A differenza di taluni che affermano di aver stappato la bottiglia di vino pregiato tenuta da parte per l'occasione, io non ho festeggiato per la dipartita di Silvio Berlusconi, ma di certo non ho provato il benché minimo dispiacere. Ben altro effetto me l'ha suscitato l'improvvisa scomparsa di Flavia Franzoni (nessuna parentela con la responsabile del terribile delitto di Cogne), consorte di uno dei pochi politici che stimo anche come persona, Romano Prodi, 84 anni ad agosto. Lui e la moglie, di 8 anni più giovane, formavano una delle coppie più solide e affiatate della politica italiana. Ascoltando le parole dedicate alla compagna di una vita dall'ex presidente del Consiglio, peraltro l'unico leader del centrosinistra ad aver battuto due volte il summenzionato Berlusconi, nel corso della cerimonia funebre svoltasi nella chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna, mi sono commossa fino alle lacrime. Ecco la trascrizione del discorso.
Ho visto Flavia sorridermi per l'ultima volta nel sentiero fra Gubbio e Assisi, dopo due giorni di pura felicità, con alcuni dei nostri più cari amici. Sono stati 54 anni sempre insieme, nei lunghi momenti di gioia e anche nel dolore, nella salute e nella malattia e, come dice la preghiera, in tutti i giorni della nostra vita. A 54 anni di matrimonio voglio aggiungere anche il ricordo degli altri due anni di corteggiamento, anche un po' di più: mai mi sono pentito di avere tanto insistito. [A me gli applausi ai funerali paiono sempre inopportuni e un tantino "cringe", ma quello che ha interrotto Prodi a questo punto fa eccezione, NdC] Perché poi abbiamo condiviso tutto, dalla nostra presenza in questa città tanto amata, alla scelta della presidenza dell'IRI, e poi alla vita politica a Roma e a Bruxelles. Abbiamo sempre parlato proprio di tutto, e ho chiesto a lei infiniti consigli, anche ieri pomeriggio parlando con Giorgio e Antonio mi è venuto spontaneo dire: questo lo chiedo a Flavia. A me ha sacrificato la sua carriera ma non ha rinunciato al suo continuo studio, al suo continuo approfondimento della conoscenza del welfare, con una presenza intellettuale discreta e raffinata, per fare in modo che le istituzioni potessero sempre adempiere al loro dovere. Amava appunto ripetere con passione che per ogni rottura è necessario davvero rammendare, perché la nostra società si rompe continuamente. Aveva come obiettivo la costruzione di un'Italia limpida e discreta, ma un'Italia seria, seria, molto seria; tutto questo accompagnato da un profondo senso religioso, anche se espresso in modo coerente e discreto. Una Flavia affezionata alla comunità, alla città e allo Stato, ma anche un pilastro della nostra famiglia. Il dialogo continuato con Giorgio e Antonio, condotto con dolcezza e severità. E dicevano: «Mamma, tu sei come un materasso». Un colloquio che è continuato fino agli ultimi giorni con la stessa dolcezza, anche se con meno severità, con gli amatissimi nipoti. Tutto questo ha continuato a riempire la nostra casa, come ha detto Chiara, che era ormai solo abitata da Flavia e me. Non pensate però che la nostra lunga vita insieme sia stata solo una vita di scambi intellettuali o di preoccupazioni. Abbiamo vissuto insieme cielo e terra, anche terra, tanta felicità fra di noi. [Altro applauso, NdC] Tanta felicità fra di noi, felicità con gli amici e lunghe e belle vacanze con tutta la tribù.
Io temo di non poter aspirare a una relazione altrettanto duratura col mio compagno: conviviamo dal 2016 ma ci siamo messi insieme a settembre di 9 anni fa, quando eravamo già abbastanza "grandicelli", e qualora dovessimo avere la fortuna di poter festeggiare 54 anni di fidanzamento – il matrimonio è nei nostri progetti, ma per vari motivi estranei alla nostra volontà sono più di tre anni che rimandiamo – avremmo entrambi 92 anni. Magari ci arrivassimo! Purtroppo la genetica non è a nostro favore. Ma quello che posso, anzi possiamo fare è impegnarci giorno dopo giorno a costruire una relazione il più possibile profonda e ricca di senso e arricchimento reciproco.
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