Questo weekend sono stata a Pescara perché avevo delle faccende da sbrigare, e per l'occasione mi sono data appuntamento con una ex collega di lavoro, in seguito divenuta pure una cara amica, anche se purtroppo ci sentiamo poco e ci vediamo ancora meno. L'ultima volta che c'eravamo viste lo scorso novembre, per dire, non aveva fatto parola della nuova "avventura" che aveva intrapreso.
Ma andiamo con ordine (cronologico). Quando lavoravamo insieme, la mia amica mi aveva accennato al fatto che dopo la maturità scientifica si era iscritta alla facoltà di Lingue Straniere, ma ad un certo punto aveva acconsentito alla richiesta fattale dall'allora fidanzato di aiutarlo nella sua attività, il che le richiedeva un impegno non indifferente e poco compatibile coi suoi studi, poi dopo il matrimonio è arrivata la decisione di lasciare definitivamente l'università avendo sostenuto 10 esami sui 20 previsti. A me questa storia aveva provocato un misto di tristezza e rabbia, anche se a lei non l'ho mai manifestato: una delle persone più intelligenti e brillanti che io conosca aveva dovuto rinunciare ai suoi sogni per accontentarsi di un lavoro non proprio in linea con la sua indole e le sue aspirazioni.
Ebbene, la novità è questa: a cinquant'anni suonati, con famiglia e tre figli – il maggiore è ormai adulto, il minore quasi adolescente – e continuando a lavorare a tempo pressoché pieno, la mia amica, alla quale in fondo non era mai andato giù di aver interrotto gli studi circa un quarto di secolo fa, si è iscritta di nuovo all'università. Non più a Lingue Straniere, anche perché difficilmente le avrebbero convalidato i vecchi esami, né a Storia, che non è più nell'offerta formativa dell'Università di Chieti-Pescara, bensì al corso di laurea triennale in Beni Culturali, che tenendo conto delle sue inclinazioni e del suo amore per la storia era la scelta a lei più congeniale. Ebbene, ha già sostenuto quattro esami, prendendo due bei 30 e lode, mentre il voto più basso è un 27.
Tanto di cappello alla mia amica alla quale invidio (con benevolenza) l'entusiasmo e la buona volontà. I suoi ritmi magari non potranno essere gli stessi di un neodiplomato che non ha altri impegni gravosi né pensieri se non quelli tipici dei vent'anni, ma quando esce dal lavoro alle tre e mezza del pomeriggio e torna a casa, ha ammesso con gli occhi che le brillavano, aprire i libri non le pesa affatto, anzi le piace da morire e le dà un senso di gratificazione. Lei sta facendo tutto questo in primo luogo per sentirsi realizzata a livello personale, ma chissà che al termine di questo percorso non possa trovare soddisfazioni inaspettate dal punto di vista professionale. Io glielo auguro di cuore!
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