Il titolo del post è volutamente un tantino disturbante e provocatorio per scoraggiare chi dovesse provare un incontenibile disgusto, se non una vera e propria fobia, nei confronti degli insetti dal proseguire nella lettura (per illustrare il post, invece, non volendo calcare troppo la mano ho scelto un'immagine del Grillo Parlante del Pinocchio disneyano); se non è questo il tuo caso, vai pure avanti. :-)
Nelle ultime settimane le nuove regole sui prodotti con farine d'insetti sono sulla bocca di tutti; c'è chi è favorevole – ad esempio lo chef e food blogger Lorenzo Biagiarelli ha raccontato di aver preparato delle tortillas a base di farina di grillo (ma il quantitativo era minimo rispetto a quello della farina tradizionale, anche perché altrimenti il costo sarebbe lievitato oltremodo), e il giorno successivo la sua fidanzata Selvaggia Lucarelli ne ha parlato nel suo podcast – e chi è irriducibilmente contrario, come il celebre pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo che l'ha stroncata senza nemmeno essersi preso la briga di assaggiarla.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha rassicurato i più schizzinosi:
Nessuno mangerà insetti a sua insaputa. Ci saranno etichette precise. Per me ogni cibo naturale va bene, ma le persone devono essere nelle condizioni di scegliere.
Anche se, come si suol dire, fritta è bbona pure 'na ciavatta, mai e poi mai acconsentirei a sgranocchiare cavallette fritte come pare sia usanza in Oriente. Ma non è una questione di tradizione, checché ne dica Alessandro Gilioli; non mi è capitato spesso di tirarmi indietro quando ho avuto l'occasione di provare specialità gastronomiche esotiche. Del resto, in Italia è del tutto normale mangiare bistecche con l'osso e addentare avidamente cosciotti di pollo, ma io non ce la faccio perché tutto questo mi fa impressione. Inoltre, pur adorando scampi e gamberi sgusciati, se devo pulirli io mi passa la voglia. Gli insetti poi mi fanno proprio schifo... ma magari se me li ritrovassi ridotti in farina, o meglio in polvere, riuscirei a superare la repulsione. In linea di principio ritengo che sarebbe auspicabile poter sapere esattamente cosa c'è dentro tutto ciò che consumiamo... ma è bene anche osservare che molti di noi sono soliti cibarsi di prodotti come wurstel e hamburger senza farsi troppe domande sulla natura, sulla provenienza e sulla genuinità degli ingredienti. Oltretutto, a quanto pare l'impiego di insetti nella nostra alimentazione non è affatto una novità; basti pensare alla cocciniglia, ricavata dall'insetto omonimo e diffusissima come colorante (E120), almeno fino a tempi recenti.
Nessun commento:
Posta un commento