A proposito dello stupro di gruppo a Palermo, si è molto discusso circa l'affermazione del giornalista televisivo Andrea Giambruno, da anni compagno di Giorgia Meloni nonché padre di sua figlia Ginevra (strano che il presidente del consiglio, affezionata com'è a valori come quello della Famiglia Tradizionale, non l'abbia ancora trascinato all'altare... Sarà che tanto i diritti che a noi coppie di "comuni mortali" derivano dal matrimonio loro due ce li hanno già grazie alla posizione privilegiata da lei ricoperta?), nel corso del programma da lui condotto su Rete 4 (altra parentesi, mi permetto di supporre che se lui non avesse potuto contare su un legame così di rilievo non avrebbe fatto tanta carriera... sono troppo maliziosa?):
Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti, non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo. Ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi.
Un esempio da manuale di colpevolizzazione della vittima nonché di vittimizzazione secondaria, che come spiegato da Il Post avviene quando «la donna che ha subito violenza (una violenza che si potrebbe definire “primaria”) rivive delle condizioni traumatiche o subisce altra violenza da parte di soggetti che non sono gli autori della violenza primaria».
Poiché al riguardo mi vengono in mente poche parole che non siano parolacce, prendo a prestito quelle di Selvaggia Lucarelli, di Lorenzo Tosa e di Antonia Storace, una donna che il "lupo" l'ha incontrato anni fa pur non essendoselo di certo "andato a cercare", e solo per un soffio è riuscita a sfuggirgli.
Condivido poi la replica della giornalista Candida Morvillo alle giustificazioni del Giambruno, segnalata da Alessandro Milan...
... e le vignette di Natangelo...
... e di Vauro.
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