Di recente sono usciti nelle sale due film legati alla sinistra: Il sol dell'avvenire di e con Nanni Moretti, e Quando la cui regia, il soggetto e la sceneggiatura sono stati curati dal politico (ex?) Walter Veltroni.
Riguardo al primo, la recensione di Alessandro Capriccioli – che invito a seguire anche tramite blog e newsletter – mi ha invogliata a guardarlo quanto prima.
Morettismo alla massima potenza, il Sol dell'avvenire. Un concentrato proprio. Chi ama Moretti (quorum ego) gode come un riccio. Chi non lo ama, lo eviti (oggi si direbbe che è "divisivo").
Due o tre inutili note a latere
- Sì, è autocitazionista, e a noi morettiani piace così, e comunque usa se stesso per raccontare molti/e altri/e (as usual)
- Sì, è po' commovente-senile, e a noi ex giovani facili alla commozione piace così
- Aspetto con molta calma il giorno che un regista intelligente di destra faccia un equivalente speculare sulla loro storia, le loro contraddizioni, i loro sogni - e mi sa che aspetterò a lungo, almeno qui in Italia.
A proposito del secondo, storia (palesemente ispirata a Good Bye Lenin! e, nel suo piccolo, a Goodbye Bossi de Il Terzo Segreto di Satira) di un uomo che nel 1984 al funerale di Enrico Berlinguer ha un incidente e si risveglia dopo anni di coma in un mondo totalmente cambiato, con tutta la simpatia che provo per il protagonista Neri Marcorè – ma pure lo stesso Veltroni ai tempi in cui era leader del PD non mi dispiaceva affatto, lo confesso – la recensione di Christian Raimo mi ha fatto passare la voglia...
[L'immagine perfetta per illustrare il post l'ho trovata su Today]
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