Ecco i passaggi salienti di una vicenda della quale in questi giorni si è molto discusso:
- Pietro Lacasella pubblica su Lo Scarpone, la testata online del Club Alpino Italiano, un articolo dal titolo Croci di vetta: qual è la posizione del CAI?. Cito testualmente: «Il CAI guarda infatti con rispetto le croci esistenti, ma non solo: si preoccupa del loro stato ed eventualmente, in caso di necessità, si occupa della loro manutenzione (ripulendole dagli adesivi, restaurandole in caso di bruschi crolli, …). Questo perché – è giusto evidenziarlo una volta di più – rimuoverle sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino; un’impronta a cui guardare per abitare il presente con maggior consapevolezza. Ed è proprio il presente, un presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali, a indurre il CAI a disapprovare la collocazione di nuove croci e simboli sulle nostre montagne». Una posizione sostanzialmente condivisa da monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo nonché appassionato alpinista, e scusa se è poco.
- La ministra del Turismo Daniela Santanchè tuona indignata «Resto basita dalla decisione del CAI di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al ministero», e l'ineffabile Matteo Salvini arriva ad affermare «Dovrete passare sul mio corpo per togliere un solo crocifisso da una vetta alpina, senza se e senza ma», quando nessuno, ripeto, nessuno aveva parlato di togliere i crocifissi esistenti; la vicenda è spiegata come di consueto bene qui da Il Post.
- Il CAI si prostra servile divulgando un post in cui assicura che «l’articolo così come pubblicato su Lo Scarpone lasciava intendere che vi fosse una posizione ufficiale quando in realtà si trattava meramente di un’opinione personale».
Commento quest'ultimo sviluppo prendendo a prestito le parole di un mio "facciamico": «Quante sberle giuste e sane stanno prendendo nei commenti i vertici del CAI, per come in modo vecchio e meschino, pregno di 'tengo famiglia' e paraculismo, si sono prostrati alla Santanché per la bufala montata ad arte da questa e da Felpaman sulla questione delle croci in vetta». Per quanto mi riguarda, in qualità di ex tesserata del CAI di Pescara, non posso che dissociarmi dalla posizione – che se non fossi la signora che sono definirei "a pi greco mezzi" ;-) – espressa in quel post.
Del resto, come suggerito dalla vignetta di Makkox che apre il mio post, le polemiche su questioni relativamente marginali come questa fanno gioco a Giorgia Meloni per distogliere l'attenzione dalla sempre più evidente inadeguatezza del suo governo...
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