Il terzo sabato di ottobre, quindi oggi, si celebra la Giornata Internazionale del Bradipo (International Sloth Day), animale dalla lentezza proverbiale (per inciso, in inglese il sostantivo sloth denota anche l'accidia).
Un altro aspetto importante della celebrazione della Giornata Internazionale del Bradipo è permettere a te stesso di lasciarti andare e rilassarti ogni tanto. Viviamo in un mondo frenetico in cui succede costantemente qualcosa: riceviamo decine, se non centinaia di chiamate, e-mail e messaggi ogni giorno, e siamo sempre di fretta: corriamo al lavoro, poi ci affrettiamo ad andare a prendere i bambini, e poi ci precipitiamo a casa... Nella Giornata Internazionale del Bradipo, prenditi il tempo per rallentare.
Assicurati di dormire a sufficienza, fai una passeggiata nel parco o un lungo bagno con tanta schiuma, prepara una vera cena invece di mettere nel microonde per 3 minuti un pezzo di cibo congelato. Noi umani dovremmo renderci conto che, sebbene possiamo essere la specie più intelligente, ciò non significa che non ci siano cose che non possiamo imparare da altre specie. E chi potrebbe insegnare una lezione migliore su come rilassarsi se non il bradipo? Esattamente!
Concludo linkando due spunti a tema:
- Un articolo de il Post sul cosiddetto quiet quitting, espressione che denota un approccio meno maniacale alla propria professione e un maggior riguardo verso la vita fuori dall'ufficio.
- Un intervento dell'imprenditore Brunello Cucinelli: «Dobbiamo miscelare il lavoro allo spirito, la tecnologia all’umanesimo. Non possiamo far lavorare le persone davanti a un muro perché se guardano fuori producono meno. Se lavoriamo 12-13 ore, secondo me per il 30% di questo tempo non combiniamo niente. Invece, dobbiamo lavorare massimo 7 ore, mentre l’altro tempo lo dedichiamo a noi stessi e alla nostra anima. [...] Ad alcuni lavori abbiamo tolto dignità, prima morale e poi economica. Invece dobbiamo ad esempio riportare all’artigianato la nobiltà del lavoro. Ricordiamoci che siamo i più grandi manifatturieri al mondo. [...] Il 60% degli esseri umani che hanno avuto successo non hanno studiato quasi niente: io non dico di fare così, ma c’è una intelligenza di anima e una di studio. Si deve miscelare. [...] Abbiamo vissuto un trentennio di tecnologia, abbiamo provato a governare l’essere umano solo con la scienza. E non è possibile, ci vogliono scienza e anima. E questo non vale solo per le imprese, ma per tutti noi».
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