Anni fa ero un tantino fissata col repertorio della cantante canadese Céline Dion, e da qualche parte ho ancora parecchi dei suoi CD (!)... poi col tempo l'ho persa di vista; sapevo dei suoi residency show a Las Vegas e della scomparsa del suo amato marito e padre dei suoi tre figli, oltre che produttore, René Angélil, di 26 anni più anziano di lei, nel 2016.
L'8 dicembre 2022 la cantante ha diffuso dei video in inglese e in francese per spiegare di essere costretta ad annullare i concerti in programma nei mesi successivi poiché era impegnata a riprendersi dalla rara malattia neurologica che le era stata diagnosticata, la cosiddetta sindrome dell'uomo rigido.
A sorpresa il 26 luglio scorso Céline Dion si è esibita, nel corso della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi, in un'interpretazione impeccabile e da brividi dello struggente Hymne à l'amour di Édith Piaf.
Devo ammettere che non avevo idea di quanto fosse grave la patologia di cui soffre la cantante, finché l'altroieri non ho guardato il documentario Io sono: Celine Dion su Prime Video. Fin dall'inizio Céline confessa quanto le pesi non poter più fare la cosa che ama di più e che le riesce meglio, cantare, davanti al suo pubblico, ma purtroppo le sue condizioni non glielo permettono. E alla fine la cantante viene ripresa in preda a un violento attacco di spasmi che lascia lo spettatore senza fiato.
Per questo a posteriori mi fa ancora più piacere che Céline Dion sia tornata a dar prova del suo enorme talento, e le auguro di cuore di stare sempre meglio e di incantare ancora a lungo noi fan con la sua voce straordinaria.
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