikipedia. Immaginate di essere a Pocacabana, su una spiaggia lunga un chilometro, dove è stata data una concessione a due gelatai. Inizialmente essi si mettono nella posizione in alto in figura, a 500 metri tra di loro e a 250 metri dagli estremi della spiaggia. Ma A pensa che se si sposta un po’ verso B farà sì di trovarsi un po’ di bagnanti più vicini a lui che a B, e quindi guadagnerà di più. B però non si lascia fregare e si avvicina anch’egli verso il centro, recuperando i bagnanti persi e prendendone ancora altri. Alla fine i due si troveranno fianco a fianco: avranno lo stesso pubblico di prima, ma in compenso mentre prima i bagnanti avevano un gelataio al massimo a 250 metri di distanza ora ce ne sarà qualcuno che dovrà percorrere 500 metri, e magari gli passa la voglia.
In teoria dei giochi il posizionamento di entrambi i giocatori, pardon i gelatai, al centro è un equilibrio di Nash: con il vincolo di doversi per forza trovare nella propria metà della spiaggia quella posizione è stabile perché a nessuno conviene muoversi. Ecco perché i partiti tendono a posizionarsi al centro, dicono i teorici dei giochi. Fin qui la teoria. Passiamo ora alla pratica…
La soluzione suindicata è corretta nell’ipotesi che tutti i bagnanti vadano a prendere il gelato. Ma se quelli più lontani si astengono, la soluzione rimane ottima ma con i due gelatai che guadagnano molto meno. Cosa succede allora se un gelataio decide di essere più radicale e spostarsi di nuovo verso un estremo? Ringalluzzisce i bagnanti che tornano in massa al chiosco e fanno aumentare gli incassi al furbo gelataio. Fuori di metafora, posizionarsi verso gli estremi in una situazione stagnante può dunque essere un vantaggio: l’abbiamo visto con Meloni a queste elezioni, lo vedemmo con Vendola in Puglia, e potremmo vederlo con Schlein. Funzionerà davvero? Chi lo sa. Quello che però sappiamo è che bisogna sempre stare attenti con i modelli :-)

Vabbè, io adesso vado a dormire, e (di)spero che al mio risveglio non debba accogliermi una pessima notizia analoga a quella di otto anni fa. Che la vignetta di Rolli in apertura del post sia di buon auspicio!

lunedì 4 novembre 2024

Forza Kamala!

Negli ultimi mesi la youtuber neozelandese Shirley Șerban, della quale ho già dichiarato più volte di apprezzare parecchio le parodie musicali, ha messo la sua specialità al servizio della campagna elettorale per le elezioni presidenziali USA, che avranno luogo domani. I brani in questione sono How Do You Solve A Problem Like A MAGA?, parodia di Maria dal musical The Sound of Music (in italiano Tutti insieme appassionatamente), Trump, You're FIRED! (da We Didn't Start the Fire di Billy Joel) e My Favorite Things about Project 2025, ancora da The Sound of Music, e non lasciano alcun dubbio sul fatto che Shirley faccia il tifo per Kamala Harris... anche se è scontato che il suo endorsement conti assai meno rispetto a quello di Taylor Swift, la cantante più famosa al mondo, che è auspicabile sposti un bel po' di voti.

[Lascio un paio di link per chi non sapesse cosa vuol dire MAGA o Project 2025]

Io incrocio le dita perché altro non posso fare, ma penso che una rielezione di Donald Trump sarebbe una catastrofe non solo per gli Stati Uniti, ma per l'intero pianeta. Tu dirai: in fondo è già stato presidente una volta e non c'è stata nessuna apocalisse... È vero, ma rispetto al suo precedente mandato è peggiorato lui, e pure la Terra nel suo insieme non se la passa granché bene.

Per alleggerire un po' i toni, concludo con un elenco (in ordine cronologico) di parodie "non politicizzate" interpretate da Shirley, precisando che mi identifico in qualche misura praticamente in tutte. :-D

P.S.: Buona parte delle "cose di cui mi fido più di Donald Trump" elencate nella foto che apre il post mi risulta un tantino difficile da capire... ma l'ultima è fin troppo chiara! ;-)