Ieri il consiglio dei ministri si è tenuto eccezionalmente in Calabria, a Cutro, la città teatro di un drammatico naufragio meno di due settimane fa. Il governo ha voluto riunirsi proprio lì, sostiene, per dare un «segnale simbolico e concreto» e mostrarsi impegnato nella gestione dei flussi migratori.
Non è certo la prima volta che un consiglio dei ministri "va in trasferta": andando a ritroso nel tempo, ricordo il 18 agosto 2018 (governo Conte I) a Genova in seguito al crollo del ponte Morandi, oppure il 17 luglio 2008 (governo Berlusconi IV) a Napoli per gestire l'emergenza rifiuti. E come dimenticare il G8 del 2009, che si sarebbe dovuto svolgere sull'isola della Maddalena in Sardegna ma venne spostato all'Aquila? Citando da Wikipedia...
Il 6 aprile 2009, a tre mesi dall'inizio del summit, un forte terremoto colpì la città dell'Aquila, causando morti, feriti e gravi danni al patrimonio; nel corso dei giorni successivi il presidente del Consiglio Berlusconi avanzò l'ipotesi di spostare il summit nel capoluogo abruzzese e la decisione definitiva in tal senso fu presa dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2009, durante una riunione tenuta straordinariamente proprio nella città appenninica; i motivi addotti per la scelta furono sia di natura economica (risparmio di circa € 220 milioni da destinare alla ricostruzione post-sisma), sia per opportunità politica (il G8 avrebbe discusso anche di catastrofi naturali) e sia perché, come scritto nel comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio, "si tratta di un forte segnale per il rilancio di zone così duramente colpite dal terremoto". La decisione suscitò alcune perplessità negli ambienti politici sia di governo sia di opposizione, soprattutto per la situazione difficile di una ricostruzione che non doveva essere ostacolata, e incassò anche la netta contrarietà di alcuni schieramenti; gli enti politici locali aquilani e i sindacati accolsero favorevolmente la notizia, mentre contrastanti furono le reazioni dalla Sardegna, con il sindaco di La Maddalena che si espresse in modo molto critico e il presidente della regione Ugo Cappellacci che invece si disse favorevole.
A proposito del CdM di Cutro, nel quale il governo ha dato prova di tutta la sua inadeguatezza, per non dire di peggio, riporto un post della giornalista Ida Dominijanni...
Rientro ora da Cutro. Solo cinque cose. 1. Trovo osceno, non ho altro aggettivo, il rifiuto di Meloni di far visita al Palamilone a dare un saluto a quelle bare o di passare dalla spiaggia della strage. Lo segnalo alle mie (poche) amiche femministe che hanno voluto darle un qualche credito. 2. Trovo patetica la copertura che ha dato a Piantedosi e Salvini, come se fossimo tutti scemi e non sapessimo cosa c'è dietro. 3. Trovo significativa della sua pochezza, nascosta da sicumera, la sciatteria con cui ha risposto nel merito delle domande sulla notte della strage, non si era neanche letta la (truffaldina) ricostruzione di Piantedosi e l'ha contraddetta in più punti. 4. Trovo pezzente l'aver fatto il Cdm a Cutro, dove c'è un sindaco di destra, e il non aver invitato il sindaco di Crotone a cui questi del governo dovrebbero solo dire grazie in ginocchio. 5. Trovo a dir poco ingenuo dare credito alla "svolta nelle politiche sull'immigrazione" oggi delineata, che consiste in sostanza nel fare entrare un po' di schiavi utili ai padroncini veneti e nel chiudere ulteriormente gli accessi a chi emigra per ragioni politiche e ha diritto all'asilo.
Questo governo è infinitamente più fetente delle peggiori aspettative. La prossima volta che sento disquisizioni accademiche sul suo tasso di "afascismo" non rispondo delle mie reazioni.
... e l'incipit di questo articolo di Giulio Cavalli.
Giorgia “sono una donna, sono una mamma, sono cristiana” Meloni non ha trovato un secondo per rendere omaggio alle vittime della strage di Cutro. Ha trovato comunque il tempo di passare da lì per riunire un Consiglio dei ministri che sarà ricordato come l’imbarazzante apice della retorica e dell’ignoranza sui temi migratori conclusosi con un decreto che è un guazzabuglio di disumanità, di regole inutili e di interventi sbagliati.
Il governo di Giorgia Meloni, del resto, ha dimostrato fin da subito di non avere la statura morale per riconoscere cosa sia una questione umanitaria e cosa una questione politica. Confondere i due piani regala un condono morale che legittima la xenofobia (morbida e sottaciuta) che è uno dei propellenti del governo.
Decidere di disertare quel palazzetto dello sport adibito a camera ardente per accogliere decine di bare, alcune delle quali piccole e bianche, è un'omissione talmente inqualificabile da lasciarmi senza parole. Meno male che abbiamo Sergio Mattarella, la cui permanenza al Quirinale è uno dei pochi lati positivi di un quadro politico francamente più sconfortante che mai.
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