Da due giorni a questa parte, ovvero da quando Giorgia Meloni ha letto la lista dei ministri del suo nuovo governo dopo aver ricevuto l'incarico da presidente del Consiglio, si discute parecchio delle nuove denominazioni di alcuni ministeri; li elenco qui di seguito, aggiungendo qualche annotazione.
- Ministero dello Sviluppo economico → Ministero delle Imprese e del made in Italy. Mi limito a osservare che ho trovato vagamente ironico in questo contesto l'impiego di un'espressione inglese, per quanto diffusa.
- Ministero degli Affari europei → Ministero degli Affari europei, coesione territoriale e PNRR. L'ironia in questo caso sta nel fatto che, anche se il ministro Raffaele Fitto si dovrà occupare dell'ingente quantità di fondi prevista proprio per il PNRR, il suo è un ministero senza portafoglio.
- Ministero delle Pari opportunità e famiglia → Ministero della Famiglia, natalità e pari opportunità. Alla denominazione è stata aggiunta quella parolina "natalità" che tanto stava a cuore a Matteo Salvini. Ma chissà cosa potranno mai inventarsi per incentivarla, la natalità, tra crisi economica e difficoltà/impossibilità di conciliare lavoro e famiglia. E le posizioni espresse in passato dalla ministra Eugenia Roccella di certo non fanno ben sperare dal punto di vista della salvaguardia dei diritti civili.
- Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali → Ministero dell'Agricoltura e sovranità alimentare. Cosa sia la sovranità alimentare – che non è finalizzata a far chiudere ristoranti cinesi, kebabbari e locali con specialità sushi, almeno spero ;-) – lo spiega bene questo articolo de il Post, il quale comunque cita l'opinione niente affatto rassicurante dello scrittore e attivista ambientalista Fabio Ciconte: «Si scrive sovranità, si legge sovranismo».
- Ministero della Transizione ecologica → Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. In tempi di caro energia, c'è solo da augurarsi che il ministro Gilberto Pichetto Fratin faccia un buon lavoro.
- Ministero dell'Istruzione → Ministero dell'Istruzione e del merito. Riguardo all'aggiunta della dicitura "merito", segnalo il parere per nulla favorevole dell'insegnante e scrittore Enrico Galiano. Il fatto che il ministro Giuseppe Valditara abbia scritto un volumetto dal titolo L'impero romano distrutto dagli immigrati suscita il timore che i programmi di storia possano venir riscritti, come dire, in un certo modo...
- Ministero del Sud e Coesione territoriale → Ministero delle Politiche del mare e del Sud. E niente, questo meme di Socialisti Gaudenti dice tutto!
- Ministero delle Politiche giovanili → Ministero dello Sport e dei giovani. Inevitabile ripensare alle parole della Meloni sull'utilità dello sport per combattere le "devianze" giovanili. Pure quelle che devianze non lo sono affatto, anzi.
Infine, sempre a proposito dell'uso delle parole, segnalo che la presidente Meloni – per quanto lei abbia scelto di usare la formula "il presidente", in netta discontinuità con Laura Boldrini, presidente, e non presidenta, della Camera dal 2013 al 2018 – ha una certa predilezione per il termine "Nazione" al posto di "Paese" oppure "Stato". Premesso che tale termine ricorre anche nella nostra Costituzione, nonché nella formula rituale pronunciata dal presidente del Consiglio e dai ministri quando prestano giuramento davanti al Presidente della Repubblica presso il Palazzo del Quirinale – «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione» – credo che valga la pena di leggere l'opinione di Alessandro Gilioli al riguardo.
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