Quest'anno i prezzi alle stelle nelle località turistiche italiane hanno convinto un sacco di miei connazionali a trascorrere le ferie oltreconfine, dove i costi sono mediamente più abbordabili; in particolare, sembra che per le vacanze al mare sia gettonatissima l'Albania. Pure un mio "facciamico", che per quanto ne so guadagna più che bene, ha trascorso lì qualche giorno insieme alla figlia; se fossi incline a dar credito a certi stereotipi territoriali osserverei che lui è genovese, sia pur d'adozione, e in quanto tale particolarmente attento al portafoglio... ma non lo farò. ;-)
L'altro giorno il primo ministro albanese Edi Rama ha pubblicato un meme (auto)ironico.
L'immagine di sinistra mostra la nave Vlora nel 1991 carica di disperati verso l'Italia, affiancata a una scena analoga, dove stavolta chi si cala dalla nave sono gli italiani in vacanza in Albania. La scritta a corredo recita «e aspetta aspetta, non hai ancora visto niente🤗».
Ecco un estratto dell'intervista a Edi Rama pubblicata da La Stampa.
Vi chiamano Maldive del Mediterraneo, si parla di “Alb-mania”. Quali sono i numeri di questo boom vacanziero?
«Stiamo ripercorrendo il cammino del vostro Paese. Ma questa estate è stata oltre le aspettative. Abbiamo avuto un +35% di turisti, le cifre degli italiani sono impressionanti e si avvicinano al mezzo milione. Quando ho cominciato (2013, ndr), l’aeroporto di Tirana faceva massimo 350 mila passaggi l’anno. Ora, oltre a 6,5 milioni».
Siete preparati a questo assalto?
«Da tre o quattro anni si è verificato, finalmente, un cambio di immagine. Fino a pochi anni fa, soffrivamo il pregiudizio creato negli Anni 90, di essere genericamente criminali, mafiosi, poveri migranti che sognano “Lamerica”, come ha raccontato Gianni Amelio. Oggi, i turisti vengono e si mescolano volentieri con la nostra gente, il vento è cambiato. Dobbiamo rincorrere il tempo perduto. Ma attenzione: non vogliamo fare i grandi errori dell’Italia o di altri Paesi, delle riviere o delle città invase. Gli arrivi di massa, il solo low cost può distruggere l’avvenire e lasciare dietro ecomostri e disastri ambientali».
Costate meno di Italia, Grecia e Croazia. Natura meravigliosa, facile da raggiungere. Come pensate di invertire la tendenza?
«Abbiamo pareggiato la Grecia e appena sorpassato l’Italia per numero di turisti pro capite. Incredibile, ma ci abbiamo lavorato tanto in questi anni di Rinascita albanese. In prospettiva, vogliamo un turismo bilanciato e sempre più di alta gamma. Servono tre o quattro anni per essere pronti a sfilare con i grandi».
Sta dicendo che quest’invasione non era desiderata?
«Dico che noi siamo una terra ricca dal punto di vista naturalistico, dal mare alla montagna. Abbiamo siti sotto protezione Unesco. La visione di Albania 2030 ha nel turismo un obiettivo chiave, ma non vogliamo cadere nella trappola del miele: i numeri di oggi possono ingannare le generazioni future. Il turismo di massa non è sostenibile dal punto di vista ambientale. Ci vuole equilibrio per proteggere la natura. Ma è più facile a dirsi che a farsi. È correre controvento».
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