Come ricordato da Il Post, ricorreva ieri l'ottantaduesimo anniversario della prima proiezione di Citizen Kane, prodotto, scritto, diretto e interpretato da Orson Welles, allora venticinquenne e al suo primo film, che in Italia sarebbe arrivato un paio di anni dopo la fine della guerra con il titolo Quarto potere. Se devo essere sincera non l'ho mai visto: ho una certa ritrosia nei confronti dei film usciti prima che io nascessi, soprattutto da quando ho provato a guardare un film unanimemente considerato un capolavoro del cinema italiano anni '60 – non faccio nomi né titoli per non rischiare il linciaggio virtuale ;-) – ma ho dovuto interrompere la visione poco dopo l'inizio, esasperata dalla noia e dal senso di estraneità; qualcosa che coi libri, scritti anche secoli fa, non mi è mai capitato.
A tal proposito, mi sono ricordata che di Quarto potere si parlava nell'articolo Free Yourselves From the Shackles of Spoilers! Life Is Too Short (Liberati dalle catene degli spoiler! La vita è troppo breve), pubblicato su Vulture e dedicato a ridimensionare la fobia dello spoiler per la quale certa gente è disposta a toglierti il saluto se le "rovini" il finale della sua serie TV preferita.
Ecco di seguito una traduzione dei passaggi che ho reputato salienti. Occhio: c'è uno SPOILER su Quarto potere! ;-)
Spoilera tutto. Rivela tutti i finali e, già che ci sei, smaschera anche tutti gli inizi e le parti centrali. Come pubblico, siamo diventati troppo ossessionati dagli spoiler: segnalarli, eluderli, seppellirli lontano dagli occhi umani come scorie nucleari a Yucca Mountain. [...]
[Se non hai mai sentito nominare i momenti clou di certi film o serie TV popolarissimi vuol dire che] tutta la tua vita è ancora strutturata attorno all'evasione acrobatica di quelle informazioni tossiche che distruggeranno assolutamente, sicuramente la tua capacità di provare piacere umano da interi film o stagioni televisive. [...]
Amo un bel colpo di scena (più o meno) come tutti, ma capisco anche come l'attesa della grande rivelazione mi distragga da tutto ciò che passa davanti ai miei occhi e alle mie orecchie in questo momento. Non credo che Quarto potere – per usare un esempio datato – sia un'esperienza meno valida se [SPOILER ALERT!] sai già che Rosabella è uno slittino. In effetti, lo slittino non ha nulla a che fare con ciò che rende grande il film. Oppure, in altre parole, il più grande maestro di spoiler cinematografici della nostra vita è M. Night Shyamalan, e ha guidato la sua strana dipendenza dalle grandi rivelazioni fino alla rovina artistica. [In effetti ho sentito dire che gli ultimi film di Shyamalan, il cui Sesto senso era un esempio da manuale di "spoilerabilità", sono di una bruttezza rara, NdC]
L'anticipazione è certamente uno dei piaceri che i bei film e la TV possono offrirci, ma non è l'unico e, francamente, è probabilmente il più facile. Il brivido di un buon colpo di scena è come il fulmicotone: eccita per un momento, ma offre una sorpresa poco duratura. Se hai mai visto un buon film con una grande rivelazione, probabilmente hai subito avuto l'impulso di rivedere tutto e, nella mia esperienza, la seconda visione è sempre più soddisfacente della prima. Perché noti tutte le cose che ti sei perso mentre eri impegnato ad aspettare il colpo di scena.
Anche se non temo gli spoiler, e anzi spesso me li vado a cercare di proposito, quest'ultima osservazione non mi ha convinta: le due esperienze di visione – quella "all'oscuro" e quella "consapevole" – sono spesso completamente diverse l'una dall'altra, e può valere la pena di godersele entrambe, se si ha la possibilità di rivedere più volte il film o la serie.
[L'immagine che apre il post mostra la stampa su una maglietta che riporta alcuni degli spoiler più clamorosi (se ci clicchi sopra per ingrandirla lo fai a tuo rischio e pericolo): la vooojooooo!!! ;-)]
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