Se nella prima bozza della manovra economica si parlava di un limite fissato a 30 euro al di sotto del quale non sarà prevista alcuna sanzione per i commercianti che non accettano pagamenti con carte o bancomat, nella seconda questa soglia è stata alzata fino ai 60: sotto questa cifra non sarà quindi più obbligatorio accettare i pagamenti con il POS.
Al momento la normativa prevede l'obbligo per i commercianti, artigiani e professionisti di accettare per qualsiasi pagamento carte e bancomat, pena la sanzione. Una regola introdotta dal governo precedente di Mario Draghi (ma già abbozzata da quello di Giuseppe Conte) e citata anche nel Piano nazionale come importante tassello nel percorso di digitalizzazione del Paese e di contrasto all'evasione.
Questa notizia mi rende alquanto contrariata. Per quanto mi riguarda pago quasi sempre con carta, solo per importi molto piccoli tiro spontaneamente fuori i contanti... ma a questo punto mi verrebbe voglia, se fossi solita prendere il caffè al bar, di chiedere di pagare anche quello con la carta.
E se mi rispondono «Mi spiace, solo contanti»? «Dispiace anche a me, non ne ho». (E spesso è vero, in questo momento è un caso che nel mio portafoglio ci sia una banconota da 20 euro, rimborso di un acquisto fatto con carta per conto del mio compagno, oltre a un po' di spiccioli) Vedrai come salta fuori a quel punto il POS perfettamente funzionante...
Se invece la controversia si manifesta non per una consumazione, che oramai ho effettuato, ma per un acquisto, il commerciante può rifiutarsi di vendermi la merce... e in tal caso vorrà dire che andrò ad acquistarla altrove, dove i pagamenti elettronici vengono accettati senza fare storie.
A questo proposito il mio compagno ha osservato che sarebbe nell'interesse degli stessi esercenti accettare, e anzi favorire, i pagamenti con carta, per minimizzare la quantità di contanti conservati in cassa in caso di furti o rapine... ma a me è venuto in mente il vecchio proverbio «Non si ruba a casa del ladro». Sono troppo acida? ;-)
A chi dovesse obiettare che i commercianti hanno ragione a voler essere pagati in contanti perché le commissioni sui pagamenti elettronici erodono in misura eccessiva il loro margine di guadagno, specie sui piccoli importi, rispondo con un paio di domande: perché i politici non si impegnano ad imporre alle banche di azzerare o ridurre queste commissioni, studiando condizioni più favorevoli per gli esercenti? Come mai si trova sempre una scappatoia che, guarda caso, va sempre a vantaggio di evasori e furbetti vari e mai (o quasi) dei consumatori?
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